Vi farò conoscere un'Italia
protetta, un tesoro inestimabile da difendere con le unghie e con i
denti! - quanto è contagioso l'entusiasmo di Riccardo Iacona
quando parla del suo lavoro e di quello dei suoi giornalisti?
Un lavoro prezioso perché ci racconta,
nell'inchiesta di questa sera, di quel tesoro che dà vita al
nostro paese, lo rende unico. Dai ghiacciai, alle foreste con alberi
secolari, alla fauna con una biodiversità che significa ricchezza.
L'anteprima del servizio
Gli alberi – la più grande riserva
forestale in centro Italia.
In centro Italia, tra Emilia e Toscana
c'è la più grande riserva boschiva italiana: la foresta
casentinese.
1357 specie censite, tra cui il raro
gambero di fiume: tutto questo è dovuto al lavoro degli alberi, le
radici che si intrecciano tra di loro trattenendo il suolo e l'acqua.
Il suolo più ricco d'Italia, la prima
riserva naturale italiana di 36mila ettari: bacini, alberi
bellissimi, secolari, cresciuti in totale solitudine, fino a 550
anni.
Alberi che hanno visto il Rinascimento
con la chioma ancora verde: allo Stato costa 2,2 milioni di euro
l'anno, mantenere questo pezzo d'Italia.
Soldi che creano altri soldi: per il
turismo, per la fotosintesi, per i progetti europei.
2,7 milioni che producono 50 ml, senza
distruggere niente, una ricchezza che si autoalimenta: conviene
investire negli alberi, non solo qui ma nell'Italia.
Al CNR hanno raccontato di come le
foreste assorbono il 30% di co2 dell'atmosfera: le foreste hanno
contribuito alla diminuzione degli inquinanti dell'aria.
Ma ci sono gli incendi: piante
distrutte, 130ml di tonnellate di co2 nell'atmosfera, la morte delle
api, il turismo che sfugge, persone da evacuare, persone che sono
morte.
Ci vorranno decenni perché tornino gli
alberi, dove ora c'è solo la cenere: ecosistemi che si interrompono
e ora, con le prime piogge, la terra del Vesuvio è venuta giù.
Come difendere gli alberi, gli
ecosistemi, l'acqua dei ghiacciai?
Il parco nazionale dello Stelvio
– 130 mila ettari di zona protetta, la più grande riserva d'acqua,
per i ghiacciai.
Come il ghiacciaio dei Forni, a 3000
metri: l'acqua rilasciata dal ghiacciaio filtra dappertutto fino a
diventare un torrente.
È il secondo ghiacciaio della
Lombardia, in diminuzione: porta l'acqua in tutta la Lombardia, che
alimenta a valle delle dighe.
Qui si produce l'energia per 560mila
abitanti della regione: copre il 15% del fabbisogno nazionale, senza
inquinare e senza mettere co2 nell'aria.
Energia rinnovabile, finché ci sono i
ghiacciai.
Ghiacciai che alimentano fiumi come
l'Adda: anche lui fornisce energia pulita per le aziende del
milanese, fornisce l'acqua presa dai pozzi di Milano. Acqua pubblica
e anche in gran quantità, perché la falda si sta alzando.
Tutto merito delle Alpi e dei fiumi: se
si interrompesse anche l'acqua a Milano si ridurrebbe.
Beviamo in un istante il lavoro
naturale di centinaia di anni – il commento di Iacona.
Il capitale naturale del nostro paese è
costituito da quel decimo di territorio di ghiacciai, parchi, alberi.
Cosa cambia se non ci fossero gli animali?
Il parco nazionale d'Abruzzo – la
Majella.
Qui nel parco vivono i lupi, studiati
dagli studiosi: vengono catturati, monitorati, controllati coi radio
collari.
Un territorio forgiato fa forze
immense, che ha spinto le montagne fino a 3000 metri, in mezzo ad
altri due parchi, quello dell'Abruzzo e quello del Gran Sasso.
Foreste, canyon, montagne e colline:
oltre ai lupi, qui si trovano gli orsi, anch'essi monitorati dal
personale faunistico.
E anche i camosci, le loro prede che
vivono sulle cime delle montagne: per vederli, sulla cima
dell'Acquaviva, a 2700 metri, il giornalista si è dovuto alzare alle
5 di mattina.
La reintroduzione dei camosci sta
salvando la montagna: animale da preda per lupi e aquile, ma anche
per preservare i pascoli.
Tutto questo ecosistema è messo a
rischio dall'uomo: col bracconaggio, per gli incendi che spingono gli
animali verso zone fuori dal loro territorio. O vengono attirati da
rifiuti industriali, animali morti e gettati in fosse fuori dagli
stabilimenti.
L'incendio sulla Majella è iniziato il
18 agosto ed è continuato a bruciare fino a pochi giorni fa:
l'incendio del Morrone ha avuto delle caratteristiche particolari
quest'anno.
Ci sono stati più inneschi, in alta
montagna: questo ha reso difficile il contenere il fuoco, un atto
contro il parco e contro il nostro capitale naturale.
Come un ladro che entra in casa e ti
porta via i gioielli.
Serve proteggere la natura: è anche un
investimento in posti di lavoro qualificati, biologi, veterinari ..
Per fortuna la lupa battezzata
Presadiretta, in onore alla trasmissione, sta bene, vive in un branco
riproduttivo, con dei cuccioli.
I ghiacciai che si sciolgono
Fino a qualche decina di anni fa il
ghiacciaio dei Forni era vasto e copriva l'intera vallata: ora questa
è colonizzata dagli alberi, testimonianza dell'innalzamento della
temperatura anche a queste quote.
Le rocce iniziano ad affiorare: quello
che preoccupano gli scienziati è la velocità con qui il ghiaccio si
scioglie, si stima che entro il 2100 non ci saranno più ghiacciai
sulle Alpi.
Basta acqua dalle montagne, rimarrà
solo quella delle piogge: tutto per colpa delle temperature in
crescita.
Al CNR Iacona è andato a vedere quanta
acqua si produce in Italia: ne abbiamo tanta, più di Italia e
Grecia, 139mld di metri cubi. Ma non è una riforma infinita: il
consumo idrico è quasi allo stesso livello, 132 mld. Quando non ci
saranno ghiacciai, che acqua consumeremo?
Questa estate è stata anche quella
della siccità: l'acqua del Po ai minimi, campi con la terra
spaccata, terra bruciata, coltivazioni perse per 2 miliardi.
Senza l'erba sui campi, anche le api
vanno in crisi e gli apicoltori le devono alimentare in modo
artificiale.
Roma ha rischiati di rimanere
senz'acqua, che arrivava anche dal lago di Bracciano: ora l'acqua del
lago è sporca e il livello si sta abbassando.
Ma l'acqua è mancata in tutta Italia:
cosa possiamo fare contro l'innalzamento delle temperature, contro la
co2?
Milano – aqua e aria
Metropolitane milanesi gestisce l'acqua
a Milano: l'azienda ripulisce anche le acque reflue, senza
inquinanti, acqua che arriva alle aziende agricole della provincia,
fino a Lodi.
I depuratori e la fognatura sono
fondamentali per gestire l'acqua pubblica in modo efficiente:
l'acquedotto ha una perdita del 12%, un gioiello, rispetto a quanto
succede in altre regioni.
A Milano non si spreca l'acqua!
Meno bravi con l'aria: qualcuno ha
deciso di dire basta, però.
L'associazione “Cittadini per
l'aria” ha monitorato l'aria in città: una campionatura della
metropoli, che ha fatto emergere l'innalzamento di livello di No2,
specie nelle strade trafficate.
Un inquinamento che è omogeneo in
tutta la città, anche di fronte alle scuole a gli asili nido.
Malattie respiratorie, negli adulti e
nei bambini e anche morti.
Bambini che si ammalano, che
interferiscono col nostro cervello, nell'apprendimento e nello
sviluppo cognitivo, nel recepire gli stimoli: dovremmo tenere le
macchine lontane dalle scuole, anche solo di 100 metri, dovremmo
mettere più siepi.
Questa associazione ha denunciato la
regione Lombardia per l'inquinamento: il piano “padano” prevede
un blocco degli euro 3 ma solo nel 2018.
L'assessore Terzi ha raccontato al
giornalista il piano della regione: il traffico, l'agricoltura per il
pm 10 e il riscaldamento domestico.
Gli inquinanti sono sopra la soglia,
per pm10 e no2, anche se sono in diminuzione in questi anni –
assicura l'assessore.
Ma nel frattempo stiamo respirando
questi inquinanti e anche i nostri figli: dovremmo mettere in pista
interventi più radicali, ma non possiamo bloccare la Lombardia.
Colpa delle direttive europee –
sostiene la Terzi: peccato che la regione abbia finanziato e messo a
cantiere tante autostrade, spesso anche inutili.
In comune hanno raccontato il blocco
degli euro 2 ed euro 3: troppo poco e troppo tardi, anche se Milano è
l'unica città che sta facendo qualcosa.
Se la gente portasse avanti questa
battaglia in altre città, la politica farebbe qualcosa di più serio
per l'inquinamento: Oslo ha detto basta alle macchine, nemmeno quelle
elettriche.
Gli studi degli scienziati di
Bologna.
Il professor Balzan ha raccontato il
lavoro del chimico Ciamician, sulle energie rinnovabili, dalla
fotosintesi: ha deciso di dire la sua alla politica, rinfacciando le
loro responsabilità sui cambiamenti.
Sul continuare ad insistere sui
combustibili fossili, che dovremmo iniziare ad abbandonare: dovremmo
puntare sulle energie rinnovabili, dal sole, dall'acqua, dall'aria.
La politica industriale di questo paese
punta ancora su metano e petrolio (dal mare): questi scienziati hanno
scritto a Gentiloni, invitandolo a puntare sulle energie
rinnovabili, che creerebbero posti di lavoro.
Esiste un sito, Energie per
l'Italia, dove si può firmare la petizione, per spingere la
politica a fare di più.
Meno sprechi, meno consumo di beni, più
riciclo, più energie rinnovabili.
Il ministro Galletti ha citato gli
accordi europei, vincolanti: la strategia energetica è costruita in
base ad obiettivi ambientali definiti.
Ma in questa strategia il gas è ancora
importante, il Carbone verrà chiuso entro il 2030, il gas che
produce co2 ancora più tardi.
Ma si devono portare avanti politiche
realistiche – si difende Galletti.
Non si dovrebbero incentivare le
trivelle ma il fotovoltaico. Ma non si può fare subito.
Se la tecnologia ci aiuta .. dice il
ministro: ma quanto sta investendo il governo in ricerca, in
scienziati che lavorino in tecnologie rinnovabili?
E quanto sta investendo nella
protezione del territorio, sullo sviluppo sostenibile?
Il ministero dell'economia deve
diventare il ministero dell'economia sostenibile, il ministero dei
trasporti deve diventare ministero sostenibile – concludeva il suo
ragionamento Galletti.
Ma ora cosa si deve fare?
I reati contro la natura devono
diventare reati contro l'umanità.
Il monitoraggio dei fiumi in Italia ci
dice che la qualità dei fiumi sta peggiorando: ci sono scarichi
abusivi, depuratori che non funzionano, c'è una responsabilità
diretta degli amministratori.
Nella valle del Pescara c'è il polo di
Bussi, ex Montedison: 500 tonnellate di rifiuti industriali che hanno
inquinato la falda.
Dopo 10 anni la bonifica non è nemmeno
iniziata e il bubbone sta peggiorando: la concentrazione degli
inquinanti in falda sta aumentando.
E ce ne sono tante altre di storie come
quelle di Bussi, nella zona di Pescara.
Quanto vale il capitale naturale?
Il calcolo del peso economico degli
ecosistemi l'ha fatto il professor Marino, a Campobasso.
Il valore delle Api è 153 miliardi,
annuo.
Il valore del capitale naturale è in
crescita, più del PIL mondiale: dobbiamo essere consapevoli del
valore di questo capitale, sono i nostri valori in cassaforte.
Questo è il nostro capitale naturale
che è anche un investimento, come la filiera del fotovoltaico, il
trasporto sostenibile, il turismo.
Il nostro futuro.
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