08 settembre 2011

8 settembre

Alcuni piccoli segnali, indici della distorsione di un paese confuso.
La polizia di Stato che protegge una gara ciclistica organizzata da un partito secessionista (e di governo).
Sindacati che attaccano la manovra dopo che è stata approvata. E dopo che hanno definito demenziali altri sindacati che invece hanno protestato prima.
Un governo in lite interna, che però può essere deposto solo dall'Europa non ci compra più i titoli.
Un opposizione che continua a chiedere un governo di responsabilità ad una maggioranza che mette la fiducia sulla manovra, chiudendo gli spazi al dialogo.
Un governo che chiama processo lungo la riforma che ammazerrà la giustizia in questo paese.
Uno stesso governo che, nel mezzo della crisi prima negata, si preoccupa delle intercettazioni del capo.

L'8 settembre 1943 il re fuggì da Roma, lasciando un paese (e un esercito) senza ordini, senza guida.
Oggi, a lasciare il paese, sono i cervelli, i capitali nei paradisi fiscali, le aziende.
Tutto il resto, corruzione, evasione, sprechi, privilegi, le raccomandazioni, i figli di papà, le auto blu, chi sta sopra e chi sta sotto, il precariato come schiavitù moderna .. no, quello non se andrà più via.

Questo sistema non cambierà da solo.
L'ultimo libro di Gian Antonio Stella e Sergio Rizzo "Licenziare i padreterni":
Gli stipendi del Senato saliti di un altro 19% in 4 anni - I palazzi del Palazzo che sono diventati 52 - La trincea in difesa dei doppi e tripli vitalizi - Gli aereiblu che volano come mai prima - Sforbiciatine agli affitti cresciuti di 41 volte dal 1983 - I menù di lusso con le lamelle di spigola ancora a 3,34 euro - I bilanci “ritoccati” solo per fare bella figura - I rimborsi elettorali che hanno superato i 5 miliardi e mezzo - I Presidenti regionali che continuano a prendere come tre governatori Usa - Autoblu a vita che aumentano senza freni - La Parentopoli che impazza

E DICEVANO D’AVERE TAGLIATO…

I politici politicanti italiani, quelli che un liberale cristallino come Luigi Einaudi attaccò scrivendo che occorreva “licenziare i Padreterni”, sono sordi.
Non riescono a capire. Non riescono a vedere, chiusi nel loro fortilizio autoreferenziale, l’insofferenza montante dei cittadini di un Paese in affanno che vive, come dice Giorgio Napolitano, “un angoscioso presente”. Sono così abituati ai privilegi, all’abuso del potere, all’impunità, da non rendersi conto che la loro sordità mette a rischio non solo il decoro e la credibilità delle istituzioni ma alla lunga il nostro bene più prezioso: la democrazia.

Quattro anni dopo La Casta, gli autori che prima e più di tutti ne hanno denunciato gli sprechi, le ingordigie e le prepotenze smascherano punto per punto i tradimenti delle promesse di sobrietà. E l’inadeguatezza di una classe politica che, nonostante l’impegno e la generosità di tanti parlamentari e amministratori perbene e generosi, non riesce a essere davvero classe dirigente. E offre segnali di un distacco rischioso tra chi governa e chi è governato.
Un’invettiva civile d’amore per l’Italia e per la politica migliore. Nella speranza di un riscatto.

Il riscatto può partire solo da noi.

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