27 settembre 2011

Il miracolo tedesco e il deserto di Napoli

La seconda parte di Presa diretta di domenica 25 settembre ("Il popolo") mostrava, in un confronto impietoso, quello che è stato fatto in Germania per riqualificare le aree industriali dismesse (come le miniere della Ruhr), per sollevare l'economia della Germania dell'est dopo l'unificazione, con il deserto industriale della città per eccellenza del sud italiano.
Napoli, la terza città d'Italia.

In Germania hanno fatto un vero e proprio miracolo, in pochi anni, senza sprecare inutilmente soldi pubblici: a Zollverein , le ex miniere sono state trasfrormate in musei visitati da milioni di persone, zone attrezzate per festival e incontri. Persino una pista da sci di 600 metri: dopo aver bonificato l'ambiente (sul serio, non come in Italia ), le aree si sono rivalutate e oggi qui trovano lavoro 20000 persone.
Tutti i partiti si sono trovati d'accordo sul cosa si doveva fare: evitare che la zona diventasse un cimitero industriale, inquinato e abbandonato al suo destino.
Un ex gasometro, anzichè essere abbattuto è stato trasformato in uno spazio espositivo, dove i privati pagano gli eventi: il tutto in un contesto pieno di piste ciclabili, corsi d'acqua, aree di svago.
A Duisburg, il porto merci è stato riqualificato trasformando i magazzini in palazzi di un quartiere residenziale. Qui le gru costruiscono case, edifici, per progetti che hanno un inizio e una fine.

Il porto di Napoli.
Vediamo cosa succede in Italia, a Napoli: qui il blocco di investimenti impedisce la dragatura del porto che permetterebbe l'attracco di navi più grosse. Significa che i container si spostano da un'altra parte. La stazione portuale, per spostare le merci via ferro, è ferma e i vagoni arruginiscono all'area aperta.
Servirebbero nuovi bacini, per permettere lo sviluppo della cantieristica navale (come quella della "Nuova meccanica navale").
Napoli sta perdendo terreno nel settore dei marittimi: la privatizzazione della Tirrenia sta causando forti tensioni sociali nei marittimo; a Torre del Greco Iacona raccoglieva la testimonianza di gente che ormai, passa più tempo a terra che imbarcata.
Il polo nautico, inaugurato da Bassolini anni fa, è ancora di la da venire. E avremo comunque un bacino senza cantiere

Se gli investimenti fossero stati fatti in tempo, forse ora con la crisi, avremmo reagito meglio.

L'unificazione della Germania.
La situazione delle due Germanie, dopo la caduta del muro, era equivalente a quella in Italia tra nord e sud: poche autostrade, pochi servizi, stipendi bassi, quartieri e palazzi a pezzi...
In 21 anni, dopo un investimento di 1300 milioni di euro, si può dire che le due germanie si sono unificate: sono state costruite 6600 km di strade e sono stati fatti 17 progetti per l'unità dei trasporti tedeschi. Il tutto grazie ad un patto di solidarietà tra le regioni dell'ovest e quelle dell'est: le prime hanno accettato di pagare più tasse per aiutare le regioni "povere" dell'est. In Germania il federalismo si fa così.
La stazione di Berlino è la più grande d'Europa, una bellissima struttura di acciaio e vetro.
A Lipsia è cambiato il paesaggio, con i nuovi quartieri, la gente che si sposta in bici. Nell'università c'è persino il parcheggio per le biciclette: qui la retta costa 290 euro l'anno, c'è daperttutto il collegamento wi fi, e una stanza per gli studenti costa 200 euro al mese.
Spazi per bambini gratis: un paradiso per gli studenti.

Ve lo immaginate in Italia? Posti letto pagati a nero, tram affollati, rette carissime, università per pochi, i baroni a pilotare concorsi e promozioni ..
Per unificare le due germanie si sono fatti investimenti (si parla di 1,3 bilioni di euro) per una cassa edilizia popolare, per la cassa malattia, sul welfare: sono stati fatti programmi supportati dal pubblico.

E il sud d'Italia? quanto l'Italia ha investito la sud? Oggi il sud è finanziato senza un programma, e sembra che questo sia fatto proprio per tenerlo sttosviluppato.
I fondi Fas sono stati usati per la cassa integrazione (per lo più dei lavoratori del nord), per le casse dei comuni di Roma e Catania, per la crisi, per l'Ici.
Solo in Sicilia sono stati usati per cercare di fare sviluppo: il problrma è che oggi servono soldi veri, perchè se si vuole portare il sud allo stesso livello del nord questo si può raggiungere solo con una maggiore spesa per investimenti.
Altrimenti, se il sud non cresce, è l'Italia che non cresce.
lo dicono gli economisti dello Svimez: il sud è a rischio desertificazione industriale e nord e sud sono legati allo stesso destino; il federalismo da solo non basta, serve una strategia complessiva, per il sud.

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