Incipit
«Cinquantadue, cinquantasette, cinquantotto ...» contava Maigret.Non che volesse contare. Gli veniva automatico. Aveva la testa vuotata, le palpebre pesanti.«Sessantuno, sessantadue ...».Gettò un'occhiata fuori. I vetri del Café Francais erano smerigliati a metà altezza. Al di sopra si vedevano soltanto alberi spogli della piazza e pioggia, ancora pioggia.«Ottantatrè, ottantaquattro ..».Stava lì, in piedi, con la stecca da biliardo in mano, e si vedeva riflesso intorno negli specchi del caffè.Le Flem, il proprietario, continuava la sua partita senza aprire bocca, con disinvoltura, come se fosse del tutto naturale. Passava da una sponda all'altra del tavolo verde, si chinava, si raddrizzava, seguiva le palle con sguardo assente.
Un indagine del commissario Maigret
lontano dalla sua Parigi, dal Quai des Orfèvres e anche distante
dalle sue consuete modalità di lavoro.
Relegato in Vandea dopo una promozione
rimozione a commissario capo a Lucon (per non meglio precisati
problemi legati ad una passata indagine), Maigret passa le sue
giornate a contare i giorni, ad osservare i paesaggi fuori dalle
finestre, giovando al biliardo.
In una di queste giornate, di un
gennaio umido e piovoso, si presenta nel suo ufficio la signora
Didine Hulot, una di quelle signore un po' impiccione che passano il
tempo ad osservare la vita degli altri.
Nella casa del giudice Forlacroix,
ad Anguillon, c'è un cadavere. Lo ha visto il marito, salendo su una
scala che affaccia su una stanza della sua casa: un uomo, forse,
fermo per terra, immobile.
I due hanno tenuto d'occhio il giudice
e ora temono che, con la bassa marea, voglia disfarsi del cadavere,
gettandolo in mare ….
Inizia così, in modo quasi comico,
un'indagine quasi onirica, per l'atmosfera che si crea tra
l'investigatore e il principale sospettato.
L'ex giudice di pace che viene
sorpreso, quella sera stessa, mentre sta trascinando un sacco che
contiene un cadavere.
Un attimo dopo l’inverosimile accadde. L’uomo era di nuovo lì, curvo su una lunga massa che trascinava nel fango.Doveva essere pesantissima. Fatti quattro metri si fermò a riprendere fiato. La porta di casa era rimasta aperta. Mancavano ancora venti o trenta metri al mare.
«“Ah...”».Intuirono quel gemito e lo sforzo di tutti i muscoli. La pioggia continuava a cadere. Aggrappata alla manica di Maigret, la mano del doganiere tremava in modo convulso.«“Vede!...”».Eh sì! Era andata proprio come aveva detto la donna e come il doganiere aveva previsto. L’ometto era senz’altro il giudice Forlacroix. E quello che trascinava nel fango era certamente il corpo inerte di un uomo!.
Maigret si
ritrova ospite in quella stessa casa dove sarebbe pure avvenuto un
crimine e, senza che se ne renda nemmeno bene conto, si ritrova
immerso in una sensazione strana, lontana mille miglia dalla realtà:
il padrone di casa lo invita ad entrare, gli offre un liquore .. non
ha quell'atteggiamento che ci si aspetta da un sospettato. Come se
dentro quel sacco non ci fosse un corpo:
Fu in quel preciso momento che Maigret si rese conto della situazione. Vide se stesso sprofondato in una poltrona, le gambe allungate verso il fuoco, a riscaldare il suo Armagnac nel cavo della mano. Si accorse di non essere lui a parlare, a fare domande, bensì quell'ometto minuto e calmo, lo stesso che, pochi istanti prima, stava trascinando un cadavere verso il mare.
Chi è il morto e chi lo ha ucciso?
Che segreti nasconde quella casa, la
casa del giudice, dove vive assieme alla figlia Lise, chiusa a chiave
nella sua stanza, per impedire a lei di uscire o forse ad altri di
entrare …
Un'indagine che rimette in moto Maigret
e gli permette di uscire anche dalla noia in cui rischiava di
sprofondare dopo quei mesi di esilio:
“Da quanto tempo non gli capitava
più di entrare in una casa, come aveva fatto poco prima, di fiutare
intorno, di camminare avanti e indietro, grave e paziente , finché
l'anima e delle persone e delle cose non avesse più segreti per
lui?”
Certo, qui ad Anguillon, un
piccolo villaggio dove tutti vivono grazie alla pesca e agli
allevamento di molluschi, non può affidarsi alla sua ben rodata
squadra:
“Un po' di nostalgia la provava, certo. A Parigi avrebbe avuto a disposizione tutta la sua squadra, ragazzi in gamba che conoscevano i suoi metodi, e con i quali non aveva bisogno di aprir bocca: Lucas appena promosso di grado, Janvier, Torrence, quelli della scientifica ..Qui, invece, dovettero aspettare fino a mezzogiorno l'arrivo del fotografo, e il gendarme messo di guardia davanti la casa del giudice squadrava i passanti con un'aria così truce che al caffè all'angolo subodorarono subito qualcosa.”
Qui l'indagine si
svolge tutta dentro quelle quatto case del paese: l'albergo dove
alloggia, la casa del giudice, quella del figlio Albert, che vive per
conto suo .. e si dovrà far aiutare dai due coniugi Hulot,
dall'ispettore Mejat (con le sue scarpe dal colore bizzarro).
Un mondo chiuso, come quello dentro le
palle di vetro che, se le rovesci, vedi scendere la neve. Un mondo
dove tutti si conoscono e dove ogni azione si ripete, giorno dopo
giorno, da anni, grazie a secolari tradizioni.
Un mondo che nasconde storie di amori e sofferenze, che riguardano direttamente la famiglia Forlacroix: i problemi di mente della figlia Lise, l'odio del figlio Alberto verso il giudice. E anche vecchie storie di tradimenti e di abbandoni ...
Un mondo che nasconde storie di amori e sofferenze, che riguardano direttamente la famiglia Forlacroix: i problemi di mente della figlia Lise, l'odio del figlio Alberto verso il giudice. E anche vecchie storie di tradimenti e di abbandoni ...
E' lo
stesso Albert che suggerisce al commissario di indagare su un certo
Marcel, un altro pescatore del paese, innamorato di Lise nonostante
l'aspetto e i modi rozzi.
Sospetti
che si aggravano, dopo la scomparsa del ragazzo ..
Ma
questo non spiega il perché del delitto né chi sia il morto e
nemmeno riesce a dare una spiegazione a quell'atmosfera che si
respira dentro la casa, di opulenta agiatezza:
“Insomma, una persona dai modi raffinati, colta, pacifica, al termina di una partita a bridge si trova quel gigante di figlio seduto sull'ultimo gradino della scala e non si sorprende minimamente...Il mattino dopo apre una porta e scopre il cadavere di uno sconosciuto, anzi, di un uomo assassinato.Non si scompone, non ne parla con nessuno, va a fare la solita passeggiata con la figlia!Aspetta che la marea sia favorevole e cuce il cadavere dentro a due sacchi. Poi ..Ha la polizia in casa. Spunta fuori il figlio, un esaltato. Sfonda la porta della camera da letto. Risulta che un uomo vi ha trascorso parte della notte.E lui rimane calmo. Le domestiche arrivano come al solito e si mettono tranquillamente a fare le pulizie di casa. La ragazza dal seno nudo suona il pianoforte. Il padre non trova di meglio che chiudere a chiave la porta della lavanderia con dentro il cadavere...”
Muovendosi la Vandea e Versailles,
prima dimora dei Forlacroix, Maigret metterà assieme tutti i
tasselli della storia e arriverà alla soluzione del caso. Anche per
un senso di riscossa personale:
Era tutto finito. Forse non avrebbe mai più rimesso piede a l'Anguillon, che per lui sarebbe divenuto uno di quei paesaggi racchiusi in una sfera di vetro: lontani, minuscoli, ma di una precisione estrema. Un mondo in miniatura, fatto di gente venuta da ogni parte .. Il giudice accanto al camino … Lise nel suo letto, con le labbra carnose, le pupille cosparse di pagliuzze dorate e il seno turgido …
La scheda del libro
sul sito di Adelphi.
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