C'è un brutto clima, tira una brutta aria e non mi riferisco solo al clima del pianeta, che non verrà salvato dai grandi della terra che si riuniscono periodicamente per fare promesse rinviate di anno in anno.
Il nulla al G20 seguirà il nulla o poco più di Glasgow: i due accordi firmati, su deforestazione e metano non sono vincolanti, sulla carta non è stato messo nero su bianco come raggiungere questi obiettivi (entro il 2030).
C'è un brutto clima nel paese: gli attacchi pretestuosi contro Report, perché pare che in TV possono andare no vax, VIP in cerca di visibilità a parlare di vaccini ma che nessuno si permetta di sollevare dubbi sulle case farmaceutiche o sulla politica dei vaccini.
C'è un brutto clima anche sulle politiche ambientali: puntare sulle rinnovabili non va bene, il governo (che non sbaglia mai) punta sulle scelte che ha fatto Eni (e che un servizio di Presadiretta ha smontato), si continua a parlare di nucleare come se questa tecnologia fosse dietro l'angolo.
C'è un brutto clima dentro le nostre istituzioni e tra la claque nel mondo dell'informazione: perché non aboliamo le elezioni? Perché dobbiamo andare a votare quando c'è Draghi? E, l'ultima uscita del ministro Giorgetti che ha giurato sulla Costituzione, perché non consentire a Draghi di fare presidente della Repubblica e del Consiglio?
Che brutto clima.
Anche nel paese: il PIL si riprende ma non cresce l'occupazione e non è occupazione a lungo termine.
Questo governo dei competenti ha tolto il cashback, trasformato il reddito di cittadinanza in un business per le agenzie lavorative (si può dire senza offendere qualcuno?), ripreso in mano la Fornero, ha messo le mani sui nostri dati personali nel DL concorrenza.
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