07 ottobre 2021

Per mia colpa di Piergiorgio Pulixi

 


Quegli occhi. Il modo in cui si erano accesi quando l’aveva guardata. Il sortilegio era stato farle dimenticare la sua età. E quella di lui. Era stato come tornare indietro nel tempo. Avrebbe dovuto amarlo anche solo per quell’occhiata. Per il modo in cui in un istante l’aveva liberata di tutti i pesi e le responsabilità.

Mentre la collega la chiamava, sbracciandosi per attirare la sua attenzione, gli lanciò un utimo sguardo, come per assicurarsi che stesse fissando proprio lei. Non era più abituata a essere squadrata con desiderio.

E' sorprendente la capacità di Pulixi nel saper creare nuovi personaggi, per lo più femminili, così profondi, interessanti, che riesce a descrivere dal di dentro, mettendo a nudo le debolezze, le loro vulnerabilità, le passioni tenute nascoste e pronte ad esplodere.

Al centro di questo giallo ambientato nella sua Cagliari, “città di luce e di mare, di vento e di pace”, scopriamo il vice commissario di polizia Giulia Riva: un giorno si trova di fronte ad una donna che confessa un delitto che ha commesso contro un'altra donna, l'amante del marito, che l'aveva portata all'esasperazione, confessandole quella relazione adulterina, che andava avanti da anni.

Aveva conosciuto la vittima, Miriam Giudici, quattro mesi prima. Raccontò che era stata la stessa Giudici a telefonarle

Capita, a volte, che ascoltando le storie degli altri, ci riscopriamo a pensare che potrebbero riguardare noi: è quello che prova Giulia, alla fine della confessione liberatoria di Teresa.

Perché anche lei sta vivendo una situazione simile: da anni porta avanti una relazione con un uomo sposato, che nonostante le promesse, non si è mai deciso a fare una scelta.

ero convinta che anche lui mi amasse. Ma non quanto la moglie, evidentemente, dato che da quattro anni la nostra storia andava avanti oliata da promesse e vedrai che.

Cosa può nascere da una relazione come questa, si chiede allora Giulia: avrei fatto anche io come la vittima, confessato tutto alla moglie pur di prendermi l'uomo che amo?

No, pensa il vicecommissario, non puoi pensare che gli uomini cambino da soli o che prendano una decisione: la decisione la deve prendere lei, troncare quella relazione che alla lunga non sarebbe approdata a niente.

Ma il suo uomo è anche il suo capo, il capo della Mobile di Cagliari: così troncare una relazione vuol dire anche chiedere un trasferimento, per mettersi tutto alle spalle.

Perché il suo lavoro, che ha a che fare con la parte buia dell'essere umano, è già di per sé difficile. Giulia sa cosa sia il male, l'ha visto in azione

Nel tempo avevo maturato una mia teoria. Il cuore ha due lati. Uno giusto, quello con cui si ama. E uno sbagliato, quello con cui si odia.

Ma il destino ha volte è beffardo e ti si presenta alla porta sotto strane forme: per esempio una bambina di otto anni, che ti chiede aiuto. E' la figlia di una donna scomparsa da più di un anno, Virginia Piras: del caso se ne era occupato l'ispettore Flavio Caruso, che era stato il mentore, il maestro di Giulia ad inizio carriera, senza approdare a nulla. Perché passati i primi giorni è difficile avere molte speranze nei casi di scomparsi.

E anche perché, a seguito di una rapina finita male, l'ispettore Caruso aveva preso a bere, per dimenticare, per cancellare quel dolore e quel rimorso che si portava dentro. Ma ora quella bambina, Elisa, che dal viso sembra anche più adulta della sua età, punta il dito contro di lei

«Voglio sapere dov’è mia madre» replicò, eludendo la domanda. «Lo so. Mi dispiace per tua madre, ma…» «Vi siete dimenticati di lei!» mi accusò.

E' una promessa quella che Giorgia fa alla bambina: prima di lasciare Cagliari, come ha già deciso, troverà quella donna. Nonostante tutto.

Nonostante abbia poco più di una settimana, nonostante le vecchie indagini non avessero portato a nulla, nonostante la vita della donna fosse stata analizzata in tutte le sue parti.

Virginia Piras lavora in una casa editrice, un marito e una figlia, una madre che è stata molto dura con lei, tanto più cercava di compiacerla, tanto più la madre non ricambiava quell'affetto

Iniziai a nutrire una forte compassione verso Virginia. Sapevo cosa significasse crescere con una madre narcisista e anaffettiva. Le ferite che ci vengono inflitte da bambini non si cicatrizzano mai

Una donna timida, quasi chiusa, amata dal marito e dai colleghi, una vita tranquilla senza scossoni: cosa poteva essere successo a Virginia, quale evento esterno poteva essere subentrato da portare alla sua scomparsa?

L'indagine sulla scomparsa di questa donna diventa un viaggio dentro la sua mente: quellodi una persona fragile, con una forte insicurezza da un lato e un grande desiderio di sentirsi desiderata, apprezzata, amata dall'altro.

Una miscela fatale, perché anche l'amore, quello che arriva all'improvviso, può far male. Specie se non si è in grado di portarlo avanti, questo sentimento.

Attenzione, questo giallo tutto al femminile, non è un romanzo d'amore: quello che ci dice Pulixi è che dobbiamo stare attenti alle conseguenze dei nostri sentimenti, delle nostre debolezze, dei nostri gesti sugli altri. Perché l'amore spesso, oltre al dolore, può portarsi dietro anche l'odio e la vendetta.

E' un romanzo sorprendente, questo, non ci si staccherebbe mai dal libro, pur di leggere un'altra pagina e poi ancora un'altra. Si parla di amore, di odio, di come lavorano dentro di noi i sensi di colpa e di come sia difficile toglierseli di dosso.

Un romanzo che sorprende, fino all'ultima pagina.

La scheda del libro sul sito di Mondadori

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