Mi tornano ancora in mente i servizi di Iacona
in Calabria, quando con la serie Viva l'Italia girava il sud o quando
in “Pane e politica” spiegava in prima serata Rai, cosa
fosse la politica, in che modo si eleggevano sindaci, in che modo si
raccoglievano i voti. Come vengono occupate tutte le poltrone nelle
società partecipate, nelle Asl, seguendo la tessera giusta e non il
merito.
La politica che risponde solo a sé
stessa, che si autoalimenta e fagocita tutte le risorse pubbliche
sperperate in arricchimenti personali.
E poi la ndrangheta: un'immagine che mi
aveva colpito era quella del procuratore Gratteri
intervistato a Locri in una piazza vuota, alle spalle un'auto
della polizia. Ne hanno mandato una nuova, solo perché c'era la
televisione, l'amaro commento del pm antimafia.
Che più e più volte ha chiesto
alla politica di fare qualcosa, portando il suo contributo per
una serie di riforme che aiutassero il contrasto alle ndrine: erano
gli anni dell'omicidio Fortugno (il vicepresidente della regione,
vittima di giochi politici), della strage di Duisburg (un errore
della ndrangheta, perché ha riacceso i riflettori dei media e della
politica), dell'indulto.
La ndrangheta e la cattiva politica,
quella locale che si alimenta dei voti portati dalla criminalità e
anche quella nazionale, che sui pacchetti di voti locali basa le sue
liste, viaggiano a braccetto.
Non ci sarebbe l'una senza l'altra: se
le regioni del sud sono così staccate da quelle del nord per
disoccupazione, pil, livello dei servizi (dagli ospedali fino al
servizio idrico) è perché ancora oggi non si è fatta alcuna
pulizia all'interno dei partiti.
E perché ancora oggi si fa fatica a
fare quelle leggi a contrasto (vero) della criminalità: verrà forse
approvata il nuovo codice antimafia ma verrà subito annacquata la
norma sul sequestro dei beni (che tra l'altro lo Stato non è nemmeno
in grado di gestire, come
raccontato sempre da Presa diretta).
Il codice penale è ancora infarcito di
cavilli, di possibilità di patteggiamento (che fa comodo solo a chi
compie il reato e non allo Stato), è rimasta la prescrizione che
uccide i processi che devono essere celebrati.
Gratteri (mancato ministro del governo
Renzi,
per colpa del presidente Napolitano)
ha provato a proporre ai vari governi le sue idee, che al momento
sono rimaste lettera morta
“Abbiamo cercato di far funzionare il codice di procedura penale perché il motivo principale per cui i reati si prescrivono è che i processi non si celebrano per cose banali, apparentemente irrilevanti.Per esempio quando uno dei tre componenti del collegio cambia, il processo ricomincia da capo. E intanto i mesi passano e il reato si prescrive. Ogni giorno in Italia ci sono 44mila uomini della polizia penitenziaria, 10mila diquesti ogni mattina sono in giro per l’Italia perché devono portare l’imputato o il testimone di giustizia in aula a testimoniare. Tutto questo costa 70 milioni di euro l’anno. Soldi con cui potremmo assumere –prosegue Gratteri cancellieri, segretari, uomini della polizia penitenziaria. Questo è un solo articolo della riforma, passato alla Camera e fermo al Senato”
Ma cosa è la ndrangheta? Quanto è
forte la sua presenza sul territorio, nell'economia (in Calabria ma
anche nelle altre regioni del nord)?
Durante la puntata “ndranghetisti”,
il comandante Reda della GDF spiegava che “la Calabria è
l'ultima regione d'Europa.. la Calabria è povera ma i boss sono
ricchi”.
Boss ricchi che magari vivono in case
senza intonaco (come nel film di Munzi "Anime nere") o che si trincerano in bunker.
La ndrangheta non è solo Calabria: è
entrata nei mega appalti di Expo, nelle opere per l'alta
velocità.
Recentemente si è concluso un processo
sulle ndrine in provincia di Mantova, con la condanna del boss Grande Aracri.
La linea della Palma di cui parlava
Sciascia a superato (e da un bel pezzo) le rive del Po, ha
attecchito saldamente nelle regioni del nord, a Milano,
a Torino
in Liguria.
In Brianza è già finito nel
dimenticatoio lo choc dell'inchiesta Infinito, con la misera fine
dell'impresa “Perego strade”.
Gli uomini della ndrangheta sono qui,
in questo tessuto dove hanno trovato terreno fertile, negli
imprenditori che non denunciano le minacce e le estorsioni. Nella
politica locale (vi ricordate ancora il consigliere regionale
Zambetti?). Aveva perfino aperto una sua banca a Seveso.
La ndrangheta come portatrice si
servizi, in concorrenza con lo Stato: che siano soldi, voti,
smaltimento rifiuti, costruzioni, logistica, recupero crediti.
Per combattere la ndrangheta la prima
cosa che serve e prendere consapevolezza del fenomeno.
E capire come si muove, con chi cerca
contatti e in che modo, a quale livello riesce accedere dentro le
stanze del potere.
L'inchiesta di questa sera di Presa
diretta ci fa fare un salto in avanti nella conoscenza delle ndrine e
dei boss, ci porterà a conoscenza di un livello superiore, La Santa:
una specie di camera di compensazione dove si incontrano boss,
massoni, uomini della finanza.
“Tra i nominativi degli iscritti alle
logge massoniche della Calabria e della Sicilia, ci sono alcuni
condannati per 416 bis” - racconta Rosy Bindi presidente della
commissione antimafia alla giornalista Raffaella Pusceddu. Mafiosi e
massoni dentro loggie ufficiali.
Dentro queste stanze del potere
criminale si decide la politica criminale su appalti, voti, partiti e
lista da supportare.
Tutto questo mentre a Roma, in
Parlamento, si fa ancora fatica a parlare di mafia, di confisca ai
beni dei mafiosi e di quella zona grigia che li supporta, di
prescrizione e di voto si scambio.
Con l’inchiesta I MAMMASANTISSIMA, PresaDiretta torna sul terreno della lotta alla criminalità organizzata. Una vera e propria spy story, nella quale si intrecciano la politica, la ‘ndrangheta e la massoneria.Sulla ‘ndrangheta si è detto e visto molto, sappiamo della sua pervasiva capacità di infiltrarsi nelle istituzioni e negli appalti, di lucrare sulla spesa pubblica, di gestire il traffico internazionale di droga, conosciamo la sua abilità nel cambiare pelle e il suo fiuto per gli affari.L’inchiesta di PresaDiretta prova a fare un passo avanti, entra nelle stanze segrete del potere politico criminale per raccontare chi sono quelli che le abitano, i Mammasantissima.A PresaDiretta, il racconto del livello segreto, il supervertice criminale, in cui si sono fusi ‘ndrangheta, massoneria deviata e politica, all’interno del quale si decide tutto: strategie economiche e politiche a livello nazionale.Un’inchiesta ricca di rivelazioni, intercettazioni, testimonianze di pentiti e di latitanti.Ma in Calabria c’è anche chi resiste. C’è una parte della società civile che combatte con il cuore e con la testa per cambiare le cose e una parte dello Stato che ha messo nel mirino i Mammasantissima.In questa eccezionale puntata di PresaDiretta alcuni dei testimoni più importanti dell’impegno dello Stato nella lotta contro la criminalità organizzata come la presidente della Commissione Antimafia Rosy Bindi e Giuseppe Lombardo, Procuratore aggiunto di Reggio Calabria, che da anni indaga il livello più evoluto della criminalità e conosce i territori segreti dell’Anti Stato.In Studio, ospite di Riccardo Iacona, il Procuratore della Repubblica di Catanzaro Nicola Gratteri, uno dei magistrati più noti e in prima linea nella battaglia contro la ‘ndrangheta.“I MAMMASANTISSIMA”, è un racconto di Riccardo Iacona con Danilo Procaccianti, Raffaella Pusceddu, Fabrizio Lazzaretti, Elisabetta Camilleri, Raffaella Notariale, Massimiliano Torchia
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