Non basta una giornata contro la violenza sulle donne, come non basta la giornata in ricordo delle vittime della mafia, per cercare di cambiare le cose.
Ovvero fermare l'elenco delle donne vittime della violenza dei loro compagni, mariti, ex mariti o compagni.
Superare le discriminazioni salariali e in generale nel mondo del lavoro tra donne e uomini.
Serve partire dall'educazione, sin nelle scuole e percorsi per curare i maschi malati che considerano le donne solo come oggetti di cui disporre a loro piacere.
Serve aumentare le risorse per le strutture che accolgono le donne vittime di violenza.
Serve limitare (facendo controlli rigorosi ogni anno) l'uso delle armi, anche quelle che vengono comprare per fini sportivi.
E purtroppo servono anche le quote per la parità di genere, nelle liste elettorali, nelle amministrazioni, nei giornali. Almeno finché i ruoli di comando non saranno più considerati luoghi per soli uomini.
Se non si parte da questo, la giornata contro la violenza sulle donne rimarrà il giorno delle lacrime da coccodrillo, dove si elencano i tristi elenchi delle vittime.
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