Uno spettro si aggira per l'Europa e non è quello del comunismo di cui si ricorda la fondazione in questi giorni, per i suoi 100 anni.
No, lo spettro che si aggira è quello della paura del comunismo, nel senso di quel movimento che tendeva a combattere le disuguaglianze, dalla parte degli ultimi, gli sfruttati.
E' uno spettro che si aggira anche in Italia dove, specie in questi ultimi anni, soffia un vento di neoliberismo tardivo che stona con quanto accade nel paese.
E mi riferisco ai continui attacchi a misure di sostegno come il reddito di cittadinanza, all'allergia che parole come patrimoniale fanno scattare nei confronti dei commentatori della politica italiana.
Basta soldi a pioggia, basta col reddito di cittadinanza, siete poveri? Datevi da fare.
Ultimo esempio è l'articolo uscito su La Stampa di Antonella Boralevi in cui si narrava l'incredibile storia del commercialista che ha perso il lavoro per il Covid e che si è riconvertito a fare il rider. Guadagnando più di prima.
Peccato fosse falso.
Falso il fatto che fosse un ex commercialista, falsi i guadagni citati. Tra l'altro, il neo rider intervistato dalla signora Boralevi fa parte del sindacato che ha firmato l'accordo con le aziende di delivery, accorto molto criticato.
Il covid ha messo in luce tutti i problemi che già erano sotto gli occhi, amplificandoli: la didattica a distanza che non è efficace per tutti, l'assenza di un traporto pubblico efficiente e valido che costringe per le persone a muoversi coi mezzi propri, la sanità pubblica a macchia di leopardo che costringe chi può a rivolgersi al privato.
Potevamo cogliere l'occasione del Covid per spostare il baricentro dei servizi pubblici: meno autostrade e più treni per i pendolari, meno grandi opere e più medici e presidi sul territorio.
Non è stato fatto così per un concorso di colpa che si dividono governo e regioni.
Perché quella mancanza di visione di cui tanti accusano Conte, non l'hanno nemmeno i presidenti di regione.
E quando una visione ce l'hanno, come la neo presidente Moratti, sono visioni che fanno paura: vaccini distribuiti in base al PIL.
Perché se sei povero è colpa tua.
Perché se nella tua provincia mancano ospedali, è colpa tua.
Se sei costretto ad emigrare (e a contribuire al ricco PIL della regione della Moratti) è sempre colpa tua.
Se sei costretto ad arrabattarti tra mille lavoretti, precari, con un salario basso (quando c'è) è sempre colpa tua.
E così lo spettro delle disuguaglianze, della povertà, dello scollamento tra le classi sociali nel paese (causa delle tensioni e dello spostamento degli elettori verso i populisti), continua a girare.
A questo servirebbe la sinistra: a stare dalla parte di chi sta in fondo e a far sì che anche lui abbia le stesse possibilità di altri. Lo dice la Costituzione tra l'altro.
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