Non è normale che un senatore della Repubblica, ex presidente del Consiglio, svolga anche un lavoro per un fondo di proprietà di un paese straniero.
Non è normale che questo senatore, Matteo Renzi, si difenda sostenendo che l'Arabia sia un baluardo della democrazia. L'Arabia è un regime poco democratico, poco rispettoso dei diritti civili (penso per esempio alla situazione delle donne), il cui principe ereditario (quello elogiato dal senatore stesso) è ritenuto responsabile dell'omicidio di un giornalista del Washington Post.
Non è normale che lo stesso senatore elogi il mondo del lavoro in Arabia, che si basa per lo più su lavoratori stranieri, ad un passo dalla schiavitù.
Non è normale che alcuni giornalisti considerino la vicenda con terzietà, senza esprimere un giudizio, forse perché è bene non inimicarsi nessuno, nemmeno il leader di un partito dato al 2% (per quanto possiamo fidarci dei sondaggi).
I giornalisti dovrebbero dare notizie, anche esprimendo una loro opinione su queste, non contribuire alla costruzione di personaggi politici (consiglio la lettura dell'editoriale di Stefano Feltri).
Non è normale nemmeno sentire i commenti dei renziani in rete (dov'è il reato? Renzi ha fatto politica estera.. ). Ma questo è il tifo, purtroppo, qualcosa di diverso dalla passione politica e lontano mille miglia dall'onestà intellettuale.
Non è normale nemmeno la crisi di governo che stiamo vivendo, ma questa è un'altra storia, forse.
Nessun commento:
Posta un commento