“E' crollata una rampa nuova di
zecca. Chi è stato?”
La prima inchiesta della stagione 2015 di Report riguarda l'Anas, la società pubblica che si occupa della realizzazione delle strade e autostrade. Pubblica nel senso che paghiamo noi, con le tasse, la realizzazione di strade, viadotti e ponti. Come quello crollato sulla Agrigento Palermo, a Scorciavacche, poche settimane dopo l'inaugurazione (in anticipo rispetto ai tempi della conclusione dell'opera).
La prima inchiesta della stagione 2015 di Report riguarda l'Anas, la società pubblica che si occupa della realizzazione delle strade e autostrade. Pubblica nel senso che paghiamo noi, con le tasse, la realizzazione di strade, viadotti e ponti. Come quello crollato sulla Agrigento Palermo, a Scorciavacche, poche settimane dopo l'inaugurazione (in anticipo rispetto ai tempi della conclusione dell'opera).
Vicenda che è finita in Senato, dove
il presidente dell'Anas Ciucci, ha dovuto spiegare le cause del crollo:
“C’è stato un errore grave – ha detto Ciucci – un cedimento non può verificarsi né dopo sette giorni né dopo sette anni né mai, ma non c’è stato nessun cedimento del viadotto, alcun crollo. Il problema potrebbe essere dovuto o a un errore di progettazione o di costruzione”.
Ciucci
ha poi spiegato che il crollo “potrebbe essere attribuito ad un
errore del contraente generale in fase progettuale o ad una non
corretta esecuzione della fondazione da parte dello stesso” e ha
aggiunto che “le nostre procedure di controllo ci hanno consentito
di agire in maniera preventiva così che non c’è stato alcun
rischio per gli utenti e nostri uomini”. Un errore dunque.
Non isolato: sabato il TG1 raccontava di un altro crollo, sul viadotto della Palermo Catania.
“Sicilia
bloccata in due .. dovremo capire le cause che hanno portato al
cedimento di un pilone”. Nessuno, in fase di progettazione si
era accorto della frana che incombe sul viadotto.
Cose che capitano nel sistema dei
lavori pubblici in Italia: quelli che durano anni e i cui costi
lievitano in modo esagerato. Per colpa anche dei vari Incalza, dei
Perotti e dei politici che per anni li hanno difesi.
Ma che non hanno difeso gli interessi
dello Stato.
Renzi, subito dopo aver visto le
immagini del crollo, aveva chiesto subito i nomi dei responsabili.
Come è andata a finire?
Pietro Ciucci avrà trovato il
colpevole?
Qui potete leggere un articolo preso da
Dagospia,
sulla nomina del nuovo responsabile dell'area progettazione per la
Sicilia, Sergio Lagrotteria al posto di Claudio Bucci.
VIADOTTO CROLLOA quanto pare potrebbe aver pesato il fatto che nel passato di Lagrotteria c’è una disavventura giudiziaria. Nel 2010, per fatti risalenti a quando svolgeva un’altra attività, ossia era Magistrato per il Po, è stato condannato per tangenti dal tribunale di Padova in relazione a una serie di lavori su argini e letti dei corsi d’acqua. Poi però, come confermato dall’Anas, è stato assolto nel 2011 dalla Corte d’appello. Fino al 15 gennaio, data in cui Ciucci firma l’ordine di servizio che nomina Lagrotteria in Sicilia, evidentemente la vicenda giudiziaria non era considerata “ostativa”. Dopodiché ieri, nello stesso giorno in cui La Notizia ha chiesto all’Anas di conoscere la posizione giudiziaria di Lagrotteria, la società di Ciucci ha fatto sapere che il documento che solo 24 ore prima attivava la sua nomina può considerarsi “superato”.VIADOTTI AUTOSTRADALINon c’è che dire, proprio un esempio di funzionamento da manuale della pubblica amministrazione. Formalmente la procedura di nomina lanciata dall’Anas nell’ordine di servizio è ancora in piedi, ma è chiaro che la riposta data dalla società pubblica pare archiviare la scelta inizialmente caduta su Lagrotteria. Insomma, per trovare il responsabile evocato da Renzi, l’Anas ha combinato un enorme pasticcio. Che poi un altro ordine di servizio del 15 gennaio, sempre a firma di Ciucci, attiva un ulteriore spostamento in Sicilia: Nicola Nocera, finora responsabile dell’Area tecnica di esercizio della direzione regionale, viene sostituito con Antonio Marsella. L’Anas, che ha confermato quest’ultima operazione, ha però detto che non è da mettere in connessione con la vicenda del cedimento della rampa.
Ciucci è lo stesso che, come
presidente, si è licenziato da direttore generale senza preavviso e
che per questo ha chiesto a se stesso l'indennità.
Una buonuscita da 1 milione 875mila
euro.
È lo stesso Ciucci ha ha firmato i
contratti per la realizzazione del ponte sullo stretto, con le penali
capestro per lo stato.
Non proprio un bel cambiamento, visti i
tempi in cui viviamo.
Non ci sono soldi a sufficienza per
l'Aquila (questa settimana abbiamo ricordato i sei anni dal
terremoti), per mettere in sicurezza le nostre scuole (il governo
taglia 485ml per l'edilizia scolastica).
Certo, Delrio, nuovo ministro per le
infrastrutture, ha dimezzato le grandi opere.
Ma se gli attuatori delle stesse, e chi
dovrebbe controllare, sono sempre gli stessi ...
La scheda della puntata: ANAS
PER L'ITALIA di Giovanna Boursier
Apriamo la nuova stagione con l'Anas, società pubblica di proprietà del Ministero dell’Economia e vigilata dal Ministero dei Trasporti, che gestisce 25.000 chilometri di strade e autostrade. Dal 2006 la dirige Pietro Ciucci.Vedremo come viene amministrata la più importante stazione appaltante d’Italia, a partire dalla Sicilia, dove il viadotto Scorciavacche, inaugurato a Natale con 3 mesi d’anticipo, senza collaudo, è stato chiuso una settimana dopo a seguito del crollo della rampa d’accesso. Perché tanta fretta? Perché i collaudatori si sono dimessi prima dell’inaugurazione?Poi la statale Maglie Leuca, in Puglia, dove Anas ha affidato l’appalto a un consorzio di imprese, ma gli esclusi hanno vinto il ricorso al Consiglio di Stato e adesso Anas ha dovuto passargli l'appalto: sono 44 km che attendono di essere rifatti da 15 anni. E si scopre anche che il tracciato della nuova strada passa sopra una serie di discariche che sono lì dagli anni '80 ma nessuno le ha viste.In Umbria, invece, gli operai che hanno lavorato alla costruzione di un tratto di strada non ancora terminato, dicono che le ditte avrebbero messo meno cemento del dovuto nella volta di una galleria. La stessa cosa che è successa nella costruzione, eterna, dell'autostrada Salerno - Reggio Calabria, che adesso è finita anche nell’inchiesta Grandi Opere.
Il secondo servizio di Sigfrido
Ranucci, racconta di una vicenda che ha dell'incredibile. Esperimenti
scientifici, con apparecchiature in via di sperimentazione, fatte su
pazienti che non erano stati informati. Al policlinico di Modena:
Gli
amici del cuore Sigfrido Ranucci
Esperimenti sull’uomo finalizzati a scoprire gli effetti clinici dei farmaci, effettuati senza l’autorizzazione dell’azienda e del Comitato Etico. E’ una delle accuse mosse dal sostituto procuratore Marco Nicolini al responsabile dell’emodinamica del Policlinico di Modena, il professor Massimo Sangiorgi, e al Primario di Cardiologia Maria Grazia Modena.Secondo le accuse avrebbe sottoposto i pazienti a trattamenti invasivi, impianti di stent, palloni medicati, senza informarli del carattere sperimentale del trattamento. Dietro le sperimentazioni ci sarebbe stata la mano delle aziende farmaceutiche che versavano soldi attraverso le onlus che il professor Sangiorgi aveva fondato.Con il Primario della Cardiologia Maria Grazia Modena e il professor Edoardo Casali, cardiologo del Policlinico, ne avrebbero fondata una ad hoc, la E2C, per far confluire appositamente i soldi per fare ricerca nel Policlinico. Grazie al contributo delle aziende farmaceutiche potevano pagare anche del personale sanitario che avevano inserito presso la cardiologia del Policlinico.Secondo Sangiorgi, le sue non sono sperimentazioni ma semplici registri di raccolte dati. E nel corso dell’intervista esclusiva rilasciata a Report afferma che onlus come le sue sono presenti in tutti gli ospedali pubblici d’Italia. Ma il ministero della Salute lo sa?Il tribunale per ora, accogliendo l’ipotesi della Procura, l’ha rinviato a giudizio con l’accusa di corruzione, truffa e falso, e ha condannato la professoressa Maria Grazia Modena a 4 anni in primo grado, che si è svolto con il rito abbreviato. Ma questa vicenda, che non è un caso di malasanità, è l’occasione per riflettere sui rapporti tra medici e case farmaceutiche e su come avviene la ricerca in un Paese che non investe più soldi pubblici.
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