Da Bettino a Berlusconi: dalla fine della prima repubblica, con i partiti messi con le spalle al muro dai processi per il sistema di corruzione, a Berlusconi, con la fine della seconda repubblica. Con un parlamento svuotato dei poteri, partiti senza valori.
Il passato che ritorna: non solo i vecchi reperti archeologici come De Mita, Andreotti, Ciarrapico. Tra l'altro tutti ancora in politica.
Non solo la cancellazione della storia: tangentopoli senza le tangenti. Il grande statista che cancellò la scala mobile, creò la frizione con gli Stati Uniti per la vicenda di Sigonella e del terrorista palestinese, finanziò Arafat.
Ma anche, e soprattutto il ritorno all'immunità parlamentare: la superiorità della casta politica (perchè al popolo, alla gente normale che non ha problemi di tangenti della riabilitazione di Craxi non importa) rispetto alla Costituzione e alle leggi.
Il vuoto politico della stagione di Mani Pulite fu riempito come sappiamo: dal partito fondato da Berlusconi, amico di Craxi, da cui ottenne le famose leggi sulle televisioni (la Mammì, p.e.). E negli anni successivi la classe politica anzichè interrogarsi sulla "questione morale", emanò leggi tese a bloccare l'azine dei magistrati contri i reati dei colletti bianchi.
Fino a oggi, con la corruzione dilagante, su cui il DL sul processo breve metterà una pietra sopra.
Ad Annozero sono stati ritrasmessi spezzoni del processo Enimont: l'interrogatorio di Forlani sulle tangenti prese dalla DC, la bava agli angoli della bocca, l'atteggiamento quasi impaurito per l'essersi trovato (forse per la prima volta) a dover rispondere dei propri reati.
Ma anche l'atteggiamento con cui, senza nessuna ipocrisia, Craxi rispondeva (sempre a Di Pietro) del sistema illegale di finanziamento ai partiti.
Forlani non sapeva delle tangenti.
Craxi le ammise: ma coinvole tutti i partiti. Dai comunisti dell'attuale presidente Napolitano (che non poteva non conoscere i traffici del PCI con i paesi dell'est).
Il grande statista Craxi, si dice: ma si può essere grande statista senza rispettare le leggi dello stesso stato?
Come la legge sul finanziamento ai partiti.
Come nella vicenda della maxitangente Enimont: "tutti i partiti sapevano che i loro bilanci erano falsi", diceva Craxi in aula, e lo si sapeva da quando portava i pantaloni alla zuava.
In studio erano presenti il senatore Gasparri, il direttore di Micromega Flores D'Arcais, Luca Josi.
All'epoca di Mani Pulite il partito di Gasparri (e il suo partito) stava da una parte ben precisa: favorevole ai processi contro il sistema di corruzione, al processo ad Andreotti.
Flores ha chiesto a Gasparri quali delle dichiarazioni fatte allora da Fini, condivideva ancora oggi.
"Ma sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no; poiché il di più vien dal maligno" Matteo cap. 5
Invece il senatore cercava di spostare l'attenzione sui soliti luoghi comuni di Mani Pulite.
Le indagini che si sono fermate quando coinvolgeva il PDS.
Di Pietro che ha risparmiato la sinistra in previsione di una sua discesa in campo: "Di Pietro si dovrebbe chiudere in carcere da solo" per quello che ha fatto.
Stesso ragionamento poi portato avanti da Luca Josi (collaboratore e fedelissimo di C.): i finanziamenti dall'Unione Sovietica, il paese nemico del blocco atlantico.
Peccato che si scordi dei soldi ai palestinesi; dei finanziamenti presi dalla DC dalla Cia (anche ai movimenti di estrema destra).
Un personaggio ambiguo, Josi: tanto pacato, all'apparenza, ma capace di ritirare fuori dal fango la diffamazione contro Travaglio (la vacanza a spese di un boss), tanto per dire che tutti avremmo qualcosa da nascondere.
Craxi rubò, ma solo per il partito, la solita tesi (che è già un passo avanti rispetto alla balla nagazionista sulle tangenti).
E i conti di cui era beneficiario in Svizzera? (15 miliardi)
E i soldi per la televisione data alla Pieroni?
E le ville, le operazioni immobiliari?
Altro spezzone interessante è stata l'intervista a Michele Raggio:colui che fece sparire i soldi dai conti Svizzeri.
La sua versione era che "Di Pietro è un burattino" che si muove per colpire Craxi dopo Sigonella.
Altro spezzone interessante, l'intervista di Corrado Formigli a Beppe Grillo (oscurato in Rai, nemmeno fosse una escort), in cui raccontava del suo movimento, dei partiti di oggi, dell'economia del debito.
Da Tremonti che vende il nostro debito ai cinesi, alle concessioni regalate su acqua, autostrade, televisioni.
E mentre il paese è a rischio di una grave crisi sociale, per il lavoro, non dobbiamo dimenticarci del rischio della criminalità organizzata.
Le mafie che, dopo la corruzione, sono la seconda piaga dell'Italia.
A Palermo Ruotolo, davanti ai magistrati antimafia, muti per protesta, registrava un brutto clima.
Le notizie di un ritorno alla strategia stragista (le minacce al pm di Caltanisetta Lari). Le intimidazioni contro il presidente Napolitano.
Il pm Nino di Matteo parlava di un clima di astio, di delegittimazione.
Pericoloso.
Perchè non si può continuare a sciorinare le solite cifre dei sequestri, degli arresti fatti (come ieri sera da Gasparri), delle confische, quando poi si dice agli stessi magistrati che sono deviati, imparziali, un plotone di esecuzione.
Quando si fanno le leggi per bloccare le intercettazioni, sui beni confiscati all'asta. Quando si riducono i fondi per la giustizia.
Quando si fanno le leggi come quella del "processo breve".
Perchè vero che il centrodestra ha inasprito il 41 bis. Ma è lo stesso centrodestra da cui escono le proposte di togliere il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (come per Dell'Utri).
Travaglio, infine, nel suo punto, ha ricordato le vicende giudiziarie di Craxi e del PSI milanese.
Lo scandalo petrolio del 1973; lo scandalo P2; l'arresto di Roberto Calvi; l'arresto di roberto Natali, nel 1987, poi riparato in senato.
I due comunisti arrestati a Milano (i primi due arresti).
Come mai ha pagato solo Craxi e non Occhetto o Napolitano? Forse perchè loro non avevano conti a proprio nome.
E le tangenti, le paghiamo noi, con le tasse (il prelievo straordinario dai conti del 6% del 1993 del governo Amato): forse è vero che Mani pulite ha salvato l'Italia da una rivolta popolare, come in Argentina.
La puntata di Annozero.
Technorati: Annozero
Il passato che ritorna: non solo i vecchi reperti archeologici come De Mita, Andreotti, Ciarrapico. Tra l'altro tutti ancora in politica.
Non solo la cancellazione della storia: tangentopoli senza le tangenti. Il grande statista che cancellò la scala mobile, creò la frizione con gli Stati Uniti per la vicenda di Sigonella e del terrorista palestinese, finanziò Arafat.
Ma anche, e soprattutto il ritorno all'immunità parlamentare: la superiorità della casta politica (perchè al popolo, alla gente normale che non ha problemi di tangenti della riabilitazione di Craxi non importa) rispetto alla Costituzione e alle leggi.
Il vuoto politico della stagione di Mani Pulite fu riempito come sappiamo: dal partito fondato da Berlusconi, amico di Craxi, da cui ottenne le famose leggi sulle televisioni (la Mammì, p.e.). E negli anni successivi la classe politica anzichè interrogarsi sulla "questione morale", emanò leggi tese a bloccare l'azine dei magistrati contri i reati dei colletti bianchi.
Fino a oggi, con la corruzione dilagante, su cui il DL sul processo breve metterà una pietra sopra.
Ad Annozero sono stati ritrasmessi spezzoni del processo Enimont: l'interrogatorio di Forlani sulle tangenti prese dalla DC, la bava agli angoli della bocca, l'atteggiamento quasi impaurito per l'essersi trovato (forse per la prima volta) a dover rispondere dei propri reati.
Ma anche l'atteggiamento con cui, senza nessuna ipocrisia, Craxi rispondeva (sempre a Di Pietro) del sistema illegale di finanziamento ai partiti.
Forlani non sapeva delle tangenti.
Craxi le ammise: ma coinvole tutti i partiti. Dai comunisti dell'attuale presidente Napolitano (che non poteva non conoscere i traffici del PCI con i paesi dell'est).
Il grande statista Craxi, si dice: ma si può essere grande statista senza rispettare le leggi dello stesso stato?
Come la legge sul finanziamento ai partiti.
Come nella vicenda della maxitangente Enimont: "tutti i partiti sapevano che i loro bilanci erano falsi", diceva Craxi in aula, e lo si sapeva da quando portava i pantaloni alla zuava.
In studio erano presenti il senatore Gasparri, il direttore di Micromega Flores D'Arcais, Luca Josi.
All'epoca di Mani Pulite il partito di Gasparri (e il suo partito) stava da una parte ben precisa: favorevole ai processi contro il sistema di corruzione, al processo ad Andreotti.
Flores ha chiesto a Gasparri quali delle dichiarazioni fatte allora da Fini, condivideva ancora oggi.
"Ma sia il vostro parlare: Sì, sì; no, no; poiché il di più vien dal maligno" Matteo cap. 5
Invece il senatore cercava di spostare l'attenzione sui soliti luoghi comuni di Mani Pulite.
Le indagini che si sono fermate quando coinvolgeva il PDS.
Di Pietro che ha risparmiato la sinistra in previsione di una sua discesa in campo: "Di Pietro si dovrebbe chiudere in carcere da solo" per quello che ha fatto.
Stesso ragionamento poi portato avanti da Luca Josi (collaboratore e fedelissimo di C.): i finanziamenti dall'Unione Sovietica, il paese nemico del blocco atlantico.
Peccato che si scordi dei soldi ai palestinesi; dei finanziamenti presi dalla DC dalla Cia (anche ai movimenti di estrema destra).
Un personaggio ambiguo, Josi: tanto pacato, all'apparenza, ma capace di ritirare fuori dal fango la diffamazione contro Travaglio (la vacanza a spese di un boss), tanto per dire che tutti avremmo qualcosa da nascondere.
Craxi rubò, ma solo per il partito, la solita tesi (che è già un passo avanti rispetto alla balla nagazionista sulle tangenti).
E i conti di cui era beneficiario in Svizzera? (15 miliardi)
E i soldi per la televisione data alla Pieroni?
E le ville, le operazioni immobiliari?
Altro spezzone interessante è stata l'intervista a Michele Raggio:colui che fece sparire i soldi dai conti Svizzeri.
La sua versione era che "Di Pietro è un burattino" che si muove per colpire Craxi dopo Sigonella.
Altro spezzone interessante, l'intervista di Corrado Formigli a Beppe Grillo (oscurato in Rai, nemmeno fosse una escort), in cui raccontava del suo movimento, dei partiti di oggi, dell'economia del debito.
Da Tremonti che vende il nostro debito ai cinesi, alle concessioni regalate su acqua, autostrade, televisioni.
E mentre il paese è a rischio di una grave crisi sociale, per il lavoro, non dobbiamo dimenticarci del rischio della criminalità organizzata.
Le mafie che, dopo la corruzione, sono la seconda piaga dell'Italia.
A Palermo Ruotolo, davanti ai magistrati antimafia, muti per protesta, registrava un brutto clima.
Le notizie di un ritorno alla strategia stragista (le minacce al pm di Caltanisetta Lari). Le intimidazioni contro il presidente Napolitano.
Il pm Nino di Matteo parlava di un clima di astio, di delegittimazione.
Pericoloso.
Perchè non si può continuare a sciorinare le solite cifre dei sequestri, degli arresti fatti (come ieri sera da Gasparri), delle confische, quando poi si dice agli stessi magistrati che sono deviati, imparziali, un plotone di esecuzione.
Quando si fanno le leggi per bloccare le intercettazioni, sui beni confiscati all'asta. Quando si riducono i fondi per la giustizia.
Quando si fanno le leggi come quella del "processo breve".
Perchè vero che il centrodestra ha inasprito il 41 bis. Ma è lo stesso centrodestra da cui escono le proposte di togliere il reato di concorso esterno in associazione mafiosa (come per Dell'Utri).
Travaglio, infine, nel suo punto, ha ricordato le vicende giudiziarie di Craxi e del PSI milanese.
Lo scandalo petrolio del 1973; lo scandalo P2; l'arresto di Roberto Calvi; l'arresto di roberto Natali, nel 1987, poi riparato in senato.
I due comunisti arrestati a Milano (i primi due arresti).
Come mai ha pagato solo Craxi e non Occhetto o Napolitano? Forse perchè loro non avevano conti a proprio nome.
E le tangenti, le paghiamo noi, con le tasse (il prelievo straordinario dai conti del 6% del 1993 del governo Amato): forse è vero che Mani pulite ha salvato l'Italia da una rivolta popolare, come in Argentina.
La puntata di Annozero.
Technorati: Annozero
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