A cosa si è ridotta l'informazione
oggi? E a cosa si è ridotta la politica, in questi anni?
L'informazione che segue le mode, che
racconta le notizie che la gente vuole sentirsi (e nascondendo quelle
che non interessano) e la politica che usa l'informazione per
validare le proprio teorie e lanciare i propri slogan.
Informazione e politica, politica e
informazione: due mondi che si reggono l'uno con l'altro; la
politica ha così bisogno di controllare l'informazione affinché
nessun giornalista stecchi e se ne esca dallo spartito.
L'informazione, d'altro canto, si
presta bene a fare da cassa da risonanza alle promesse, alle proposte
di riforma, ai numeri tirati fuori dal cilindro senza alcun commento,
analisi, fact-checking.
Prendiamo alcune delle notizie di
queste settimane, per come sono state raccontate: mentre a Mortara
bruciava un sito di stoccaggio rifiuti, l'Italia si allarmava per un
caso di malaria che, purtroppo, ha portato alla morte di una
bambina.
Ogni anno capitano casi di malaria,
magari non mortali, causati da persone (anche italiani) che hanno
viaggiato all'estero.
Come è morta la bambina italiana?
Questa era la domanda. La non domanda e il sottinteso di una buona
parte del giornalismo è stato, in che modo le bambine immigrate
hanno causato la morte della bambina a Brescia?
Chissà, forse un giorno scopriremo che
è stato un errore medico. Oppure, passata un'altra settimana, sarà
tutto dimenticato.
Come tutto dimenticato sarà il caos di
questi giorni nelle scuole, per la legge Lorenzin, che obbliga i
genitori a vaccinare i figli per iscriverli alle scuole.
Tutta la questione vaccini è stata
trasformata nello scontro pro-vax vs no-vax.
Uno scontro tra tifosi dove il
principio di trasparenza sull'efficacia dei vaccini è sparito
dall'orizzonte.
Uno stupro è diverso dall'altro:
diversamente dal punto di vista delle vittime (per cui una violenza è
sempre una violenza), per il giornalismo ci sono stupri e stupri.
A Rimini erano e sono bestie: i
ragazzini (immigrati, con qualche reato sulle spalle) che soggiogati
da un maggiorenne (immigrato anche lui) hanno fatto violenza contro
la coppia di ragazzi polacchi.
A Firenze, purtroppo, un altro
episodio di violenza contro delle donne: vittime delle ragazze
americane, presunti violentatori, due carabinieri.
Sono fioccati i distinguo: erano
drogate, avevano anche una assicurazione (una bassa speculazione
fatta da chi ha scritto quelle parole), le ragazze erano
consenzienti.
Il fatto che fossero persone in divisa,
armati, in servizio, non era importante, per chi ha raccontato questo
fatto di cronaca.
Colpa dei ragazzi che si divertono: il
sindaco di Firenze ha proprio scelto male le parole per commentare
questa brutta storia.
Mentre Salvini ha invece tirato fuori
la teoria del complotto: strano eh, un caso di stupro dove i
colpevoli sono italiani, proprio per distrarre gli italiani dal caso
di Rimini..
Così, dei roghi nei siti di
stoccaggio rifiuti, dei terremotati in centro Italia, del
disastro ambientale a Taranto, in Sicilia, in Basilicata, della crisi delle banche, dei controlli di Bankitalia, nessuno ne
parla.
Come anche degli altri casi di violenza
contro le donne.
C'è di mezzo un immigrato? Allora la
notizia serve alla narrazione politica che l'informazione delle fare.
E lo stesso vale per i flussi degli
immigrati verso l'Italia: li abbiamo bloccati lontano dalle nostre
coste, nei lager libici (in alcuni non ci può mettere il naso
nemmeno l'Onu) e negli altri paesi africani (con cui abbiamo fatto
accordi, dando dei soldi a dei trafficanti patentati) che si trovano lungo le rotte
migratorie.
Noi, che ci siamo inalberati per la
difesa dei nostri valori (il presepe? La busecca? ..) di buoni
cristiani, abbiamo messo così a posto la nostra coscienza.
L'importante è che stiano lontano da
noi.
Ieri, chi ha avuto la forza di seguire
il TG1 dell'edizione delle 13.30, ha sentito le parole del Presidente
Gentiloni a Bari: siamo fuori dalla crisi, la ripresa va meglio di
quanto ci aspettavamo, abbiamo recuperato i livelli dell'occupazione
(quei 23 milioni di occupati).
Numeri dati senza alcun filtro, senza
alcun commento. Numeri che sono usati anche da Renzi nella sua
campagna elettorale (che ogni mese diventa sempre più complicata).
La CGIA di Mestre ha fatto la
tara: ci sono è vero i 23 milioni di posti di lavoro, ma c'è anche
più di 1 miliardo di ore lavorate in meno, c'è il 5% di occupazione
stabile in meno e, soprattutto, c'è il dato sui salari, che sono
diminuiti.
Colpa di come Istat rileva i dati
dell'occupazione. Il risultato? Un paese in cui la luce in fondo al
tunnel è ben lontana da vedersi.
Così, se l'informazione non ha più il
compito di raccontare, verificare, controllare, se la politica è
diventata immagine e non più sostanza (si pensa all'oggi e non al
domani, si ragiona per messaggi brevi), ecco spiegato due cose: l'insofferenza verso giornaliste come Milena Gabanelli (che non trova posto in Rai) e il proliferare
di copertine di quotidiani di gossip che ritraggono i nostri
rappresentanti.
Il culto dell'immagine è un qualcosa
che arriva da lontano, quello sì, fascista. Il culto del capo, le corporazioni, il motto, il nemico esterno..
Ecco una carrellata:
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