Questa sera si parla di Nutella, nel servizio di Bernardo Iovene: come si vive nei luoghi dove la nocciola è diventata una monocultura, come a Viterbo o a Pistoia, dove gli abitanti denunciano l'abuso di diserbanti?
Report tornerà a parlare della vendita illegale di datteri di mare e, nell'anteprima, il tema quanto mai attuale della conversione energetica.
Ranucci la scorsa settimana ha annunciato anche un servizio sui commercialisti e imprenditori vicini alla Lega, ma non trovo nessun riferimento né sul sito di Report né sui canali social.
La transizione ecologica e il continuo ricorso alle energie fossili
Del capacity market, un piano del governo italiano per contrastare i blackout, ne aveva parlato lo scorso mese un servizio di Presadiretta, dove si spiegava come nonostante le troppe promesse, siamo ancora fortemente dipendenti dalle energie fossili su cui i governi italiani continuano ad investire.
Come il capacity market: si mette all'asta una quantità di energia, pagando oggi i produttori nel caso in cui domani dovessimo avere bisogno di energia. Le prime due aste per il 2022 e il 2023 si sono chiuse e hanno garantito premi milionari a chi produce energia da fonti fossili come il gas.
Queste centrali a gas, finanziate dallo Stato, rimarranno in funzione per i prossimi 30 anni.
Report ha intervistato Katiuscia Eroe che alla trasmissione ha spiegato come il gas metano non sia pulito, è almeno 25 volte più clima-alterante rispetto all'anidride carbonica.
Avremmo potuto investire quelle risorse su almeno 5-6GW di energia da fonti rinnovabili, associate a sistemi di accumulo, in grado di svolgere lo stesso lavoro di una centrale a gas.
Report ha anche ascoltato la versione del governo e del ministro per la transizione ecologica: “la coscienza a livello globale dell'urgenza è diventata enorme, qui. Se la domanda è, le avresti firmate oggi [le aste per il capacity market], la risposta è no, non avrebbero avuto gran senso.”
Ma Cingolani è anche il ministro che ad ogni incontri, convegno dove si parla di clima e energia tira fuori il nucleare, quello di nuova generazione, al momento solo sulla carta.
E sull'indipendenza dal gas è abbastanza chiaro con la giornalista di Report, sarà impossibile fare la transizione energetica rinunciando al gas. Per uscire dalle fonti fossili, dobbiamo comunque ricorrere alle fonti fossili, quanto meno per le scorte che dovremo fare di energia per il capacity market.
“In questo momento è inutile fare voli pindarici” risponde il ministro: “abbiamo nove anni per arrivare al target europeo degli accordi di Parigi [del 2015] del 55% di decarbonizzazione, lì credo che la tecnologia ci darà risposte enormi.”
In attesa della tecnologia c'è chi incassa: Enel ad esempio, che prenderà 750ml dalle aste, per potenziare impianti esistenti come quelli di Priolo e Termini Imerese mentre nuovi camini e nuove turbine verranno installate in Sicilia, a La Spezia e nella laguna di Venezia, nuovi impianti da 100MW dove un tempo bruciava il carbone.
Per Carlo Tamburi, AD di Enel Italia, questo è il principale strumento per favorire la transizione ecologica “meglio fare del nuovo gas, sicuramente più efficiente e performante piuttosto che lasciare il carbone.”
“E' un qualcosa di inefficiente” è il commento di Michele Governatori, responsabile del programma energia del Think Thank Ecco “ed è anche incompatibile con gli obiettivi di decarbonizzazione. Un azzardo che rischia di bloccare tecnologie alternative coerenti con decarbonizzazione.”
La scheda del servizio: Incapacity Market di Lucina Paternesi
La conferenza sul clima di Glasgow ha ribadito l’urgenza di limitare il riscaldamento globale, porre fine ai finanziamenti ai combustibili fossili e raggiungere le emissioni zero entro il 2050. La transizione ecologica non è più rimandabile, eppure, nei fatti, resta lettera morta. Nonostante gli impegni previsti dal PNRR per favorire lo sviluppo di energie rinnovabili, l’Italia si appresta a entrare nel vivo del Capacity market: per evitare il rischio di nuovi blackout e per cercare di mantenere costante il prezzo dell’energia, finanzieremo nuove centrali a gas che resteranno in funzione per i prossimi 30 anni. Per attuare questo piano spenderemo 1,3 miliardi di euro nel 2022 e 1,5 nel 2023. Il paradosso è che, per uscire dalle fonti fossili, ricorriamo comunque alle fonti fossili, come il gas.
Effetto monocultura
Come si vive attorno alle coltivazioni di massa di nocciole? E che succede se si abita attorno ai grandi vivai?
Qui una volta erano tutte vigne – racconta un contadino nel pistoiese a Bernardo Iovene, in una campagna dove si è circondati da alberi di nocciole: Vignanello era il paese delle vigne, una volta, oggi è il paese dei noccioleti, perché da queste parti piantare nocciole è diventato un investimento, ma la cultura intensiva ha le sue controindicazioni, specie per chi ci vive in mezzo.
Perché ogni proprietario fa i suoi trattamenti: una coppia che ha casa in mezzo a queste coltivazioni è andata più volte al pronto soccorso e hanno anche fatto esposti contro l'abuso dei trattamenti, ma il territorio interessato è vasto e i comuni sono piccoli per regolare un settore dove girano grandi interessi.
Chi vuole vendere le proprie nocciole a Ferrero, deve fare i trattamenti contro la cimice perché l'azienda fa dei controlli a campione per individuare la presenza di campioni “cimiciati”, ovvero punti dalla cimice.
Ci sono invece coltivatori che, sposando la linea biologica, di trattamenti non ne fanno i quali vendono la loro crema spalmabile: Iovene ha cercato anche in questa produzione biologica la presenza di cimici, rilevando (da un suo test, che non fa statistica) che l'assenza di trattamenti non comporta necessariamente un prodotto peggiore.
Cosa fanno questi coltivatori per combattere le cimici? Hanno piantato leguminose e trifogli sotto le piante per attrarre questo insetto.
I trattamenti si fanno per proteggere le piante dalla cimice: questo insetto punge il frutto e questo gli conferisce un sapore sgradevole, amaro: Bernardo Iovene si è anche offerto di assaggiarle, andando anche a seguire i vari utilizzi in pasticceria della nocciola, dai gelati alle torte.
Nella stessa zona di Pistoia sono presenti anche molti vivai che esportano piante ornamentali in Italia e in tutto il mondo: questa è un'industria che non comporta solo un consumo del suolo ma anche un importante consumo di sostanze chimiche per combattere gli infestanti, come il glifosato e altri insetticidi irrorati a pioggia sui vasi e sulle piante, sostanze che poi arrivano, con le piogge, fino alle abitazioni limitrofe ai campi (perché sui terreni, tra teli e ghiaia, c'è poca filtrazione).
E così in Italia ci sono zone dove le persone non hanno accesso, o lo hanno con difficoltà, all'acqua pubblica.
Iovene è andato nel comune di Caprarola vicino al lago di Vico, sempre nel viterbese: qui il sindaco spiega che l'acqua distribuita dal comune ai cittadini è sicura, mentre non si può bere quella del lago.
Ma, di fronte all'impianto di depurazione, il tecnico del comune racconta una storia diversa: l'acqua non si può bere, anche dopo il trattamento.
Perché c'è un giudizio della ASL di Viterbo in sospeso e dunque per il principio di massima precauzione, si è scelto di non rendere potabile l'acqua.
“L'acqua non è potabile nella forma ma non nella sostanza” assicura l'ex sindaco (lo era fino al momento del servizio) che assicura che ai suoi cittadini non è mai arrivata acqua tossica.
Il sindaco del comune di Nepi sta combattendo una guerra contro l'abuso dei fitofarmaci e dei pesticidi sulle coltivazioni: se iniziasse a fare le multe non basterebbero le casse del comune, la sua guerra è fatta per la difesa della salute dei suoi cittadini e della biodiversità.
La scheda del servizio: Monoculture o Biodiversità di Bernardo Iovene con la collaborazione di Greta Orsi e Alessandra Borella
Nella zona del viterbese tra Nepi e il lago di Vico il 90 per cento del patrimonio arboreo è costituito da nocciole, è il serbatoio italiano dei produttori di nocciolato spalmabile; ormai è una monocoltura, a scapito della biodiversità. Ma i noccioleti hanno bisogno di tanta acqua, i trattamenti creano problemi agli abitanti e al lago di Vico, in una zona vulcanica dove sono già presenti gas Radon e arsenico. Alcuni sindaci hanno emanato ordinanze di divieto di glifosato e altri fitofarmaci, imponendo nelle zone più a rischio l’agricoltura biologica. Sono entrati così in conflitto con i produttori che hanno fatto ricorso. Nella zona, il Dipartimento di Epidemiologia della Regione Lazio segnala un rischio maggiore di patologie tumorali e l’Istituto Superiore di Sanità ha rilevato nel lago di Vico livelli di composti inorganici di fosforo usato nei fertilizzanti.
Pistoia è il distretto vivaistico più grande di Europa. Ci sono circa 1400 aziende che esportano piante ornamentali in tutto il mondo, ma i vivai richiedono suolo a scapito delle colture seminative, che nel pistoiese non esistono quasi più. È un settore di difficile regolazione, i vivai sono a ridosso delle case e gli abitanti denunciano trattamenti continui con glifosato e altri prodotti chimici, i corsi d’acqua superficiali sono inquinati e a peggiorare la situazione è intervenuta una legge regionale che permette l’uso di fitofarmaci anche nei pressi dei pozzi di captazione di acqua per uso umano.
Il frutto proibito
Report si era già occupata dei datteri di mare qualche anno fa: sono molluschi la cui raccolta è proibita per legge, eppure questo prodotto si trova in alcuni ristoranti, segno che ad una domanda da parte delle persone (e di ristoratori con pochi scrupoli) c'è anche un offerta di pescatori di frodo.
Il servizio di Report racconterà dell'organizzazione di "datterari" che a Castellammare vendeva i datteri perfino a Legnano, nel milanese, il Bel Sit: "ma io non conosco nessuno a Castellamare" aveva risposto al giornalista il titolare, ma ci sono intercettazioni raccolte nel corso delle indagini che lo smentiscono.
Non solo,un cliente che li ha mangiati ne ha postato la foto, dei datteri, sul profilo google del ristorante: "non sono riuscito a contattarlo, questa foto non mi piaceva perché non era buona pubblicità" cercava di spiegare il ristoratore.
In due anni, tra il 2016 e il 2018, la guardia di finanza ha tracciato diversi acquisti di datteri, il contrario di quanto raccontano a Report i titolari, "figurati se mi metto a vendere datteri, in una cittadina di 70mila abitanti".
In relazione alla pesca illegale di questo mollusco, a luglio la procura di Torre Annunziata ha arrestato diciotto persone e denunciato ristoranti, pescherie con varie accuse, da disastro ambientale e ricettazione ed associazione a delinquere.
La scheda del servizio: Operazione Datteri di Emanuele Bellano con la collaborazione di Greta Orsi
Dopo un'indagine durata oltre tre anni la procura di Torre Annunziata ha arrestato 18 persone e denunciato proprietari di pescherie, ristoranti e centri di distribuzione ittica in tutta Italia con l'accusa di disastro ambientale, ricettazione e associazione per delinquere, reati commessi in relazione alla pesca illegale dei datteri di mare. Report ha seguito la genesi e l'evoluzione dell'indagine ed è in grado di mostrare documenti inediti: filmati da telecamere di sorveglianza che registrano lo spaccio di datteri di mare nelle strade di Castellammare di Stabia, intercettazioni telefoniche che svelano le richieste di datteri di mare da parte di ristoratori della Lombardia e della Campania, interviste esclusive a persone ritenute dagli inquirenti membri della rete di distribuzione in Lombardia e a ristoratori accusati di vendere datteri di mare nei loro locali, tra cui il ristorante stellato in centro a Napoli in cui ha cenato anche Jeff Bezos.
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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