"La tanto attesa inchiesta su
Eni, finalmente!"
Due importanti inchieste che toccano
una delle più importanti aziende di stato italiane, l'Eni, lo stato
parallelo.
La prima sulla presunta tangente in
Nigeria, la seconda che tocca il salvataggio de l'Unità.
Il terzo servizio si occuperà di
dispositivi medici non a norma.
Ma la puntata si aprirà col consueto
appuntamento con Sabrina Giannini e "Indovina
chi viene a cena": gli insetti potrebbero essere il cibo
del futuro, un nuovo trend alimentare.
Magari ci fanno impressione, ma ancora
più impressione dovrebbe farci il sapere che già li mangiamo.
Il secondo capitolo della (presunta)
tangente Eni in Nigeria
Report si era occupata di Eni e del
giacimento nigeriano OPL 245 a fine 2015, nel servizio "La
trattativa" e prima ancora col l'inchiesta di Paolo Mondani
sui suoi rapporti con la Russia in "Ritardi
con Eni".
Per seguire le tracce della tangente da
un 1 miliardo di euro, i giornalisti si sono mossi dall'Inghilterra,
alla Svizzera, agli Stati Uniti al Congo.
Nel paese africano sono stati
arrestati, il loro materiale sequestrato (ma sono comunque stati in
grado di recuperare parte del girato).
L'inchiesta che seguiremo questa sera
che si avvale di testimonianze importanti: un dirigente dell'Eni, un
avvocato di Ginevra, un testimone e di un fiduciario, un agente
dell'FBI americano.
Con un documento confidenziale di ex
agenti dell'Mi6 (i servizi inglesi): dove è scritto che la
trattativa per il giacimento in Nigeria sarebbe frutto di un accordo
tra Berlusconi e Putin.
La scheda del servizio:
“UN AEREO PER IL PRESIDENTE” Di Luca Chianca
Report sulle tracce della tangente descritta come la più grande al mondo. Parliamo del miliardo di dollari che sarebbero stati pagati da Eni per l'acquisto di un blocco petrolifero in Nigeria. Soldi che non sarebbero andati nelle tasche dei cittadini nigeriani, ma nella disponibilità dell’ex ministro del petrolio Dan Etete. Seguendo la pista del denaro ci siamo ritrovati a Londra, Ginevra, Lugano, New York, Washington e a Pointe-Noire in Congo-Brazzaville, dove i nostri inviati sono stati arrestati dai servizi di sicurezza poche ore dopo l'intervista a Fabio Ottonello. L’imprenditore italiano in Congo è stato indicato dall’ex dirigente Eni Vincenzo Armanna come il proprietario dell’aereo che avrebbe riportato cinquanta milioni di dollari in Svizzera. Secondo Armanna, conoscitore di tutta la trattativa, sarebbe una parte della tangente tornata nella disponibilità dell’allora top manager Paolo Scaroni. Report ha incontrato i protagonisti e interpreti di questa vicenda: un noto avvocato ginevrino, un fiduciario svizzero del vice console italiano in Nigeria Gianfranco Falcioni, il diplomatico che ha tentato di far transitare il miliardo di dollari sui conti della Banca Svizzera Italiana di Lugano. Per conto di chi l’ha fatto? Report è entrata in possesso di un'intercettazione di Ben Van Beurden, l’amministratore delegato di Shell socia di Eni nell’affare, che al telefono parla del coinvolgimento di ex agenti dei servizi segreti inglesi nella trattativa. Gli ex dell’Mi6, in un rapporto confidenziale di cui Report è entrato in possesso, scrivono che la trattativa in Nigeria di Eni sarebbe frutto di un accordo tra Berlusconi e Putin. Infine negli Stati Uniti abbiamo realizzato un'intervista esclusiva all'investigatrice dell'Fbi che ha tracciato tutti i giri per il mondo dei pagamenti in dollari fatti con i soldi dell'Eni.
Il secondo servizio di Emanuele Bellano
riguarda il proprietario del giornale l'Unità: un'anticipazione
qui
La scheda del servizio: “L’UNITÀ
IMMOBILIARE” Di Emanuele Bellano
Salvare un grande giornale di partito dal crac è qualcosa che serve a garantire il pluralismo o invece piuttosto a gonfiare il portafoglio dei privati accorsi al capezzale? Nel 2014 L'Unità è sull'orlo del fallimento. Le rotative del giornale di riferimento della sinistra italiana di cui è socio il Partito Democratico si fermano e il quotidiano non va in edicola per alcuni mesi. Il salvataggio avviene all'inizio del 2015. Il nuovo socio finanziatore è il costruttore milanese Massimo Pessina insieme al suo braccio destro e amministratore delegato Guido Stefanelli. Come sono cambiate le sorti della Pessina Costruzioni da quando i suoi proprietari sono diventati soci del Partito Democratico?
Su Reportime, un frammento del servizio
Un'altra importante inchiesta che tocca
la nostra salute e la sanità: ci sono dispositivi chirurgici fuori
norma ma i medici non solo sanno.
È mai possibile che nelle sale operatorie degli ospedali entrino dei dispositivi medici non a norma? Si tratta di dispositivi medici invasivi. L'inchiesta di Report racconterà come attraverso trucchi è possibile aggirare i controlli e ottenere la certificazione europea. Scopriremo anche che sono avvenuti incidenti in sala operatoria che non sono stati segnalati dai medici.
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