12 aprile 2017

Questa voglia di disintermediare

Una cosa in comune c'è tra l'ex segretario candidato e il garante padrone del M5S, Renzi e Grillo intendo.
La parola è disintermediazione.

A che serve la libera informazione quando c'è  già pronto il blog con tutte le informazioni?
Da una parte il blog dall'altra il blog, il #Matteorisponde e i quotidiani che fanno da grancassa: entrambi i leader (e i loro fans) dimostrano una certa allergia quando le domande sono scomode. Una esempio fatto già ieri sera durante la trasmissione Gazebo: se le domande sono di Report, ad arrabbiarsi è il Pd e il suo tesoriere, mentre a far la parte del difensore della stampa è il movimento.
Quando invece sono due esponenti del M5S che tampinano il direttore Orfeo (TG1) reo (secondo il movimento) di censurare l'inchiesta Consip, i ruoli si invertono.
Il Pd dalla parte della stampa libera.
Il movimento contro "certi giornalisti" .

In questo modo tutto, il caso Consip, il caso Raggi, le manovrine del governo, i dati dell'occupazione, l'inchiesta di Report sugli intrecci tra Pessina Unità e appalti viene trattata alla stessa maniera. Come maniera da tifo da stadio.

L'inchiesta consip diventa la storiella del magistrato che, assieme al carabiniere amico di Travaglio ha orchestrato tutto per infangare un partito.
Eversione, si è scritto..
Manco fossimo tornati ai tempi di Piazza Fontana.

Servirebbe un'informazione libera da condizionamenti che racconti i fatti e aiuti le persone a costruirsi una sua opinione.
E una classe politica che accettasse l'intromissione della stampa, come un fatto naturale.

Ma qui torniamo alla disintermediazione, alla voglia di parlare direttamente col popolo, togliendo di mezzo quanti (la stampa, i sindacati, gli stessi organi intermedi nei partiti) si mettono di mezzo.

Lo scontro tra i due giornalisti Lavia e Travaglio a Di martedì: manettaro vs asino



(i garantisti di oggi sono quelli che ieri invocavano dimissioni e manette a Roma)

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