26 gennaio 2010

La fattoria degli animali di George Orwell

C'è già tutto scritto in questo libro.
Scritto da
George Orwell alla fine della seconda guerra mondiale, con bene in mente la dittatura comunista in Russia, ma che in realtà si adatta benissimo a qualsiasi regime dittatoriale in cui un capo si arroga il diritto di governare in nome del popolo e per il popolo.
Senza nessuno che lo contraddica, con uno stuolo di servi pronti a incensarlo.

Un racconto che ricorda tanto le allegorie di Esopo con gli animali a raffigurare tutte i caratteri negativi degli umani.
Qui sono i maiali della fattoria del dottor Jones che prendono il potere, scalzando il padrone incapace di portare avanti la fattoria.
E in nome di una libertà che garantisca a tutti una vita migliore e libertà per tutti, instaura un sistema di potere basato su sette brevi comandamenti.
Qualunque cosa cammini su due zampe è un nemico.

Qualunque cosa cammini su quattro zampe o abbia le ali è un amico.
Nessun animale deve indossare vestiti.
Nessun animale deve dormire in un letto.
Nessun animale deve bere alcol.
Nessun animale deve uccidere un altro animale.
Tutti gli animali sono uguali.

L'iniziale libertà degli animali, dopo la cacciata del fattore, scivola pian piano in una forma di regime in mano ai maiali, ritenuti i più idonei perchè più intelligenti, a mandare avanti la fattoria.
Nonostante le leggi che gli animali si sono dati.
Nonostante la battaglia comune per la libertà.

In particolare i due leader sono Napoleone e Palla di Neve: il primo deciso a respingere tutti gli attacchi esterni con la forza. Il secondo dell'idea di espandere la rivoluzione ad altre fattorie.

Come sempre, Palla di Neve e Napoleon erano in disaccordo. Secondo Napoleon, ciò che gli animali dovevano fare era procurarsi armi da fuoco e addestrarsi al loro uso. Palla di Neve era invece del parere che si dovessero spedire stormi e stormi di piccioni a suscitare la Rivoluzione fra gli animali delle fattorie. L'uno argomentava che se non avessero saputo difendersi da soli erano destinati a esser vinti; l'altro ragionava che, se la Rivoluzione fosse scoppiata dappertutto, essi non avrebbero avuto più bisogno di difendersi. Gli animali ascoltavano prima Napoleon, poi Palla di Neve e non sapevano decidere chi dei due avesse ragione. In realtà si trovavano sempre d'accordo con quello che parlava al momento.


In che modo si arriva a tutto ciò? Con la propaganda, con l'offuscamento della memoria, sfruttando la paura con frasi ad effetto ("volete che torni Jones").
In apparenza lavorano per il bene comune, dicono tramite il loro portavoce, il maiale piffero. In realtà il loro è solo un tentativo di conquistare l'egemonia e poi il potere.
Napoleone e
Annientando la fronda interna; assumendo tutti i tratti di comando caratteristici dell'uomo: la frusta, il camminare a due zampe, il dormire in casa, mangiare i cibi ad altri proibiti ..

Infine facendo uso di una fitta operazione di disinformazione , sfruttando l'ignoranza e la ingenuità di tutti gli altri.
Le leggi che gli animali si erano dati, vengono cambiate nottetempo, con piccole aggiunte e, di fronte alle perplessità di qualcuno, Piffero la voce del maiale Napoleone risponde "ma no, vi ricordate male ..".

Nessun animale deve dormire in un letto. (con le lenzuola)
Nessun animale deve bere alcol. (in eccesso)
Nessun animale deve uccidere un altro animale. (senza motivo)
Tutti gli animali sono uguali. (ma alcuni sono più uguali degli altri)

"Napoleone, ha sempre ragione" è la risposta del cavallo Boxer.
"quattro gambe buono, due gambe cattivo" è invece il belato delle peeeeecore, cghe chiude ogni discussione.

Profetico il finale: maiali e umani, così nemici un tempo, diventano alleati. Le bestie costrette a lavorare più di prima, non riescono a scorgere le differenze tra i primi e i secondi:
Gli animali da fuori guardavano il maiale e poi l'uomo, poi l'uomo e ancora il maiale: ma era ormai impossibile dire chi era l'uno e chi l'altro.

Lo ripeto, Orwell nel libro parlava della rivoluzione russa trasformatasi poi nella dittatura staliniana:
Napoleone = Stalin
Palla di Neve = Trotskij
Piffero = la pravda e tutta la propaganda comunista («quattro gambe buono, due gambe meglio»)
Le pecore: tutta la parte del popolo pronta a incensare il capo, sezan porsi la domanda, perchè?
Boxer = Aleksej Stachanov. Usato come riferimento per tutti i lavoratori della fattoria per il suo impegno. Ma gettato in pasto al macellaio, appena malato:

Napoleon stesso partecipò alla riunione della domenica seguente e pronunciò una breve orazione in onore di Boxer. Non era stato possibile, disse, riportare i resti del loro compianto compagno perché trovassero sepoltura nella fattoria, ma egli aveva ordinato una grande corona composta con foglie della pianta di alloro del suo giardino, da deporre sulla tomba dello scomparso. Pochi giorni dopo era intenzione dei maiali tenere un grande banchetto funebre in onore del defunto. Napoleon terminò il suo discorso ricordando le due massime favorite da Boxer: "Lavorerò di più" e : "Il compagno Napoleon ha sempre ragione!", massime, egli disse, che ogni animale avrebbe dovuto adottare come proprie.

Ma i personaggi della storia potrebbero benissimo essere calati in altre realtà. Il leader indiscusso. Il suo portavoce. I suoi giornali, il sistema di informazioni controllato. I pecoroni che ripetono quello che vuole il capo....


Diceva Owell, in un suo aforisma celebre: Nel tempo dell'inganno universale dire la verità è un atto rivoluzionario.


Il link per ordinare il libro su
ibs.
Wikipedia:
La fattoria degli animali, George Orwell
Technorati:

Nessun commento: