Il botta e risposta tra il giornalista de Il fatto quotidiano e Giuseppe Cruciani, della trasmissione radiofonica La Zanzara.
Non so chi sia l’autore dell’articolo che mi riguarda pubblicato domenica scorsa a pagina 3 del Fatto, ma lo inviterei a prendere meno sul serio tutto quello che succede nel piccolo mondo dell’informazione .
Comunque, tocca fare alcune precisazioni: 1) Non ho “offerto” il microfono a Clemente Mastella, è stato semplicemente ospite della Zanzara per un quarto d’ora circa in cui si è cercato soprattutto di “c a z z e g g i a re ” di politica, cosa
non proibita dal codice penale.
A Travaglio non piacerà, ma bisogna che se ne faccia una ragione: nel mondo esistono anche gli altri e i “potenti” ( p osto che Mastella ancora lo sia) si possono intervistare in tanti modi diversi; 2) Dunque alla fine di questo “cazzeggio” ho chiesto a Mastella: mi dica, ma è vero che ha quattro-cinque case a Roma come scrive Travaglio?
E lui: no, una sola e pure piccola. Al che ho aggiunto: ma ci sono quelle che lei ha comprato ai figli. E lui: e allora, che c’entra?;
3) Il clima era talmente, come dire, rilassato, che ho promesso a Mastella che avrei comunicato il tutto a Travaglio, in cambio di una intervista con la moglie Sandra. Stop. Mi dispiace per gli appassionati, ma non era un processo né un’i n t e rvista arrabbiata. Non vale la pena scomodare gli entomologi, le lingue e i servi per una cosuccia del genere. Saluti e buon lavoro.
P.s. Scrivo per Panorama, ma non lavoro per Mediaset. In ogni caso, secondo il Fatto sarei un giornalista a metà (e forse nemmeno quello) per colpa di Berlusconi. Se questa è la vostra idea di libertà, auguri.
Giuseppe Cruciani
Gentile Cruciani, il pezzo che la inquieta non è stato scritto da me, ma dalla redazione (infatti non era firmato). Comunque ne condivido in pieno ogni riga e ogni virgola. La ringrazio comunque per averci dato un saggio della sua deontologia professionale. Invitandomi a “prendere meno sul serio” il suo lavoro, lei sfonda una porta aperta: mai preso sul serio il suo lavoro. Per le ragioni che lei stesso autorevolmente illustra:
lei quando intervista un politico “c a z ze g g i a ”, infischiandosene allegramente della verità dei fatti. Tant’è che, lo scrive lei, ha
chiesto a Mastella se sia vero che possiede 4 o 5 case a Roma “come scrive Travaglio”, al che Mastella ha smentito
(“ne ho una, più quelle dei miei fi g l i ”) dandomi del bugiardo, del “borghesuccio”, insinuando che io abbia case a Taormina e non so dove, dicendo che diversamente da sua moglie io non ho mai faticato e accusandomi addirittura di
essere il mandante dei magistrati che indagano su di lui. Un bel cazzeggio, non c’è che dire. Peccato che io non
abbia mai scritto che Mastella ha 4-5 appartamenti a Roma, ma che li possiede “la famiglia Mastella”. Insomma, dal suo
cazzeggio con Mastella si evinceva che io sono disinformato, mentre il disinformato è lei. Lei
aggiungeva che mi avrebbe chiamato per farmi replicare, cosa che naturalmente non ha mai fatto: del resto lei è solito
sparlare di me nella sua rubrica radiofonica senza mai darmi il diritto di replica. E’ il suo modo di fare il giornalista, anzi il
cazzeggiatore. Continui così. Cazzeggiando cazzeggiando, vedrà che un posto a Mediaset
– come già anticipato da Il Giornale – non glielo leva nessuno.
( m . t ra v. )
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