Sono le veriche che l'ARPA (l'agenzia regionale che si occupa del monitoraggio della qualità dell'aria, tra le altre cose) a seguito dell'incendio nel deposito rifiuti che ieri si è incendiato.
Proprio nel giorno in cui la stessa ARPA avrebbe dovuto fare i suoi monitoraggi.
E' stata un'estate particolarmente sfortunata questa, per i depositi di rifiuti: sono decine i casi di incendi, in diversi rsiti in diverse regioni d'Italia.
Quelli che hanno fatto più rumore sono stati l'incendio alle porte di Milano, che ha spaventato i milanesi (ma solo per un giorno) e l'incendio a Pomezia, vicino Roma. Sempre impianti per rifiuti speciali.
Sempre in provincia di Pavia, a Sannazzaro, nel febbraio scorso era scoppiato un incendio alla raffineria Eni.
Come negli altri casi, nessun morto, nessun ferito, solo tanta paura per le persone che vivono a fianco di queste strutture per quelle nubi di fumo che si alzano verso il cielo.
Il rischio è l'inquinamento di diossina, con tutte le conseguenze per la nostra salute.
Quali le cause di questi roghi?
Se escludiamo, per non offendere la nostra intelligenza, il caso e l'autocombustione, rimane l'ipotesi di incendi appiccati per nascondere una cattiva gestione di rifiuti industriali.
Un bel fuoco e via, nessuno controllo: per molti impianti la spazzatura è oro, finanziata col soldi pubblici, mentre il corretto smaltimento è solo un costo.
E tutto questo poi spinge anche alla realizzazione di altri inceneritori, come hanno fatto tutti gli ultimi governi.
Certo, potrebbe anche essere un caso, a Mortara come negli altri casi: vista la vastità dell'aria colpita sarà difficile capire se l'incendio è veramente doloso.
In ogni caso la magistratura aprirà una indagine sull'ipotesi di disastro ambientale: esiste una legge del 2013 sui roghi che però punisce solo chi appicca il fuoco su rifiuti abbandonati, la solita scappatoia all'italiana.
Di certo c'è che questa non è una vera emergenza, come l'invasione degli immigrati, le malattie che portano, i terroristi che sbarcano sui barconi ...
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