07 gennaio 2010

Democrazia alla Vaticana

Esiste uno stato nel mondo, in cui chi viene eletto, governa finchè campa.
In questo stato la parola di chi governa è dogma, incontrovertibile. Coloro i quali si permettono di non osservare o smentire questa parola, sono ritenuti scismatici, fuori dalla grazia, fuori dalle regole.
In questo stato non esiste una opposizione, ma il congresso ha il compito di testimoniare e ratificare la parola del capo dello stato.
Di tessere rapporti con l'esterno, politici, imprenditoriali e sociali.
In questo stato non esistono clandestini, non esiste ben definito un equilibrio di poteri.In questo stato, il capo ogni domenica parla ai suoi sostenitori - citttadini, direttamente.

Penso che, quando si parla di riforme costituzionali, con così tanta leggerezza persino da commentatori illustri, si pensi proprio ad un modello Vaticano della democrazia (come già detto da Benigni nella sua serata dedicata al Quinto canto).
Dare più poteri ad un premier che ne ha già troppi, che è sotto processo per reati non politici, è assolutamente insensato.

2 commenti:

paride ha detto...

ma vai a cagher!!!!
l'unica cosa sensata che hai scritto è: in quello Stato non ci sono clandestini.... e il Capo, insiste perchè noi ce li teniamo!!!!

alduccio ha detto...

Come mai le voci discordi e fuori dal coro nell'attuale maggioranza sono mazzuolate dai giornali del capo?

Come mai non si parla mai di primarie, di veri congressi dove confrontare le idee?

Come mai, sono (quasi) tutti pronti a presentare disegni di legge che riguardano i problemi giudiziari del capo?