15 marzo 2013

Servizio pubblico, povero paese!

L'elezione del papa argentino, l'outsider venuto da lontano che ama il tango e il calcio: nella copertina della puntata di Servizio pubblico dove si è parlato di crisi e della formazione del nuovo governo, Santoro ha voluto partire dal nuovo papa.
Un segnale di cambiamento, forse, o forse è ancora presto per dirlo.
Ma certo, dopo mesi che ci siamo siamo sentiti ripetere "ricordati che devi morire", arriva uno che dice "amo il tango" è una bella cosa.
Cosa faranno i grillini ora, si è chiesto il conduttore, rivolgendosi ad uno di loro "tu balli da solo o non balli proprio"?



La presa del palazzo della giustizia da parte del PDL e la crisi nel nordest.

Succede anche questo nel paese: che i pidiellini stretti attorno al loro caro leader arrivino quasi ad occupare il palazzo di giustizia, minaccino l'aventino e ootengano pure ascolto dal colle. Che, giustissimo, deve garantire il rispetto delle leggi e degli equilibri nello stato. Ma non può entrare così nei processi in corso.
I pidiellini hanno cantato l'inno d'Italia, "siamo pronti alla morte". Pronti a rispondere alle domande dell'intrepido Bertazzoni un pò meno.

Fuori di là, c'è un paese che ha bisogno di risposte: stride il confronto tra questi residui da seconda repubblica e la crisi industriale nel nordest. Che ha ancora premiato elettoralmente PDL e Lega.
Ma doce la crisi ha "fatto una pulizia etnica delle aziende".
Qui la rabbia, la delusione, l'assenza di risposte e di alternative hanno portato molti a votare Grillo.



L'intervento di Travaglio: L'Italia è sempre l'Italia. La politica rimane ostaggio di un presidente di 88 anni, che entrò in Parlamento nel 1953, 60 anni e 7 papi fa, e di un Papi di 77 anni che fa politica da 20 e vie asserragliato in una stanza del San Raffaele perchè se esce rischia di finire a San Vittore.



Il nuovo governo: in studio, a commentare l'intervento di Travaglio e quello che potrà capitare ora per le discussioni sul governo che si deve fare, erano presenti Paolo Mieli, Maria Stella Gelmini, Tito Boeri e il sindaco Michele Emiliano.

L'ex ministro ha difeso l'intervento di Napolitano: "parole di equilibrio". Il solito discorso: B. è stato votato da un terzo degli italiani e ha tutto il diritto di partecipare alla vita politica del paese, specie adesso che si consolideranno accordi e, forse, maggioranze.
E poi le solite promesse elettorali.

Il sindaco Emiliano ha fatto gli interventi più interessanti della serata parlando sia della questione Bridgestone, a Bari, sia del PDL, una coalizione monolitica che ha un leader insostituibile.
Un governo è necessario per risolvere i problemi del paese: solo l'intervento dei sindaccati, del ministro Passera, dell'ambasciatore giapponese  e dell'azienda, hanno permesso di bloccare, al momento, la chiusura dello stabilimento di Bari della Bridgestone.
Quando le istituzioni funzionano, sembrano pure più belle.

Anche l'economista Boeri ha sottolineato l'importanza di avere un governo stabile: le aziende stanno ora aspettandolo in attesa dei primi provvedimenti (dalla legge Fornero, a qualche manovra in ambito industriale). C'è il dovere di dare una risposta al paese.
Il governo Monti, che ha dato credibilità al paese, non ha saputo rilanciare la crescita, ha fatto poco per la questione dei debiti nella pp aa.

L'intervento di Mieli non l'ho capito: ha citato le manifestazioni della sinistra degli anni '70, per dire che non possiamo criticare gli avversare quando sono loro a manifestare contro il potere giudiziario.

Ma c'è una differenza: B. non è Valpreda, non è un perseguitato dalla giustizia. Quello cui stiamo assistendo è uno scontro tra poteri. Il potere del governo contro le leggi della giustizia.
Cosa dovevano fare i magistrati, si chiedeva Travaglio, per i processi: prima c'era la campagna elettorale, poi la formazione del governo, dopo potrebbe diventare una carica dello stato.

Gli operai della Bridgestone.



Spero solo che il western in atto, nello stile dei film di Sergio Leone (Bersani, Grillo e l'eterno Berlusconi) non si tramuti in una farsa.
Bersani chiederà di votare scheda bianca, oggi, per la Camera. Grillo e i suoi rispondono che non voteranno altri che i loro.
il PDL potrebbe allearsi con i montiani per piazzare uno dei loro.

Stiamo perdendo un'altra occasione: potrebbe essere l'ultima. Spero che le immagini dei lavoratori della Bridgestone di Bari (sui quali non si può nemmeno usare la clave della produttività) facciano riflettere qualcuno.

Condivido le parole usate ieri da Emiliano: nel PD ancora inorridiscono di fronte alle necessarie aperture a Grillo.
Ci sono dirigenti che pensano solo a se stessi, all'apparato, alla sedia, alle primarie.
Il M%S, ha spiegato il sindaco, ci porta all'obbligo di occuparci di cose più vicine alla gente. Serve un gesto di generosità: farsi da parte, per Bersani e i suoi, rinunciare ai rimborsi elettorali. Sarebbe un gesto che farebbe recuperare voti.
E potrebbe portare a quel "governo meraviglioso" di cui tutti (o quasi) sentiamo bisogno.

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