Epigrafe di Salvatore Quasimodo
Questa è memoria di sangue
di fuoco, di martirio,
del più vile sterminio di popolo
voluto dai nazisti di von Kesselring
e dai loro soldati di ventura
dell’ultima servitù di Salò
per ritorcere azioni di guerra partigiana.
I milleottocentotrenta dell’altipiano
fucilati ed arsi
da oscura cronaca contadina e operaia
entrano nella storia del mondo
col nome di Marzabotto.
Terribile e giusta la loro gloria:
indica ai potenti le leggi del diritto,
il civile consenso
per governare anche il cuore dell’uomo,
non chiede compianto o ira,
onore invece di libere armi
davanti alle montagne e alle selve
dove il Lupo e la sua Brigata
piegarono più volte
i nemici della libertà.
La loro morte copre uno spazio immenso,
in esso uomini di ogni terra
non dimenticano Marzabotto,
il suo feroce evo
di barbarie contemporanea.
Salvatore Quasimodo [presa dal sito del comune di Marzabotto]
L'epigrafe di Quasimodo è dedicata alla strage di Marzabotto: l'eccidio degli abitanti di questo paese (e di altri comuni limitrofi) avvenuto tra il 29 settembre al 5 ottobre del 1944 per opera della XVI divisione Reichsführer (già all'opera a S. Anna di Stazzema).
La memoria per la guerra di liberazione, per ricordare le stragi nazifasciste è memoria di sangue.
Il sangue dei partigiani, delle vittime innocenti, di quanti hanno lottato contro l'occupazione, contro il fascismo.
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