Dieci anni fa Berlusconi andava da Napolitano al Quirinale per rassegnare le sue dimissioni.
Mentre in strada si festeggiava la fine di un governo delle leggi ad personam, degli scandali, del ritorno del nucleare e della privatizzazione dell'acqua, molti commentatori politici storcevano il naso (ma come si permette questa plebe di gioire?).
Quello che successe poi è storia nota: l'arrivo di Mario Monti e del suo loden per un governo chiamato a fermare la potenziale deriva a sinistra (non si andò ad elezioni), che varò misure per salvare l'Italia a base di tagli, di pensioni allungate (senza scalini) e tante promesse non mantenute sulle disuguaglianze e le posizioni di rendita.
Quello di Monti fu un anno abbondante di governo connotato da elogi senza se e senza ma sui giornali, dalla sponsorizzazione per il Quirinale e della sua agenda Monti che il centro sinistra avrebbe dovuto prendere come sua.
Nonostante la distanza col governo Berlusconi, rimaneva un governo conservatore coi voti del PD che, logorata dall'appoggio a Monti, non comprendeva come il suo elettorato fosse insofferente ad un partito che non si occupava più degli ultimi, del precariato, di beni pubblici.
Sono passati dieci anni e ci troviamo nuovamente nelle mani del uomo della provvidenza, il salvatore della patria, competente e autorevole per definizione che ci porterà fuori dalla crisi.
Almeno così dicono: il PIL cresce ma rimane sotto i valori di pre pandemia, ma dove finisce questa ricchezza? Le disuguaglianze crescono, crescono i poveri, cresce in modo vergognoso l'uso del precariato (e la riforma del reddito di cittadinanza va in quella direzione, incentivando le agenzie interinali a trovare lavoretti a breve), si torna a parlare di privatizzazioni (del servizio idrico).
Un ritorno al passato, come anche un deja vu l'atteggiamento della stampa: avete fatto caso come siano scomparsi dalle prime pagine i titoli allarmistici sul vulnus dei DPCM, come ai tempi del governo Conte 2?
Come cambierà la vita degli italiani con questo governo dei competenti?
Quanti godranno del nuovo boom o della crescita del PIL?
Mettiamo assieme i fatti: la crescita si sta basando sull'attivazione di contratti precari, la sanità territoriale non è stata rinforzata anzi, in Lombardia la si sta consegnando ai privati.
Le modifiche al reddito di cittadinanza, a pensar male, avvantaggeranno solo le agenzie private.
Nulla sui salari minimi (tanto c'è la contrattazione dicono, che vale però sempre per meno persone), sulla sulle delocalizzazioni, nulla sulla sicurezza sul lavoro (anzi, assicura Brunetta, vi avviseremo prima).
Il governo liberale e competente si è bloccato sui lidi e sulle concessioni.
L'impressione è che tutto questo chiacchierare sulle elezioni per la presidenza della repubblica servano solo a nascondere la polvere sotto il tappeto.
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