L'esperimento di quarantena, almeno qui
a Milano, potrebbe cessare: non si sa quando, ma qualcuno deve aver
realizzato quali sono gli effetti di scuole, bar, cinema, università
chiuse.
Di eventi bloccati, del clima di
allarmismo che, da fuori dell'Italia, porta ora ad una situazione di
isolamento.
Si è passati, qui in Lombardia, da
rischio Wuhan a “è poco più di una influenza”.
Conviveremo con questo nuovo virus per
mesi, sperando solo che l'isteria, l'ansia del raccontare gli eventi
davanti gli ospedali, diventi solo un brutto ricordo.
Chissà, ora passeremo dalla cronaca
dei numeri dei contagiati, ai numeri del PIL in calo, dei mancati
guadagni dei commercianti, ai mancati introiti per le prenotazioni
saltate per lo spostamento della fiera del Mobile.
Dimenticandoci che, come tutte le
crisi, anche questa colpirà le persone in modo asimmetrico: ci sono
quelli che possono starsene a casa, con tanti disagi.
E quelli che già erano in situazione
di crisi che staranno ancora peggio: per esempio i lavoratori della
gig economy, di cui ne parla oggi Robecchi sul Fatto Quotidiano.
Ci sono i tanti tavoli delle crisi
aziendali, l'Ilva, Alitalia, i terremotati in centro Italia ..
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