La prossima puntata di Report si occuperà delle mafie in Italia: dopo le stragi del 1992 sarebbe avvenuta una trasformazione in “cosa nuova”, un'unica cupola che riunirebbe ndrangheta e cosa nostra che, attraverso la massoneria deviata, tesse rapporti con servizi segreti, politica e imprenditoria.
Chi è il politico che oggi starebbe giocando una partita importante per l'elezione del presidente della Repubblica?
Report ritornerà sul vaccino Astrazeneca, sui rischi di trombosi e dei nuovi studi su di esso.
La cosa nuova
Qual è il significato del verbo accannarsi? Nell'anticipazione del servizio che racconterà della trasformazione della cupola mafiosa dopo le stragi del 1992, si usa questo verbo per descrizione la strategia mafiosa:
Annacarsi è un verbo contraddittorio, vuol dire una cosa e il suo contrario. Incarna il metodo grazie al quale la 'ndrangheta sia riuscita a mantenere rapporti con istituzioni, massoneria deviata e servizi segreti.
Questa trasformazione è stata raccontata dal pentito calabrese Nino Fiume, che ha usato la metafora del treno: “c'è una ndrangheta che può essere paragonata a un treno con tanti vagoni, e ogni vagone ha il suo capo locale. Diciamo un treno locale, poi c'è un treno ad alta velocità, dove non possono salire tutti, ci vanno solo i capi, e che al di sopra di questo treno c'è gente che viaggia in aereo, e non si fa vedere.
All'insaputa anche dei passeggeri che stanno sul treno dirige gli scambi di rotta per quello che deve fare, quelli sono riservatissimi, se vogliamo chiamarli così”
Il servizio di Mottola racconterà di come la ndrangheta abbia cambiato pelle, una prima volta, a seguito di un incontro su una montagna in Aspromonte, a Montalto, nel 1969: il summit di Montalto è stato raccontato a Report da uno dei presenti, il collaboratore Carmelo Serba. Si tratta dell'avvicinamento di esponenti della ndrangheta, mediato dal boss Paolo Di Stefano con persone “che non appartengono a noi”, personaggi politici che “possono portare armi, possono portare soldi, possono portare pratica, insegnamento per fare le cose migliori di come le abbiamo fatte fino ad oggi. Dalla boscaglia arrivano questo gruppo di uomini, Stefano delle Chiaie, Pier Luigi Concutelli e Valerio Borghese.”
Erano i principali esponenti dell'estrema destra in quel momento, Delle Chiaie il fondatore di Avanguardia Nazionale, nata come scissione dall'MSI, Concutelli era tra i dirigenti di Ordine Nuovo, altro gruppo nato dal Movimento Sociale, condannato all'ergastolo per l'omicidio del giudice Occorsio (nel 1976) e Junio Valerio Borghese, ex gerarca e fondatore del Fronte Nazionale.
L'incontro tra questi due mondi fu determinante per l'organizzazione dei moti di Reggio Calabria, nel 1970 – racconta Vincenzo Vinciguerra, esponente di Ordine Nuovo: “mobilitare le piazze era qualcosa che poteva fare la ndrangheta, non Avanguardia Nazionale, c'era un accordo operativo tra ndrangheta e A.N. che risale all'autunno del 1969, ancora prima di Piazza Fontana.”
Il summit di Montalto del 1969, prima di Piazza Fontana, prima della strategia della tensione, segna l'ingresso della ndrangheta in un disegno eversivo che punta a ribaltare la democrazia in Italia.
Nel summit la ndrangheta non stringe un accordo organico solo con l'estrema destra, come emerso nelle indagini sul Golpe Borghese c'è un terzo protagonista che ha avuto un ruolo importante di regia dell'operazione, la Loggia Propaganda 2 di Licio Gelli.
Licio Gelli, massoneria, estrema destra, sono i protagonisti di un episodio rimasto in parte oscuro nella nostra storia, il Golpe Borghese: un colpo di stato che avrebbe avuto alla testa l'ex gerarca Junio Valerio Borghese (nonché comandante della X Mas), a cui inizialmente aderiscono alcune delle massime cariche dell'esercito, del corpo forestale e dei servizi segreti.
Vincenzo Vinciguerra, l'ex esponente di Ordine Nuovo che ha scelto di parlare di questi eventi dopo essersi reso conto di come l'estrema destra fosse in realtà manovrata dall'alto da servizi, racconta come anche la ndrangheta avrebbe dovuto partecipare a questo golpe: “i moti di Reggio Calabria, degenerati con le tecniche di guerriglia urbana, precedevano quella che era la data del golpe Borghese.”
Anche il collaboratore Carmelo Serpa conferma quanto rivela Vinciguerra: sia la ndrangheta che cosa nostra avrebbero dovuto partecipare.
Un altro ndranghetista, Pasquale Nucera, parla del ruolo di Gelli: “per avere il controllo del territorio delle logge, del territorio e delle votazioni, praticamente Gelli cosa ha fatto? Essendo le famose ndranghete calabresi a livello di clan e di famiglie, inseriva uno in ogni clan dentro la P2, uno per ogni locale”.
Licio Gelli, chiede il giornalista Mottola, ha contribuito allora a rifondare la ndrangheta negli anni 70?
“Gelli ha rifondato il potere e che ancora dura.”
Nello stesso anno in cui viene costituita la loggia P2 di Gelli la ndrangheta si dota di una nuova struttura interna, la “santa”.
Con la santa – racconta il procuratore Gratteri – si è data la possibilità in origine solo a 33 ndranghetisti di avere la doppia affiliazione, di entrare a far parte di una loggia massonica deviata. Quindi interagire col mondo delle professioni, con un ceto sociale alto, con la classe dirigente, e quindi entrare nella stanza dei bottoni.
Con la santa la ndrangheta si fonde con la massoneria deviata, dando vita ad un nuovo sistema criminale, compiendo un vero e proprio passaggio di stato, da organizzazione statica, irrigidita da una miriade di clan e famiglie, attraverso la contaminazione con la massoneria, rompie i vincoli delle vecchie regole e si evolve verso una struttura incorporea, diventa invisibile e capace di permeare l'ambito dell'economia e della politica.
Sempre Pasquale Nucera spiega che dovevi essere santista per entrare nella massoneria: “la santa è un livello superiore che decide [..], è il cervello .. Un santista può dire alla polizia che lei è stato quello che ha sparato senza portare peso ”
La scheda del servizio: La cosa nuova di Paolo Mondani e Giorgio Mottola, Consulenza Lucio Musolino. Con la collaborazione di Norma Ferrara e Alessia Marzi, Immagini di Alfredo Farina, Carlos Dias, Cristiano Forti, Fabio Martinelli
Viaggio all'origine della 'ndrangheta: come ha fatto la mafia calabrese a diventare l'organizzazione criminale più potente e più ricca d'Italia e d'Europa. Con le testimonianze esclusive di ex affiliati, membri riservati e condannati, Report ricostruirà la storia della cupola segreta degli Invisibili: politici, imprenditori e professionisti che fanno parte della direzione strategica della 'ndrangheta e che hanno consentito alle cosche di mantenere rapporti con le istituzioni, la massoneria deviata e i servizi segreti. La rifondazione della 'ndrangheta contemporanea ha una data precisa: il 26 ottobre del 1969. Quel giorno sull'Aspromonte, a Montalto, si svolge un summit dei capi della mafia calabrese a cui partecipano i vertici della destra neofascista. Qualche mese dopo scoppiano i moti di Reggio Calabria e si prepara il golpe Borghese. È in queste occasioni che la storia della 'ndrangheta si incrocia con la P2 di Licio Gelli e nasce la Santa, la struttura segreta che consente alle cosche di avere rapporti diretti con le logge deviate. Da quel momento parte una scalata al potere che ha consentito alla 'ndrangheta di entrare nel cuore delle istituzioni italiane, orientando indagini, portando in Parlamento i propri uomini e facendo arricchire i propri imprenditori di riferimento.
Un aggiornamento sul vaccino Astrazeneca
Report ritorna sul vaccino Astrazeneca la cui somministrazione è stata cessata in Italia e nel resto dell'Europa dopo i casi di pazienti morti in seguito alle trombosi scatenate a seguito della sua inoculazione. Casi rari legati soprattutto a pazienti giovani, sotto i 50-60 anni, soprattutto perle donne.
Il professor Greinacher, immonologo all'università di Greifswald in Germania, già a marzo aveva scoperto come trattare i pazienti colpiti dai coaguli del sangue associati a trombocitopenia dopo la somministrazione di AstraZeneca: alla trasmissione racconta “abbiamo scoperto che il mal di testa precede la trombosi, e i pazienti curati in tempo con le immunoglubuline non sviluppano la trombosi al seno venoso cerebrale.”
Eppure il commissario straordinario per la vaccinazione e le regioni decidono di aprire gli open day over 18 per dare uno stimolo alla campagna vaccinale. Contro questi open day si scatenano le polemiche: il 30 maggio 24 medici vaccinatori volontari di Genova pubblicano sull'Huffington posto una lettera dal titolo eloquente “perché Astrazeneca non è un vaccino per giovani.”
Alcuni giorni dopo un appello simile esce dall'associazione Luca Coscioni, tra i firmatari ci sono la biologa Valeria Poli e l'immunologa Anna Rubartelli: “i giovani e soprattutto le giovani donne con vaccini adenovirali possono andare incontro a delle complicanze, rarissime, ma anche molto gravi, che è questa trombosi con trombocitopenia” racconta a Claudia di Pasquale Anna Rubartelli.
“I dati scientifici, da due mesi forse, da fine marzo, dicevano che questa complicanza più frequente nei giovani, più giovani erano, più era frequente.” aggiunge la dottoressa Poli.
“Se noi sappiamo che AstraZeneca da delle complicanze gravi, nelle fasce d'età più giovani, organizzare un open day con AZ ci sembra folle, per di più i ragazzi avevano una gran voglia di vaccinarsi perché volevano giustamente tornare alla vita normale” - sempre l'immunologa Rubartelli.
Sono rimaste sorprese allora quando tante regioni scelsero questa strada, perché sapevano quanto fosse una scelta insensata: “abbiamo sentito che dovevamo fare qualcosa perché si potevano potenzialmente rischiare delle vite” e così le due dottoresse hanno fatto un appello contro gli open day.
La scheda del servizio: Il
caso Astrazeneca Gli Open Day over 18 di Claudia Di Pasquale,
con la
collaborazione di Giulia Sabella e Cecilia Andrea
Bacci, Immagini di Giovanni De Faveri
Report torna sul caso AstraZeneca e sui rari e inusuali effetti avversi come la VITT (trombosi con trombocitopenia indotta dal vaccino) ripartendo da chi, per primo, ha cercato e individuato i pericolosi anticorpi anti-PF4. È Andreas Greinacher, l'immunologo tedesco di fama mondiale che già il 20 marzo scorso aveva tenuto una conferenza stampa internazionale per condividere le sue scoperte su come riconoscere i sintomi e come trattare i pazienti colpiti da questa sindrome. In Italia cosa è successo? Chi si è trovato davanti un paziente colpito da VITT ha saputo sempre riconoscere i sintomi?
Le anticipazioni dei servizi che andranno in onda questa sera le trovate sulla pagina FB o sull'account Twitter della trasmissione.
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