11 luglio 2007

W l'Italia Diretta: per la legalità

Un puntata di televisione fatta veramente dalla strada, quella di ieri di Riccardo Iacona, con W l'Italia.
Dal quartiere, costruito in gran parte in modo abusivo, di Pianura, a Napoli.
Quale era la parte migliore dell'Italia di cui si parlava ieri: le associazioni antiracket che stanno crescendo, piano forse, ma che iniziano a raccogliere attorno a se una parte sempre maggiore dei commercianti e del modo civile. Sono le associazioni antiracket di S. Giovanni a Teduccio, degli imprenditori edili, dei ragazzi di contracamorra ..

Le denunce per pizzo sono passate da 276 a 734, dal 2002 al 2006.
Delle gocce nel mare della criminalità: ma si trastta di gocce preziose che non si possono disperdere.

Iacona, prima di parlare della realtà del pizzo e della droga, ha intervistato il ministro Amato, in questi giorni in visita a Napoli per il patto sulla legalità, sulla questione Sismi-Pollari.
«Non ho capito bene la solidarietà espressa dal Csm in relazione ad una vicenda giudiziariamente in corso, se ed in qual modo potesse esprimere una valutazione». Ma alla fine la prende con ironia: «Sapere che nel Sismi, che ha competenze sugli affari internazionali e sulla sicurezza esterna della Repubblica, c’è un tal Pompa, o chi per lui, che, magari raccogliendo fotocopie, raccoglie roba sui giudici italiani, beh, trovo che sulla pertinenza di quello stipendio pagato a lui si possano avere molti dubbi...».
«E’ una brutta cosa - commenta ad esempio il ministro dell’Interno, Giuliano Amato -. Purtroppo, ogni volta che vengono fuori i dossier, vengono fuori i veleni. Vattelapesca cosa c’è di vero e di non vero. Preferirei un Paese senza veleni e senza dossier. Questo è l’unico commento di cittadino un po’ irritato da queste cose».

E la dichiarazione di Pollari "se Prodi mi svincola dal segreto di Stato, state sicuri che sarà esauriente".
Bene: ma non stiamo ad aspettare tanto, questa situazione di tira e molla non fa altro che aumentare il clima di veleni e sospetti.

Iacona ha mostrato la sala operativa della Questura, dove arrivano le telefonate. Ha mostrato le immagini dei poliziotti che girano nei vicoli in moto, sempre in coppia, perchè è pericoloso.Poliziotti che arrestano, per furti, spaccio, racket, sempre le stesse persone.
La giornalista chiedeva ai poliziotti "ma non siete stanchi di arrestare sempre le solite persone?"
"E' il nostro lavoro .. Non è che ci scoccia. Siamo solo un pò delusi".

L'inchiesta in presa diretta di Domenico Iannacone mostrava la realtà di una città che non da ai giovani altre alternative alla criminalità. E che, dopo, l'indulto, non ha creatro le condizioni per trovare agli scarcerati, un lavoro. La telecamera è entrata nel quartiere di Secondigliano, patria dei Scissionisti, contro il clan dei Di Lauro.

Clan in guerra tra loro: guerra che porterà ad altro sangue.

Non è improprio parlare di guerra: nel quartiere dei Di Lauro, lo Stato entra solo in assetto di guerra. Altrimenti è meglio lasciar perdere.

Giovanni Corona, il magistratto della DDA di Napoli, quello che ha arrestato Ciruzzo o milionario diceva "abbiamo arrestato 500 persone. a ne sono arrivate altrettante a prenderne il posto".
E poi l'omertà delle persone per strada a Secondigliano: "Ciruzzo Di Lauro? Chi lo conosce? Io sono solo un invalido ... Secondigliano è un quartiere tranquillo...".

Il supermercato della droga a cielo aperto di Scampia: dove lo spaccio e il consumo di droga avvengono nella ex scuola, ora abbandonata, a pochi passi dalle case delle famiglie, dove passano i bambini.
Ma il centro della trasmissione erano i rappresentanti delle associazioni antiracket e delle forze dell'ordine: come Raffaella Ottaviano, dell'associazione antiracket a Ercolano.
Come Pietro Russo, di Santa Maria Capuavetere : "Non è una questione di quanto si paga per il pizzo. Se mi chiedono poco, pago altrimenti no. Pagare poco o molto è sempre una perdita di libertà".

Come Giorgio Baiano, del quartiere di Pianura, che parlava degli inizi dell'associazione "Pianura per la legalità", nelle cripte della Chiesa, con Don Orlando.
Poi l'arrivo delle istituzioni, che hanno dato maggiore fiducia ad altri commercianti che si sono man mano uniti.
Anche Tano Grasso, della FAI, ha voluto portare la sua testimonianza:
"la camorra è forte perchè fa paura alle persone. Si deve evitare che il commerciante si senta solo davanti al racket. A Pianura il rapporto costruito è buono: l'associazione accompagna le persone a fare la denuncia dai carabinieri, davanti al magistraro. Il commerciante non si sente solo, si sente protetto"."Quando la camorra vede che al processo ci sono anche le associazioni antiracket, non arriva al dibattimento, preferisce patteggiare. E il trobunale, che prima era pieno di parenti dei camorristi, di amici, si avuota: queste persone vengono messe all'angolo. Il tribunale diventa spazio nostro, spazio civile".

Iacona ha voluto sentire anche il parere di un magistrato: Franco Roberti della DDa di Napoli.
Che ha parlato del rischio di invasione di eroina e cocaina dell'Europa, che rischia di essere inondata di droga dai paesi produttori. Droga che passa per Napoli, perchè i camorristi hanno buoni rapporti con questi paesi e riescono a spuntare un buon prezzo.

Sulla droga si ha un intreccio tra globale e locale: a Napoli ci si uccide per accaparrarsi le piazze migliori per lo spaccio.
E' un problema transnazionale, che si può risolvere solo bloccando la droga all'origine.
Nel 2006 ci sono stati 540 arresti per spaccio.
I beni sequestrati ammontano a 114 ML di euro.
La droga è anche un problema politico. La lotta alla criminalità e al commercio della droga si basa sui tre pilastri: polizia, magistratura e sistema penitenziario. Non si può affrontare il problema dal solo punto di vista delle forze dell'ordine: anche la magistratura va rinforzata, altrimenti diventa il collo di bottiglia, perchè i tribunali si intasano di processi. Processi che poi si rinviano o non si compiono.
La sicurezza non deve essere considerata come un costo, ma come un investimento.

Il motore del mezzogiorno (agganciandosi al ragionamento del ministro Amato) lo deve far ripartire la politica: denunciare il racket mette in discussione tutto il sistema.
Ma della mafia, della camorra, della 'ndrangheta, ne deva parlare Padoa Schioppa, Prodi.
Perchè la criminalità è anche un blocco allo sviluppo economico delle regioni del sud (e non solo).
Criminalità che usano il racket per il controllo del territorio: territorio che viene restituito alla società solo grazie al lavoro delle forze dell'ordine, ma anche grazie alle associazioni antiracket.
Technorati: ,

3 commenti:

Anonimo ha detto...

Veramente una bella trasmissione, l'ho vista anch'io, il servizio che mi ha fatto più male è stato quello nelle "case dei puffi" in mezzo ai tossicodipendenti.
Programmi del genere dovrebbero essere la normalità, e dovrebbero essere la prima serata del primo canale nazionale, di un paese civile.

Anonimo ha detto...

Veramente una bella trasmissione, l'ho vista anch'io, il servizio che mi ha fatto più male è stato quello nelle "case dei puffi" in mezzo ai tossicodipendenti.
Programmi del genere dovrebbero essere la normalità, e dovrebbero essere la prima serata del primo canale nazionale, di un paese civile.

Anonimo ha detto...

Trasmissione bellissima, come del resto tutta la serie che sta realizzando Riccardo Iacona. Un grande giornalista, uno che fa bene il suo lavoro. Ci ho fatto un post anch'io e l'ho ringraziato via web per il suo contributo a migliorare questa nostra società.