Più che quello che verrà scritto nel documento finale per la COP26, dovrebbe preoccuparci quello che manca.
Manca una presa di posizione chiara sulla riduzione dei sussidi alle fonti fossili, che in Italia significa un giro di soldi da 35 miliardi alle aziende per sussidi e sgravi.
Manca una posizione chiara sul futuro delle auto a combustione, segmento che l'Italia sta perdendo pezzo dopo pezzo tra l'altro (senza nemmeno sposare la strada dei bus elettrici).
Manca anche una posizione chiara sul carbone, a parte la notizia che America e Cina (i maggiori emittori di co2 al mondo) torneranno a sedersi attorno ad un tavolo.
Nel documento finale manca anche un riferimento al trasporto aereo, responsabile di 600-900 ml di tonnellate di gas inquinanti emessi in atmosfera (saranno felici le compagnie low cost).
Manca anche un riferimento all'agricoltura intensiva, quella legata agli allevamenti intensivi che utilizzano fertilizzanti da fonti fossili: i fertilizzanti da fonti fossili contribuiscono hanno un'impatto sulle emissioni pari a quello delle fonti delle compagnie aeree.
Forse abbiamo perso l'ennesima occasione.
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