Nell'ultimo libro di Alessandro
Robecchi, “Dove
sei stanotte” presentato domenica alla libreria Centofiori,
ci sono le tante facce di Milano.
Quella della Milano borghese, con la
case dai divani bianchi (perché non ci sono bambini che sporcano).
La Milano della moda e del design.
La Milano degli architetti e degli
architetti di sinistra (i primi fanno cose i secondi ne parlano,
male).
Ma anche dell'altra Milano, dove senti
altre lingue, altri sapori.
É la Milano del Corvetto, dove il
protagonista della storia, va a rifugiarsi come latitante. Latitante
a meno di 2 km da casa sua ..
In una casa dove incontra un nuovo
mondo, dove vige un'altra giustizia rispetto a quella del mondo
civile (se si pensa alla storia dei permessi di soggiorno, ma qui mi
fermo): qui incontra Francisco, detto El Papa e Carmen, la sua
senora.
E anche Maria, sweet Marie.
Quante Milano ci sono? Tante, quanti i
popoli e i paesi che ad Expo apriranno un proprio padiglione. Expo,
appunto: il tema è nutrire il mondo, uno di quegli eventi mondiali
che dovrebbero cambiare la città, se non il mondo.
Evento che si è trasformato in una
festa per pochi: sarà una festa dei popoli, ma per quelli che
abitano al Corvetto. Non per le persone che frequentano il bar di via
dei Cinquecento (citato nel libro e che esiste veramente), gestito da
cinesi e frequentato di arabi.
Ma nel libro c'è anche spazio per
ridere, per le canzoni di Dylan, per l'amore, per incontrare questi
giovani (e un po' stupidi) che vorrebbero combattere la repressione
urbana con un gesto eclatante. Ci sono poliziotti alle prese col
servizio d'ordine di Expo e altri poliziotti in gamba, capaci di fare
il loro mestiere e di travestirsi in mille maniere. Ci sono anche i
cattivi in questa storia: una coppia di killer, uno un po' stupido e
uno che viene dai servizi. Un killer precario che rimpiange i bei
tempi del posto fisso ..
Quanta roba!
La Milano della retorica di Expo, del
trionfo dell'orgoglio nazionale che dovrebbe essere qualcosa di più
dei capannoni e del camouflage. E la Milano che potrebbe essere, un
po' meneghina, un po' sudamericana, un po' tutto.
Buona lettura.
PS: la presentazione è stata condotta
dal giornalista Pietro Cheli.
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