17 settembre 2017

Le parole sono impostanti - il golpe nel caso Consip

Ospite in una trasmissione televisiva, l'ex ministro Fornero ha tirato fuori la formula morettiana per cui “le parole sono importanti”, pesano come pietre, non si possono usare come armi.
Si riferiva, nel suo caso, alle critiche fatte alla sua riforma delle pensioni e ai riflessi sul livello occupazionale.

Le parole sono importanti e non andrebbero usate a casaccio: usare l'espressione golpe, colpo di Stato, come in questo momento parte del PD sta facendo, a seguito di alcuni articoli di giornale sul caso Consip.
Strana inchiesta, quella sul mega appalto della centrale di acquisti: appalto condizionato da corruzione, sostengono i magistrati di Napoli, per favorire l'imprenditore napoletano Romeo.
Inchiesta minata da una fuga di notizie che ha rivelato ai vertici Consip la presenza di cimici: una fuga di notizie che sarebbe passata da due generali dell'arma e da un ministro, Lotti.
Inchiesta finita nel dimenticatoio e che ritorna alla luce del sole, come un fiume carsico, solo quando si deve attaccare il magistrato Woodcock e i carabinieri del NOE che l'hanno portata avanti nella prima fase.
Come sta succedendo adesso: una verbale sulla deposizione del pm Musti è passato dal CSM alla procura di Roma, che sta indagando proprio Woodcock, e poi è finito subito nelle mani dei giornalisti del Corriere e Repubblica.
Diversamente da quanto successo a MarcoLillo, giornalista del Fatto Quotidiano, nessuno ha aperto un fascicolo su questo fatto (a meno che siano fascicoli pubblici e allora vorrei leggerne l'intero contenuto, non un riassunto di un giornalista).

Il NOE, e in particolar modo gli ufficiali Di Caprio e Scafarto ha dunque portato avanti una loro batttaglia contro il governo Renzi? Volevano arrivare a lui per farlo cadere?
Le parole sono importanti e vanno usate con cautela, la stessa cautela che si usa quando ad essere indagati sono generali dell'arma, ministri e sottosegretari, per esempio.
Le parole sono importanti anche perché in questo caso rivelano una assonanza al gergo berlusconiano, quando qualche procura apriva un fascicolo nei suoi confronti.
Il golpe della magistratura.
Far cadere il governo con inchieste pilotate.
Un deja vu che non è mai andato in pensione (ancora pochi giorni fa ad otto e mezzo, Tremonti rispolverava il golpe del 2011..).

Ricordo che in questo paese l'unico golpe che è riuscito è stato quello portato avanti da milizie male armate, col capo della rivoluzione che è sceso a Roma con un treno espresso. La marcia su Roma.
Se dobbiamo parlare di colpi di stato dobbiamo ricordare il piano Solo del generale De Lorenzo, nel 1964,che aveva dietro il presidente della Repubblica Segni.
La stagione stragistica degli anni settanta, con le bombe e il terrore usati per spostare il baricentro della politica.
La successiva stagione delle stragi mafiose del 1992-1993: altre bombe usate dalla mafia per condizionare il governo italiano e arrivare a nuovi patti.
E cosa è stata la P2, la loggia segreta i cui esponenti erano entrati dentro i servizi, le banche, i giornali, i partiti, se un tentativo di condizionare la politica in modo opaco e anche eversivo?
E i dossier su cui avrebbe messo le mani Massimo Carminati, quelli rubato nel caveau del Tribunale romano? Secondo Lirio Abbate sarebbero stati usati come arma di ricatto (sarà un caso, ma nei processi successivi fu sempre assolto..).

Vedremo se il caso Consip si inserisce in questo filone storico, se è stato veramente un tentativo di condizionamento della politica usando un'inchiesta della magistratura (che rimane aperta, un dirigente Consip ha appena patteggiato).
Lo dirà la procura di Roma che (un po' come succedeva negli anni 70, vedi i ricorsi storici) ha preso in mano l'inchiesta.

Usare il caso Consip come parafulmine per non parlar d'altro (magari del caso di corruzione dietro), sarebbe ridicolo oltre che poco utile per il paese.

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