Alla fine se ne è accorto anche il ministro Alfano dell'utilità di una intelligence europea, che convogli tutte le segnalazioni dai paesi sui ricercati.
Quelli che vorremmo taggare.
Quelli per cui vorremmo arrivare ad un riconoscimento facciale.
Ma è lo stesso ministro Alfano che considerava gli articoli del Fatto (sui giubbotti antiproiettile carenti, sulla preparazione degli agenti di Roma per il Giubileo) come ansiogeni.
Chissà cosa ne pensa il ministro, e anche il governo, del servizio di Report dove si parlava dei money transfer.
Dell'allarme lanciato da Bankitalia sui flussi sospetti partiti dalla Lombardia (la regione di Maroni e Salvini), che potrebbero nascondere operazioni di riciclaggio o di finanziamento ai terroristi.
Mentre noi stiamo a guardare, l'unica risposta che è arrivata dai paesi europei (in attesa che l'Unione europea si risvegli dal torpore) è quella dei bombardamenti alle postazioni dell'Isis. Dovremmo chiederci però quanto sono efficaci e quante vittime civili costano.
Chiediamo agli immigrati di fede islamica di dissociarsi dai terroristi, dimenticandoci che gli stessi possiedono la nostra ex compagnia di bandiera e anche interi quartieri a Milano.
Sarebbe bello che le banche dati si parlassero, che i dati, in formato elettronico viaggiassero dalle telecamere agli analisti dell'intelligence europea.
Ma qui siamo ancora alla carta d'identità su carta, alle mille anagrafiche che non parlano, all'uso del contante per rilanciare l'economia (coi risultati di cui sopra).
Gilioli, come al solito, approfondisce l'argomento in modo più esaustivo: le borse che esultano assieme ai produttori di armi, assieme agli analisti militari "che passano lunghi inverni rinchiusi nei loro siti per bambini tonti a giocare con immaginari carrarmatini, ma adesso hanno il loro nuovo quarto d'ora di celebrità con interviste, articolesse, inviti ai talk show".
Stiamo andando in guerra che è proprio quello che Isis vuole.
Senza una visione politica sul dopo.
Armiamoci (e armiamoli) e partite.
I venti di guerra soffiano (vedi il caccia russo abbattuto) e dobbiamo dare una risposta alle paure della gente.
PS: mi chiedo se tra i nostri valori a cui non dobbiamo rinunciare c'è anche la libertà di stampa e il diritto ad essere informati.
E anche la libertà di espressione.
Perché vedendo quello che sta succedendo a Nuzzi e Fittipaldi in Vaticano, al vignettista Heidari in Iran, ai dissidenti in Arabia (dove Renzi ha pure parlato di terrorismo), non sembrerebbe proprio.
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