13 gennaio 2021

La crisi che verrà

Sui social siamo già al toto presidente.

Draghi?

Cottarelli?

Oppure qualche altro civil servant pronto ad immolarsi per il bene della patria.

Le opzioni davanti, per questa crisi di governo, sono diverse.

Il voto a maggio: dovremmo votare quando il virus è ancora in circolazione, tenendoci in questi mesi un governo a scadenza.

Gli elettori se le ricorderanno queste cose al momento del voto, dunque dubito che sia veramente percorribile questa strada.

Cade il governo Conte 2 e si crea una nuova maggioranza, che sarà più spostata a destra, con un nuovo presidente del Consiglio: maggioranza che dovrà dimostrare di saper gestir bene questa emergenza. Meloni e Salvini, assieme a Berlusconi e un pezzo del PD con Renzi dovranno smetterla di twittare ed occuparsi di ristori, vaccini, posti letto, delle scuole, dei tavoli di crisi delle aziende (tra cui l'eterna Alitalia, Ilva).

Avranno voglia, una volta al governo, di cavalcare la protesta del riapriamo tutto? 

Poi c'è sempre l'opzione responsabili, esce Renzi ed entra qualcun altro.

Tra le tre opzioni, mi sembra quella più credibile.

Perché è vero che presto o tardi arriveranno i soldi, ma ora abbiamo un paese da gestire, sul serio, non facendo interviste.

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