Gli angeli esistono, magari non nelle forme in cui ce li immaginiamo o come se li immaginano i bambini che, nel primo capitolo di questo capitolo dei Bastardi, discutono con una suora della loro funzione - sono come dei supereroi? E perché non li vediamo volare, lottare coi cattivi, come i veri supereroi?
No, non sono questi gli angeli a cui fa riferimento il libro: sono le persone che stanno accanto a noi e che si prendono cura di noi, sono le persone che ci rendono migliori, ci permettono di superare i nostri problemi. Sono le persone che ci difendono, che ci fanno da scudo, da tutto il male che abbiamo attorno. Persone che ci mettono di fronte ai nostri problemi, costringendoci a guardarli e a non far finta che non esistano.
Questo nuovo romanzo della serie dei Bastardi si apre e si chiude con le domande che dei bambini si fanno proprio su queste entità astratte, con la candida ingenuità che solo i bambini possono avere ma, state tranquilli, rimane un romanzo con i Bastardi di Pizzofalcone, che sono in fondo angeli anche loro, vendicatori contro i soprusi, contro le crudeltà del mondo, per cercare di mettere ordine nelle cose.
Perché, come si ritrova a riflettere Lojacono in uno dei primi capitoli, è “la morte porta disordine” e lui, il cinese, per indole, è uno che deve mettere in ordine le cose, se possibile anche nella propria vita personale e sentimentale.
Il disordine in questa storia è quello causato dalla morte di un meccanico, Nando Iaccarino, che è stato trovato morto nel suo garage: un meccanico molto particolare in quanto metteva le sue mani solo su macchine e moto d'epoca e solo una alla volta. Molto particolare anche la sua officina, tutta pulita e linda come fosse un ospedale.
.. Iaccarino, che era un vero artista, teneva in officina una macchina e una moto per volta. Non aveva lavoranti, garzoni o giovani di bottega. Faceva tutto da solo, con quelle mani magiche. L'unica possibilità di ricevere assistenza era che avesse riparato il veicolo precedente per poterne prendere in carico un altro.
Era uno uno che faceva miracoli, un angelo (anche lui) con le macchine.
L'unica macchia, l'unico nota di disordine oltre a quella ferita mortale alla nuca, è quella chiave inglese ancora macchiata di sangue che qualcuno, l'assassino probabilmente, ha usato per colpire da dietro il meccanismo per poi riporla nella rastrelliera degli attrezzi dopo aver ripulito il manico, ma non del sangue.
Una rapina finita male? Un cliente con cui aveva avuto una discussione? Non torna nulla in quella scena del crimine, che sembra commessa per un impeto d'ira ma da una persona estremamente fredda da pulire tutte le sue tracce.
La morte del meccanico diventa quasi subito un caso mediatico, causando forti pressioni sulla squadra del vicequestore Luigi Palma, anche per questioni di potere dentro la Questura.
Sono ancora tanti i nemici dei Bastardi, invidiosi dei loro successi e la dottoressa Piras sembra non aver più voglia di fare loro da Angelo custode (ancora una volta gli angeli).
Non solo, la figlia del morto, Giulia Iaccarino, è la fidanzata di un importante finanziere, proveniente da una famiglia di industriali del sud, uno di quelli capaci di muoversi a proprio agio sia nella finanza che nella politica: un passo falso con queste persone sarebbe la fine per i Bastardi.
A farli uscire dallo stallo investigativo sarà l'ex sostituto commissario Giorgio Pisanelli, angelo custode dei Bastardi (ancora un altro angelo) per le sue conoscenze in quel quartiere dai mille volti che è Pizzofalcone. Pisanelli che sta anche ospitando, non proprio volentieri, Aragona, dopo la rottura coi genitori.
Ma accanto all'indagine principale sul meccanico dalle mani d'oro e ai suoi misteri (come è possibile che vivesse in uno stato di triste solitudine, nonostante tutti quegli anni di lavoro alle spalle?) ce n'è una seconda che coinvolge una bambina, un angioletto innocente su cui si sta forse abbattendo la cattiveria di uno dei suoi genitori.
Si tratta della piccola Marida, che si presenta allo studio dove lavora Nadia, l'infermiera che ha curato Pisanelli dopo l'operazione.
Per proteggere questo angioletto e per capire come mai certi lividi sul corpo, si metteranno in azione due angeli vendicatori, Aragona e Romano.
Come diceva l'altro personaggio di De Giovanni, ancora una volta le cause di questo delitto saranno da ritrovare dallo scontro dei due sentimenti che muovono le persone, l'odio e l'amore. E anche la fame di raggiungere un obiettivo per cui si è disposto a fare di tutto. Anche colpire un'altra persona.
Nell'ora successiva ho pulito tutto. Per cancellare le tracce, certo, ma anche perché mi sembrava giusto, era un uomo ordinato, non volevo lasciarlo nella sporcizia.
Il suo sangue no, non l'ho tolto dalla chiave. Tutto di lui doveva restare là, credo che amasse quel posto. Una questione di correttezza secondo me.
Come negli altri romanzi di questa serie, anche questo è un giallo corale, dove nessuno dei protagonisti, che si mostra vulnerabile con le sue ferite, prevale sugli altri.
Per qualcuno di loro, questa storia consoliderà dei rapporti esistenti, palesi o nascosti, perché quando hai una angelo a fianco non puoi fartelo scappare.
Altri si ritroveranno soli, altri ancora forse avranno una opportunità, sempre che non si facciano scappare quell'angelo paziente che hanno incontrato. Altri ancora dovranno uscire da quella gabbia che si sono costruiti attorno, per decidere quale felicità e quale vita percorrere.
E non per forza a fare da angelo protettore deve essere un adulto: a volte un angelo protettore può essere anche una bambina intelligente dai capelli rossi.
Attorno questa città e questo quartiere dai mille strati, dai tanti volti, dalle mille anime:
Affacciato al parapetto, Giorgio Pisanelli ammirava il panorama.
Riteneva un privilegio che un quartiere come il suo possedesse così tante anime. In un'ora di camminata si poteva essere aristocratici nei palazzi nobiliari del Seicento e del Settecento, popolani nella ragnatela dei vicoli, ricchi nella guardiania costante della raffinata edilizia di cinquant'anni prima e poverissimi nelle abitazioni in tufo ricavate dalle antiche rimesse delle carrozze dei cavalli, scavate a picconate nel fianco della montagna.
La scheda del libro sul sito di Einaudi, un approfondimento e il pdf del primo capitolo.
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