20 gennaio 2021

Pietr il lettone di Georges Simenon

 


«C.I.C.P. A Sureté Parigi

«Xvzust Cracovia vimontra m ghks triv psot uv Pietr il Lettone Brema vs tyz btolem».

Il commissario Maigret, della 1a Squadra mobile, alzò la testa ed ebbe l'impressione che il brotolio della stufa di ghisa posta al centro dell'ufficio e collegata al soffitto da un grosso tubo nero si stesse affievolendo. Spinse da parte il telegramma, si alzò pesantemente, regolò la valvola e gettò tre palate di carbone nel focolare.

Poi, in piedi, con le spalle rivolte al fuoco, caricò la pipa e si allentò il colletto che, per quanto molto basso, gli dava fastidio.

Un giorno Simenon, dopo tre bicchierini in un bar, si trovò di fronte ad un uomo dalla corporatura massiccia, un cappotto col collo di velluto e una bombetta in testa.

Sarebbe stato la rappresentazione perfetta per il suo commissario, quello che aveva in testa e a cui avrebbe dato vita con la serie del commissario Maigret.

“Nel corso della giornata aggiunsi al personaggio qualche accessorio: una pipa, una bombetta, un pesante cappotto con il collo di velluto .. e gli concessi, per il suo ufficio, una vecchia stufa di ghisa”.

Questo Pietr il Lettone è il primo romanzo di Simenon in cui Maigret è il protagonista principale della storia: lo incontriamo fin dalle prime righe, al freddo nel suo ufficio dopo aver ricevuto un telegramma dalla Commissione internazionale della polizia criminale, antenata dell'interpol, che gli comunica che il noto criminale chiamato Pietr il Lettone, sta arrivando a Parigi col treno, dopo un viaggio da Cracovia e passando per Brema e Bruxelles.

età apparente di 32 anni, statura 1.69, seno dorso nasale rettilineo, base orizzontale...”

Nessuna foto, solo una descrizione somatica di questo personaggio strano, su cui Simenon si mette subito alle costole, andando ad attenderlo proprio alla stazione dei treni. Ma proprio sul treno in arrivo da Bruxelles è segnalato un cadavere, un uomo ucciso nella toilette della carrozza numero 5. Quella dove viaggia Pietr il Lettone.

E qui iniziano le prime stranezze, perché osservando i passeggeri sulla banchina, a Maigret sembra di scorgere proprio Pietr. Anche il morto, rannicchiato dentro il bagno e ucciso con un colpo al cuore, assomiglia alla descrizione del criminale.

Criminale che però in quel momento alloggia all'hotel Majestic, alla camera 17: Maigret non si fa problemi a presentarsi all'albergo e a mostrarsi di fronte al suo avversario, in tutta la sua fisicità:

La presenta di Maigret al Majestic aveva inevitabilmente qualcosa di ostile. Era come un blocco di granito che l'ambiente rifiutava di assimilare.

Non che somigliasse ai poliziotti resi popolari dalle caricature. Non aveva né baffi né scarpe a doppia suola. Portava abiti di lana fine e di buon taglio. Inoltre si radeva ogni mattina e aveva mani curate.

Ma la struttura era plebea. Maigret era enorme e di ossatura robusta. Muscoli duri risaltavano sotto la giacca e deformavano in poco tempo anche i pantaloni più nuovi.

Aveva in particolare un modo tutto suo di piazzarsi in un posto che era talora risultato sgradevole persino a molti colleghi.

Era qualcosa di più della sicurezza, ma non era orgoglio. Arrivava solido come il granito, e da quel momento pareva che tutto dovesse spezzarsi contro di lui, sia che avanzasse, sia che restasse piantato sulle gambe leggermente divaricate.

Teneva la pipa inchiodata in bocca e non la toglieva certo perché si trovava al Majestic.

In quell'ambiente Maigret scorge Pietr discorre con un ricco industriale americano, il signor Mortimer, che ha appena acquistato delle azioni di aziende francesi, salvandole dal fallimento.

Di che affari staranno discutendo l'uomo d'affari e quel criminale, specializzato in truffe, traffici illeciti, ricatti?


Da qui in avanti il romanzo diventa una sfida a due, anzi, ad un certo punto si perde anche il conto degli avversari di cui il commissario deve tener conto.

Perché Pietr sembra avere la capacità di apparire e scomparire come fosse un mago, assumendo altre identità: seguendo una pista che parte da una foto che il morto sul treno aveva in tasca, Maigret arriva ad un piccolo paesino in Normandia, dove conosce la moglie del capitano Swann.

E chi è questo uomo di mare, se non proprio una delle identità di Pietr?

Seguendo le mosse dell'uomo d'affari americano, Maigret si ritrova sparato da un killer che, fortunatamente, manca il colpo ferendolo al petto.

Pur ferito, riesce a rientrare in Hotel dove scopre che qualcuno ha ucciso l'ispettore Torrence, che aveva piazzato in Hotel per controllare le mosse dei signori Mortimer.

Instancabile, nonostante la ferita, Maigret riesce ad annodare tutti i fili della storia, riuscendo ad acciuffare il criminale, vendicando il collega. Ma, come nei racconti successivi di Maigret, al commissario quello che importa è comprendere tutta la storia, chi è quell'astuto truffatore internazionale che ha davanti?

Quella che sentirà, in un clima quasi cameratesco, in una piccola stanza d'albergo, sarà una storia che parte da un piccolo paese in Lettonia, di due fratelli gemelli. Uguali, dove uno sarebbe stato destinato a diventare un leader mentre l'altro solo una sua ombra.

Rispetto ai romanzi scritti negli anni successivi, questo primo Maigret ha un ritmo e uno stile molto diverso, che lo rendono anche più pesante da leggere.

Pochi dialoghi, quei dialoghi fitti tra poliziotto e indagato che diverranno celebri in seguito. E molta azione, che rendo il racconto a volte anche poco credibile.

Ma si intuiscono quegli aspetti del suo modo di lavorare che l'hanno reso famoso: il voler cercare e comprendere l'uomo, dietro l'assassino, quella “crepa” come viene chiamata ad un certo punto, che alla fine consente di risolvere i casi.

La scheda del libro sul sito di Adelphi

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