13 settembre 2017

Il partito zelig

Sullo Ius soli (che poi sarebbe corretto chiamare ius culturae, la cittadinanza solo alla fine di un ciclo di studi completo) il segretario del PD Renzi era stato netto: "Non rinuncio a un'idea per un sondaggio". Il sondaggio parlava dello ius soli e del gradimento degli italiani.

E invece no, il PD, l'argine ai populisti, alle forze anti sistema, il partito dei diritti civili e dell'ambientalismo ha messo una pietra sopra lo ius soli, rinviato (in Senato) a dopo le elezioni in Sicilia, cioè mai.
La discussione in Senato è stata spostata in Senato dove, invece, si discuterà di banche e della mozione di AP che propone di interdire dalla professione i cattivi amministratori di banca (delle banche finite in liquidazione o commissariate).
Come il padre del sottosegretario Boschi: siamo maliziosi a pensare che per capigruppo e segreteria sia più importante Boschi che non l'integrazione degli immigrati. Ma forse non siamo distanti dalla realtà.
In Senato c'è il rischio di finire sotto.
E poi c'è la percezione di paura degli italiani (come titola Repubblica)..

Il PD si conferma il partito Zelig, senza valori (o meglio, che cambia idea a seconda di come cambia il vento): ambientalista ma a favore delle trivelle e con i governatori delle regioni che cementificano le coste e i territori (in Sicilia, in Liguria, in Campania).
A favore della legalità e della trasparenza ma poi tira fuori la norma bavaglio sulle intercettazioni.
A favore dei diritti civili (lo scorso governo ha approvato la norma sulle unioni civili) ma non per il reato di tortura in Italia e nemmeno in Egitto (visto come si è comportato il nostro governo sul caso Regeni).

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