Vittorio Messori sul corriere:
«Davvero non capisco. Oggi c'è una sacralità addirittura feticistica per la libertà totale e di chiunque, perché mai chi è esterno all'ascetica cristiana dovrebbe occuparsene o indignarsi? Per dire, ma se io stanotte mi flagellassi a lei importerebbe qualcosa?». Vittorio Messori tira un sospiro vagamente ironico, «eh sì, vivremmo tutti meglio se ciascuno si facesse i cilici suoi».
E allora perchè la Binetti, Ruini, e gli altri della compagnia del cilicio non si fanno i cilici loro su Dico, aborto, contraccezione, divorzio e su tutto ciò che riguarda la sessualità?
Il problema non è chi decide di mortificare la sua carne col cilicio. Problemi suoi. Mi spiegheranno allora perchè si dovrebbe condannare la droga e l'alcool (visto che fanno male alla salute anche loro) e non il cilicio.
Il problema è che questa gente poi decide che ciò che per loro è peccato, è anche reato.
Non solo: la mortificazione del corpo a cosa serve?"ci costringe a riflettere sulla fatica del vivere, è il sacrificio della mamma che si sveglia di notte perché il bimbo piange".
Non facciamo già abbastanza sacrifici?
2 commenti:
okkio Aldo che ti contraddici!
Prima parli di libertà di tutti, poi inviti Ruini e gli altri a 'farsi i fatti loro'.
Zittire chi non la pensa come te è secondo me peggio che invitare a votare una legge restrittiva.
Ruini & C devono esprimere liberamente le loro idee e la loro visione morale, anche con proposte di legge quant'altro: come dici poi giustamente tu spetta poi alla società civile decidere se certe visioni morali devono o meno diventare legge
No, non farsi i fatti loro, ma nemmeno dettare regole del tipo "non possimus". Queste vanno bene finchè si parla di religione, non quando si tocca la sfera politica.
Posta un commento