Buonasera, dunque lo stipendio di 1900 euro al mese del Sindaco, per la banca non sono una garanzia perché non è detto che il comune possa continuare a darglieli. Ora i sindaci fanno anche i presidenti delle province, che sono state smontate per sveltire la burocrazia, sacrosanto, e per risparmiare. Allora prima di andare a vedere se è vero, fermiamoci un attimo qui, sul fatto che bisogna risparmiare perché le risorse mancano. Allora in Italia abbiamo un esercito di dirigenti nella pubblica amministrazione, sono 48.000 fra i meglio pagati d’Europa, ce ne saranno sicuramente di bravissimi, ma guardandosi intorno non sembra che producano chissà quali risultati, tuttavia, tutti quanti incassano sempre il premio risultato. Facciamo un esempio andiamo a guardare dentro il Ministero dell’agricoltura con i dirigenti di prima fascia, allora prendono uno stipendio annuo di 55.000 euro, a cui si aggiunge una retribuzione di posizione di 65.000, un’altra retribuzione di posizione fissa per 36.000, ed eccolo qua che c’è il premio risultato che incassano regolarmente tutti. Noi abbiamo fatto poi un esempio medio, perché c’è anche chi incassa molto di più. E vale per tutti i dirigenti dei ministeri, delle province e dei comuni, e delle regioni. In totale questo produce un malloppo di ben 800 milioni di euro l’anno. Ma che cosa devono fare questi dirigenti per meritarsi questi premi e chi li valuta? Con il nostro Bernardo Iovene.
Dirigenti pubblici sempre promossi:
lo sapete che in Italia tutti i dirigenti della ppaa raggiungono
sempre gli obiettivi?
Come a Carrara, al dirigente che aveva
come obiettivo quello di far entrare dei soldi dai cavatori. Soldi
che non sono arrivati per un ricorso degli estrattori al tar. Ma il
premio al direttore generale, valutato dal direttore generale, è
arrivato.
Comico? No, è il paese.
In Italia la retribuzione di risultato
la prendono in tanti, in Inghilterra, per un confronto, il premio lo
prendono solo 1 dirigente su quattro.
Che obiettivi hanno i dirigenti?
Fare i calendari per gli impegni , fissare riunioni, spostare cartoni
con documenti.
Obiettivi non coordinati nemmeno coi
direttori, così raccontano dalla regione Piemonte.
Dove uno di questi responsabili aveva
come obiettivo quello di portare i dipendenti a visitare il nuovo
palazzo della regione, in costruzione. Ma sono dirigenti o insegnanti
in gita?
Nonostante l'obiettivo non sia stato
raggiunto, il premio alla dirigente piemontese è arrivato. Hanno
premiato lo sforzo.
Chiamparino intervistato da
Bernardo Iovene, ha ammesso che purtroppo questi sono casi di
ordinaria amministrazione, di rapporti consociativi tra sindacati e
pubblica amministrazione, di motivazioni inventate per dare il
premio. Ma darà una toppa in regione, garantisce.
Nonostante questo, tutti i dirigenti
piemontesi l'obiettivo lo prendono ancora.
I dirigenti della polizia provinciale,
a Roma, hanno come obiettivo quello delle multe: per fare
numero fanno multe nei quartieri dove non vanno mai, così è più
facile firmare contravvenzioni.
Al MEF (min. Della finanza )
racconta un funzionario che l'obiettivo è portare le delibere in
cinque giorni: roba da cinque minuti, con la posta elettronica.
Poi c'è l'obiettivo dei protocolli,
calcolare la percentuale dei provvedimenti che procedono su quelli
prodotti …
Perché obiettivi insignificanti?
Perché si deve perdere tempo, perché sono obiettivi da raggiungere.
Delrio, intervistato, ha una
visione opposta: servirebbero obiettivi concreti e bisognerebbe
misurare le amministrazioni dalla conclusione concreta dei progetti e
dei lavori. Dovremmo valutare i dipendenti per i servizi erogati ai
cittadini.
Chiamparino è arrivato a
proporre le regole del privato anche per il pubblico, perfino il
contratto a tutele crescenti: così non avrebbero più alibi.
Ma chi ci deve mettere mano alla
misurazione degli obiettivi nel pubblico? Report o Delrio e
Chiaparino?
Milena Gabanelli ha dato un po' di
numeri:
- dirigenti Campania: stipendio fisso a
80mila euro, premio da 36mila – 79mila euro.
- Lazio: stipendio simile, premio solo
leggermente inferiore 20mila euro.
Il totale dei premi è 800000 euro:
buttiamo via 600 ml di euro, se lo rapportiamo col resto dell'Europa.
Quanto abbiamo risparmiato tagliando
le vecchie province?
Risparmiamo i soldi dei consigli, coi
sindaci che ne devono fare le veci dei consiglieri, con le stesse
funzioni. I sindaci non prendono altre indennità per il doppio
lavoro, così oggi fare il consigliere provinciale non conviene più.
A Biella il sindaco e presidente
di provincia, per mantenersi deve fare due lavori.
A Massa il presidente non si
trova, perché fa anche il medico in un altro paese: racconta che in
questo paese si deve passare da un eccesso all'altro. Non si riescono
a fare riforme che funzionano.
Milano, città metropolitana: il
parcheggio interno è sgombero da auto blu, il presidente è Pisapia.
Gli altri sindaci hanno rimpiazzato i consiglieri: zero stipendio e
zero soldi per il trasporto. Il risparmio è stato 2,5 ml di euro, ma
qui i politici non possono dedicare tutto il tempo alla città
metropolitana. La priorità per i sindaci sono le loro città ..
A Treviso gli amministratori
sono a tempo pieno, fino a che non scade il mandato: la sede è stata
appena costruita, dove si trovano 28 consiglieri stipendiati a 4000
euro, con gettone di presenza da 96 euro.
In totale sono 13 le province ancora
old style: dovranno trasformarsi in strutture di servizio per il
cittadino.
Il risparmio totale è di 110ml di
euro: ma il servizio per il cittadino?
C'è una classe politica che si
sacrifica, fino a che ora durerà, senza rimborsi?
A Milano hanno già previsto di fare le
elezioni dei consiglieri e così si torna punto a capo.
Saranno strutture leggere politicamente
e forti dal punto di vista tecnico: questo è l'obiettivo che si era
fissato il governo con la riforma Delrio. Meno politici significa
meno costi.
Certo che 100 ml di risparmio, di
fronte agli 800 ml di premio, per fare solo riunioni....
Opinione comune tra la gente, è che
per tagliare i costi della politica serva eliminare le province: ma
non sono state abolite, sono stati aboliti i consigli e sostituiti
dai sindaci, che dovrebbero occuparsi di strade, scuole e ambiente.
Ma i soldi per fare questo e che
arrivano da RC auto e Ipt, sono sempre meno.
A Milano, ad es., trasferiscono 47%
delle tasse: come fanno per mantenere i servizi? È un federalismo
all'incontrario: Delrio nel 2011 si lamentava dei tagli di
Berlusconi, di fronte alle telecamere di report
raccontava che così, il federalismo era morto.
Poi è andato dall'altra parte:
e ora il governo sta continuando nel taglio dei soldi ai comuni.
Ma le risorse ci sono, assicura a
Iovene: e le tasse di Milano? Fanno parte dei tagli, gli enti devono
diventare più efficienti e leggeri.
Con questa riforma si contraddice il
federalismo: come la mettiamo col fatto che nessuna provincia avanza
nulla e non hanno soldi a sufficienza? Continueranno a fare il loro
lavoro?
“Lo faranno meglio … diventeremo
un paese in cui chi governa si assume le responsabilità”: la
verità la raccontano i fatti.
Report è andata a controllare come funziona la manutenzione delle strade in alcune province italiane.
A Roma quando piove le strade si
allagano.
A Pesaro non riescono a fare
manutenzione sulle strade e allora i comuni rimangono isolati, se non
ci sono strade che li collegano.
Non ci sono soldi per fare analisi
tecnica per le strade, e le ditte che dovrebbero fare questi lavori
sono costrette a chiudere.
A Torino hanno problemi con le
strade: ci sono paesi isolati e tagliati fuori.
Ad Alessandria non hanno
personale per fare interventi di manutenzione, per il blocco del
turnover.
A Pisa stessa storia (più che
dare una spazzata per terra..).
Se le strade non sono sicure, significa
che non ci sono le condizioni di sicurezza?
La produzione di bitume si è
dimezzata: questi sono i numeri delle cattive condizioni delle
strade. Se poi dovessimo ricostruirle, pagheremo un prezzo ancora più
alto, se non si affrontano i problemi per tempo, se non si
programmano i lavori per tempo.
L'altra funzione è la manutenzione
delle scuole: a Pesaro raccontano che per anticipare le spese
hanno usato i soldi delle famiglie, contributi volontari.
E nei prossimi anni ci saranno altri 2
miliardi di tagli.
Ma Delrio pensa di averglieli dati i
soldi: dai suoi calcoli, quei soldi sono sufficienti.
Chi ha fatto i conti: la Sose, del MEF.
L'AD della Sose addirittura dice che ci sarebbero provincie che hanno
più soldi del necessario: ma sono simulazioni, non basate sui dati
presi direttamente sul territorio. Per il 2015.
E per il 2016? Il sistema starà in
piedi solo se le regioni faranno il loro dovere.
Con la legge Delrio, le province si
occuperanno di strade, ambiente e scuole. E il personale ricollocato
o prepensionato.
Ma a parte la Toscana, nessuna
regione si è presa in carico delle funzioni delle province: si parla
di assistenza scolastica, pianificazione industriale.
Infatti a Pesaro l'assistenza
scolastica è stata sospesa.
Al loro destino sono stati abbandonati
anche musei e biblioteche.
Gli uffici turistici.
Le regioni si difendono sostenendo che
non ci sono soldi, e così le province si devono accorpare, facendo
delle convenzioni per fare servizi in comune.
Hanno calcolato 20mila esuberi e poi si
vedrà come coprire le funzioni.
Di questi 20mila, circa 8000 sono dei
centri per l'impiego: è una cosa che dobbiamo decidere insieme –
sempre Delrio.
A questo si aggiunge il fatto che le
province hanno i conti in rosso: di questo passo rischiamo di
saltare per aria, dicono i sindaci. Se le province che andranno in
dissesto nel 2015 sono l'80% è un dato preoccupante.
Con lo squilibrio, arriva il dissesto e
così non si pagano le imprese per i servizi già svolti: l'economia
del territorio così si ferma.
Ma serviva veramente questa riforma
delle province?
Una riforma che non si è fatta è
quella che faceva unire Aci e Motorizzazione civile: ci ha
provato Bersani, poi recentemente l'onorevole Rosato del PD.
Perché non è stata applicata?
Lottare con la burocrazia è
difficile – spiega Rosato a Iovene.
Mancano i decreti attuativi e si va
avanti con la doppia struttura: col Pra, a quanto pare, non si riesce
a semplificare (come vorrebbe Renzi).
L'accorpamento tra questi due enti
doppioni, Renzi l'aveva annunciato un anno fa. Il registro del PRA lo
voleva tagliare Cottarelli (per un risparmio da 60ml): ma poi la
legge è stata stralciata dalla legge di stabilità.
“Il gatto ora prende il topo”,
garantisce Nencini.
Aboliamo province e Senato, ma non il
Pra? Il Pra è gestito dall'Aci, che perderebbe il guadagno se fosse
abolito.
A fine primavera si arriverà
all'unificazione – dice il viceministro Nencini: ma il
presidente Aci è di diversa opinione.
Delrio, prima di diventare ministro dei
trasporti, non ha voluto rispondere sul Pra e sul suo salvataggio
grazie ad un sub-emendamento di un deputato PD.
Vedremo se ora Delrio, come ministro
dei trasporti, riuscirà a completare questa riforma.
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