"Non siamo razzisti ma quelli sono bestie" dicono a Rosarno.
«Tutti se ne devono andare, tutti», ripete Franco, bracciante agricolo.
«Non siamo razzisti ma quelle sono bestie», dice Giuseppe, che ha due ettari coltivati a mandarini proprio dietro i capannoni dove sopravvivevano i neri.
«Noi emigrati calabresi all´estero non abbiamo mai fatto porcherie come questi beduini da noi», dice Stefano, imbianchino in Germania per undici anni. [la strage di Duisburg è capitata per caso]
Come Tommaso, bracciante pure lui, quarantuno anni e da due giorni e due notti fan di Umberto Bossi:
«Ha ragione lui sugli extracomunitari: chi non ha un lavoro, qui in Italia non dovrebbe entrare mai».
Nella Calabria della Piana - «dove non c´è la mafia perché la mafia è a Roma» - il popolo della grande caccia al nero oggi, primi giorni dell´anno 2010, tifa Lega e non se ne vergogna.
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