Perchè sono anni che sentiamo parlare di riforme sulla giustizia e lo stato della giustizia va sempre peggio?
Processi lenti, ricorsi alla Corte Europea?
Assenza di certezza della pena?
Intere regioni in cui la criminalità organizzata sembra governare?
Il livello di corruzione peggiore dei paesi del G8?
Perchè per la classe politica è così importante controllare la magistratura?
Che paese avremmo se la giustizia funzionasse veramente: la giustizia, ovvero il potere dei senza potere?
Lo spiega Bruno Tinti, ex magistrato, Procuratore Aggiunto presso la Procura di Torino, giù autore di Toghe Rotte.
“Con le leggi ad personam, la classe politica e i suoi amici hanno di fatto conseguito l'impunità. Solo che c'è un problema: queste leggi adesso valgono per tutti”.
[pagina 36]
“Forse se i cittadini sapessero cosa significa davvero la separazione delle carriere avrebbero un quadro più chiaro di come la classe politica interpreta l'articolo 3 della Costituzione, quello che dice che tutti i cittadini sono eguali davanti alla legge”.
[pagina 151]
“L'autonomia dei giudici costituisce una garanzia per i cittadini. Non per i giudici, per i cittadini”.
[pagina 17]
“Quando i politici dicono che vogliono regolamentare le intercettazioni perchè necessario tutelare la privacy, non si riferiscono ai cittadini, ma a loro, alla privacy di un paio di migliaia di persone”.
[pagina 163]
[pagina 114-115]
“Quando ho finito di prendermela con le leggi, mi sono accorto che dovevo prendermela con me stesso, e con tutti quelli come me”.
[pagina 204]
Il post sul blog dell'editore Chiarelettere e sul blog Toghe Rotte.
Il sommario del libro.
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Technorati: Bruno Tinti.
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