05 febbraio 2020

Psychokiller, di Paolo Roversi



Nella mente dell'assassino
Prologo 
La stanza è silenziosa e buia. Filtra solo un filo di luce da un lampione giù in strada.Gli occhi dell'uomo inginocchiato sul pavimento sono colmi di terrore e il suo corpo vibra mentre due mani possenti gli si stringono intorno al collo.Ha tentato di reagire, ma i suoi muscoli sono diventati pesanti come marmo.Ha i polsi legati dietro la schiena e si sente strano. Non riesce a parlare né tantomeno a gridare. 
[..]L'assassino stringe con sempre maggior vigore e non molla finché l'ultimo respiro non abbandona il corpo della sua vittima.La lucetta rossa della telecamera si spegne e sul volto del killer compare un sorriso compiaciuto.

Paolo Roversi non finisce mai di stupirci: abbandonato temporaneamente il suo alter ego Enrico Radeschi, ci consegna questo nuovo thriller in cui, lo dico fin da subito, non bisogna farsi fregare dalle apparenze anzi, bisogna stare attenti a cogliere i dettagli.
Non è il solito poliziesco.
"Il mondo degli uomini semplici si esaurisce al calade delle tenebre; il mio inizia in quel momento".Il commissario Diego Ruiz continua a ripetersi questa frase da quando è uscito di casa, anche se non riesce proprio a ricordare dove l'abbia sentita. Deve ammettere però che gli calza a pennello: ore buie e inifinite a scrivere rapporti, interrogare sospetti, girare per la città dando la caccia a qualche fuori di testa pronto a sparargli addosso.

Diego Ruiz è il capo della squadra antirapine della Mobile di Milano: è un poliziotto alle prese coi suoi demoni che cerca di allontanare con l'alcool e con le pastiglie di aspirina. Ma senza riuscirci.

Tutto è precario nella vita di Gaia, in perenne attesa che succeda quello a cui è predestinata, perché ha lottato troppo, studiato troppo, sacrificato troppo perché la sua professione si riduca a delle ridicole perizie psichiatriche!

Gaia Virgili è una profiler dell'UACV, l'unità della polizia che si occupa di crimini violenti, con una sua sede a Roma. E' una poliziotta giovane e ambiziosa, che ha studiato duro per entrare in quell'unità e che ora sta cercando l'occasione giusta per dimostrare le sue capacità nel dare la caccia agli assassini, cercando di entrare nella loro mente, di pensare come loro.

Sono loro i due protagonisti, con tanti comprimari attorno, di questo thriller ambientato a Milano, una città che sembra rimanere all'orizzonte, testimone silente dei piccoli e grandi drammi che avvengono.
Come quei delitti che colpiscono donne sole nell'hinterland e che la stampa, in modo anche superficiale, ha chiamato il serial killer delle milf.

Come quella strana rapina alla HRGBank, una rapina strana di una banca particolare: strana perché per la sua dinamica, è probabile che i rapinatori, travestiti da guardie giurate, avessero una o più talpe all'interno. Particolare, la banca, perché presta soldi ad altri istituti, non a piccoli creditori. Ma il colpo, quello sì che è sensazionale, 4 milioni di euro.
«La talpa - se esiste davvero- avrà preso in considerazione il fatto che ora passeremo al setaccio le vite del personale della HRGBank...»«Esatto, perciò i casi sono due: o si tratta di un idiota che pensa di farla franca, oppure ha messo a punto un piano così perfetto da fregare sia noi che l'assicurazione.»

Sono questi i casi che fanno da preludio a questo thriller, che prende velocità piano piano: sembra, all'inizio, il classico poliziottesco in cui l'autore ha voluto calcare la mano coi soliti cliché.
Lo sbirro ubriacone e separato, la giovane profiler carina. E poi altri poliziotti dalla mano pesante con gli immigrati, pienamente inseriti nel clima politico di caccia al nero a cui addossare le colpe del presente.

Poliziotti che la sera cercano di soddisfare le loro voglie di nascosto da occhi indiscreti, al tavolo del gioco d'azzardo, in discoteca a cercare carne giovane, nel locali di scambisti....
Nessuno è innocente in questo mondo.
E forse sta inseguendo un ideale di giustizia, ma a modo suo, quel serial killer che uccide le sue vittime, filmandone gli ultimi istanti di vita mentre le sta strangolando.

Per dare la caccia a questo assassino seriale, prima che si scateni la stampa, viene messa in piedi dal capo della Mobile una squadra con dentro due commissari, tra cui Ruiz e la profiler Gaia: loro compito è fermarlo, cercando di capire come ragiona, come sceglie le vittime e perché li sta sfidando?
Devi prendermi prima della fine del lavoro. Hai sette giorni, dopodiché sarò scomparso e non mi troverai mai più. Se non credi che faccia sul serio, commissario, dai un'occhiata al regalo che ti ho mandato.

L'assassino infatti manda i video delle vittime mentre le sta strozzando direttamente al commissario Ruiz, con dei messaggi pieni di allusioni.

In poche parole, questa squadra dovrà entrare nella mente dell'assassino.

Attenzione, la sfida del serial killer è anche quella dell'autore nei confronti di te lettore.
Ti ha messo davanti tutti gli indizi, forse sparpagliati, forse mischiati tra loro.
E ora tocca a te mettere assieme le tessere del puzzle per ricostruire l'immagine d'insieme.
E, vi assicuro, tenetevi pronti ad un colpo di scena finale che vi lascerà senza parole.

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