La prima vittima (dimenticata) della stagione di Tangentopoli (ma anche degli incoscienti anni '80), è stata la società italiana.
Privata delle risorse per fare scuole e ospedali, sommersa da tasse per risanare un debito pubblico causato dallo sperpero del denaro pubblico finito nei conti esteri dei lorsignori.
Non sopporto più questo lamento dei politici, riesumati dalla prima repubblica: come quelli finiti in carcere e poi ritenuti innocenti; o come quelli condannati ma "era un grande statista ..".
Mannino, De Mita, Pomicino, De Michelis, .. Craxi.
E dei tanti italiani che, causa corruzione, legami mafia-politica, sperperi, non han visti riconosciuti i propri diritti?
Ne vogliamo parlare?
Oppure dobbiamo continuare a soffermarci sulle immagini del 30 aprile 1993, all'hotel Raphael?
Schifani: «Craxi vittima sacrificale»
Ha pagato più di ogni altro colpe che erano di un intero sistema politico.
Resta da capire quale il prezzo che avrebbe pagato. La latitanza all'estero?
Napolitano:« Su Craxi è giunta l'ora di un giudizio non acritico ma sereno».
Serenamente, la penso sempre alla stessa maniera, grazie.
Privata delle risorse per fare scuole e ospedali, sommersa da tasse per risanare un debito pubblico causato dallo sperpero del denaro pubblico finito nei conti esteri dei lorsignori.
Non sopporto più questo lamento dei politici, riesumati dalla prima repubblica: come quelli finiti in carcere e poi ritenuti innocenti; o come quelli condannati ma "era un grande statista ..".
Mannino, De Mita, Pomicino, De Michelis, .. Craxi.
E dei tanti italiani che, causa corruzione, legami mafia-politica, sperperi, non han visti riconosciuti i propri diritti?
Ne vogliamo parlare?
Oppure dobbiamo continuare a soffermarci sulle immagini del 30 aprile 1993, all'hotel Raphael?
Schifani: «Craxi vittima sacrificale»
Ha pagato più di ogni altro colpe che erano di un intero sistema politico.
Resta da capire quale il prezzo che avrebbe pagato. La latitanza all'estero?
Napolitano:« Su Craxi è giunta l'ora di un giudizio non acritico ma sereno».
Serenamente, la penso sempre alla stessa maniera, grazie.
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