04 gennaio 2010

Il barometro delle riforme

Il TG1 ha usato proprio questa definizione per commentare il clima politico (dopo ave parlato di saldi, delgli italiani a tavole, in viaggio, del calo dell'inflazione): “Il barometro delle riforme” oggi segna una pausa.
Siamo in attesa se le sirene della maggioranza saranno ascoltate dall'opposizione. Ovvero il Partito Democratico, poiché il partito di Di Pietro, l'Italia dei Valori è ritenuto l'unico colpevole del clima d'odio; l'unico a non aver ascoltato le parole del presidente Napolitano.
Pensavo proprio a queste benedette riforme: perchè a noi italiani, a sentire chi sta in Parlamento, questo interessa. Dare nuovi poteri al premier, oltre all'immunità incostituzionale (art. 3). Non tutti gli italiani saranno uguali davanti alla legge; e non tutti gli italiani devono aver diritto al lavoro (art 1).
La strategia della maggioranza è chiara: da una parte i proclami a fare le riforme assieme, al dialogo (ma a certe condizioni). Dall'altra parte le “bastonate”, le provocazioni, come le sparate sull'articolo 1, sulle riforme fatte anche da soli, sui magistrati.
Provocazioni usate per dividere, per alimentare il clima di tensione, per provocare le (contro) reazioni.

Che tempo segnerà nei prossimi giorni il “barometro delle riforme”? Veramente il senso del discorso di fine anno era quello inteso dal governo?
Noi italiani abbiamo bisogno di mettere in sicurezza il territorio. Di avere energia a basso prezzo ed “pulita”. Di trasporti pubblici che funzionano anche col la neve. E anche dell'acqua, che deve tornare pubblica, e non deve essere considerata come un bene su cui fare profitto.
Non è un caso che tutte le azioni del governo che impattano il territorio abbiamo poi scatenato un effetto Nimby: acqua, nucleare, piano case. Anche nelle zone dove la maggioranza ha lo stesso colore del governo.

Ieri pomeriggio ho seguito l'intervista a Stefania Craxi a “In mezz'ora”: un primo passo verso la riabilitazione. Ci ha provato la giornalista, a fare domande sui reati, sui processi da cui Bettino Craxi è sfuggito.
Mio padre era un garibaldino, non si sarebbe fatto umiliare. Un po' come aveva detto Dell'Utri dalla stessa sedia, su Berlusconi.
Stesse le parole, stesse le bugie: le indagini su Berlusconi partono da ben prima della sua discesa in campo. E se non ci fossero state amnistie, prescrizioni, leggi ad personam, sarebbero forse arrivate anche le condanne.

Non è un caso se questa intervista è andata in onda domenica, dopo il telegiornale, mentre la puntata de “La storia siamo noisull'ex presidente della regione siciliana, Piersanti Mattarella, andrà in onda stasera, a tarda ora.
È il mondo all'incontrario. Avendo riabilitato un pregiudicato, di chi invece ha fatto della lotta alla mafia la sua chiave politica è meglio non parlare.

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