Nel nostro cellulare sono conservati
messaggi, foto, conversazioni, pezzi della nostra vita privata.
Conosce più cose di noi il nostro smartphone che non il migliore
amico.
Dalle nostre abitudini alimentanti, ai
gusti letterari o cinematografici, agli orientamenti politici ..
I nostri spostamenti, quello che
cerchiamo in rete, queste conversazioni però non svaniscono in rete,
ma sono conservate come fossero un bene prezioso dai giganti della
rete.
Ogni volta che usiamo un social, che
cerchiamo qualcosa, lasciamo una traccia di noi da qualche parte, un
dato prezioso che qualcuno raccoglie ed utilizza per mappare
abitudini, gusti orientamenti: se pensiamo che tutto questo poi non
abbia alcun riflesso sulla nostra vita siamo semplicemente ingenui.
Il cellulare sa tutto di noi, ovvero i
giganti della rete e, di conseguenza, sa come orientare e
condizionare le nostre scelte.
A fin di bene, ci è sempre stato
detto. Ma sappiamo che non è così.
Presadiretta lunedì si occuperà
proprio di questo, della fine che fanno i nostri dati una volta che
li mettiamo in rete, usando lo smartphone con le sue app:
Valgono già ora solo in Europa 106 miliardi di euro, sono il nuovo petrolio, la nuova materia prima dell'economia mondiale e noi siamo diventati il terreno da cui estrarli. E questo avviene 24 ore su 24. Anche quando meno te lo aspetti.
I nostri dati sono il nuovo petrolio, racconta nell'anteprima Riccardo Iacona: ma siamo sicuri dell'uso che ne viene fatto da chi li custodisce?
Con l'arrivo del 5g la nostra casa
potrebbe riempirsi di nuovo gadget tecnologici collegati in rete che
conversano col nostro smartphone per accendere luci, alzare la
temperatura di casa, mettere della musica …
Presa diretta è andata a curiosare
nella casa di Matteo Sulis, un appassionato di smarthome: la sua casa
è una di quelle del futuro, si adatta alle esigenze della persona,
che non deve fare più nulla, nemmeno accendere l'antifurto, nemmeno
la fatica di passare l'aspirapolvere, che può essere avviato perfino
dal telefonino mentre noi siamo fuori casa.
Bello vero? Meno bello scoprire che la
planimetria della nostra casa è salvata, con una grande accuratezza,
sul cloud, nemmeno nel cellulare. Come se l'avessimo regalata ai
proprietari dell'aspirapolvere tecnologico.
Oltre agli aspirapolvere, esistono
anche i termometri social, che registrano la temperatura dei bambini
e poi la mandano all'App collegata: anche questi dati possono finire
nei database delle aziende di marketing.
Se vi sorprende la storia del
termometro, ancora più sorprendente la storia del vibratore
collegato allo smartphone: la società produttrice, canadese, ha
perso una class action da 4 ml di dollari perché questa società
collezionava dati sui gusti sessuali dei suoi clienti, senza averli
debitamente avvertiti.
E poi c'è la storia della “bambola
spia”, un altro dei casi citati dal servizio di Danilo
Procaccianti, Layla: dotata di un microfono collegabile a qualsiasi
dispositivo via bluetooth.
Secondo i funzionari di un'agenzia di
controllo tedesca potrebbe essere usato da un estraneo per spiare
cosa dicono i bambini o addirittura entrare in contatto con loro.
Tutti questi oggetti stanno riempiendo
le nostre case perché il loro costo sta scendendo sempre di più,
anche al di sotto del prezzo di produzione. Perché li stiamo pagando
coi nostri dati: Danilo Procaccianti ha tracciato i dati scambiati
con un centinaio di diversi dispositivi IOT, tra i più comuni, dal
baby monitor per supervisionare i figli, a quelli di
videosorveglianza.
Tutti inviano diversi pacchetti IP a
più indirizzi a volte in maniera criptata, ovvero solo l'azienda che
li riceve può conoscerli.
Siamo spiati, anche se in modo
discreto: ricevono tante informazioni che ci riguardano senza che noi
ce ne accorgiamo.
E dopo averli messi in casa, alcuni di
questi li stiamo anche indossando:
“da qualche anno in America, e da pochi mesi in Italia, è in commercio una giacca creata in collaborazione tra Levi's e Google, il polsino sinistro è intessuto con fili realizzati con leghe metalliche conduttive che rendono quella parte della giacca sensibile al tatto come lo schermo di uno Smartphone. Dentro il polsino poi si inserisce a scomparsa un piccolo device che si collega via bluetoooth ad una App che converte le interazioni della persona con il polsino sensibile in comandi che l'app può eseguire.Un semplice gesto e possiamo farci un selfie, un altro gesto e parte la musica.Noi camminiamo felici, ma inconsapevoli di lasciare per strada dati sulla nostra posizione preferenze musicali e tanto tanto altro...”
Sono i dati delle telecamere di
sorveglianza, i dati sui nostri like, i dati sui nostri spostamenti,
sul fitness (quanti passi facciamo, che esercizi facciamo in
palestra): stiamo arrivando ad un nuovo capitalismo di sorveglianza,
che considera tutti noi solo come consumatori?
I nostri dati sono
così preziosi da essere definiti il nuovo petrolio: così preziosi
da essere conservati in data center (il famoso cloud) protetti coi
più moderni sistemi di sicurezza: uno di questi è qui a Vicenza,
gestito dalla Supernap Italia.
Telecamere ovunque, doppio muro esterno, nessuna finestra, severe
procedure di riconoscimento facciale, gabbie di metallo a proteggere
gli armadi che contengono i server.
Tanto sono
importanti per le internet company i nostri dati. Senza che noi ne
siamo realmente consapevoli.
Silvio Siliprandi,
sociologo e AD di Weople, racconta al giornalista: “è la prima
volta che ci troviamo di fronte ad una cosa così, è come chiedere a
masse di miliardi di persone di andare a lavorare gratis ..”
L'anteprima della puntata sarà
dedicata di una moneta europea poco conosciuta, il Sardex:
UNA MONETA PER AMICAPensate che in Italia e in Europa esista solo l'Euro? No, ci sono parti del nostro Paese dove si utilizza una moneta parallela. Si chiama Sardex e lunedì nell'anteprima di "TUTTI SPIATI?" a Presadiretta Andrea Vignali ci racconta come funziona.
La scheda della puntata: TUTTI
SPIATI
Noi navighiamo su internet, usiamo cellulari, auto, elettrodomestici intelligenti e lasciamo delle tracce. Ogni dispositivo digitale può raccogliere informazioni su di noi, sulle nostre abitudini, sui nostri gusti, sulle letture e i viaggi, le amicizie, fino all’orientamento religioso o politico. Si forma così la nostra identità digitale e con questa si possono prevedere i nostri comportamenti o addirittura influenzarli, dagli acquisti fino alle scelte politiche.Il mercato dei dati è diventato un asset strategico, un business da miliardi di dollari l’anno. Il mercato ormai siamo noi.Un affascinante viaggio di PresaDiretta nel mondo dei dati personali, che 24 ore su 24 vengono raccolti, conservati, archiviati, venduti e comprati. Per farne cosa?
A PresaDiretta esperimenti digitali unici e interviste esclusive.Lo scandalo di Cambridge Analytica raccontato da Brittany Kaiser, la talpa che ha denunciato come milioni e milioni di informazioni personali siano state utilizzate per propaganda elettorale negli Stati Uniti e non solo.
Shoshana Zuboff, autrice di un libro che ha venduto milioni di copie in tutto il mondo, che spiega perché è così importante difendersi e tutelare la propria privacy digitale.E poi il mondo dei partiti politici, che hanno scoperto l’importanza dei dati personali raccolti tra elettori, simpatizzanti e semplici cittadini.
Che fare allora, come proteggere i nostri dati e le nostre vite? “TUTTI SPIATI?” è un racconto di Riccardo Iacona con Danilo Procaccianti, Raffaele Manco, a cura di Raffaele Marco Della Monica.
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