Come mai giudici diversi decidono in
modo manifestamente diverso su casi simili?
Come mai le sentenze arrivano dopo
anni?
Mancanza di personale, leggi fatte
male, mancanza di risorse, si dice.
Ma allora, come si organizzano gli
uffici e il lavoro nelle procure?
Come si decidono le carriere dei
magistrati?
Come vengono selezionati i dirigenti in
questi uffici?
“Se le leggi potessero parlare per
prima cosa si lamenterebbero dei giuristi”.
Dei giuristi se ne era occupata una
passata inchiesta di Report (le leggi fatte col buco): ora tocca ai
magistrati.
Un'inchiesta sulle corti supreme, la
Cassazione e la Corte Costituzionale, le cui sentenze impattano sulle
nostre vite, usando la metafora della bilancia, cercando di unificare
l'applicazione delle leggi affinché i giudici non si sbizzarriscano
nelle scelte.
Ma se ad una sentenza si arriva dopo 11
anni, qualcosa non va nella magistratura
Lo stesso vale se, per la nomina di un
procuratore capo, si muovono giochi poco puliti di raccomandazioni
come successo a Napoli.
Infine i giudici della Consulta, i più
pagati al mondo.
I garanti della Costituzione le cui
ultime decisioni hanno fatto molto discutere, creando qualche
difficoltà ai nostri conti.
La
giusta causa di Claudia Di Pasquale (qui
il pdf con la trascrizione del servizio)
Iniziamo dai licenziamenti per
giusta causa: vediamo alcuni casi.
17 maggio 2001: la dottoressa Spinu
partecipa ai Fatti nostri mentre era in malattia.
Le sue coliche non le consentivano di
lavorare ma di cantare sì.
La casa di cura non sapeva della
trasmissione e la licenzia: lei però fa appello e vince in
Cassazione, prendendosi anche i contributi arretrati.
La Cassazione sentenzia che uno può
anche fare attività hobbistica in malattia.
Altra trasmissione “Paese che vai”:
il conduttore aveva proposto l'assunzione della moglie nel programma,
cosa vietata dal codice etico.
Il giudice fa reintegrare il
giornalista perché moglie e marito non sono parenti ma coniugi.
Il comportamento rimane in palese
contrasto, ma il modulo era fallace …
Sempre in Rai, il caso del giornalista
Testi che guadagna 19mila euro ma non fa nulla, pur avendo
incarichi dirigenziali. Incarichi contestati dal giornalista, che ha
fatto causa all'azienda.
La Cassazione gli ha riconosciuto
170mila euro, per questa inattività.
Ma poi si scopre che lavora la
domenica, per poche ore, accumulando tanti mancati riposi.
Salvatore, ex addetto in una pescheria
in un supermercato: viene licenziato perché in malattia fu sorpreso
a lavorare in una pescheria in nero.
Si è difeso dicendo che stava facendo
apprendimento, stava studiando.
I giudici hanno ritenuto scorretto il
comportamento, ma la Cassazione ha ribaltato il verdetto dopo 11
anni, col rimborso di 10 anni di stipendi arretrati e contributi.
Roberto ha avuto una storia simile con
un finale opposto: sorpreso a lavorare per altri, in malattia, fu
licenziato. In primo grado e in appello gli viene data ragione, ma
alla fine la Cassazione conferma il licenziamento. Per slealtà.
In Liguria 5 dipendenti vengono
sorpresi a rubare: la Cassazione li fa reintegrare, per il valore
tenue della merce rubata.
Lucio viene licenziato per un furto di
dischetti, in Fincantieri. Nel suo caso la Cassazione ha confermato
il licenziamento.
Merendine si e dischetti no?
Oggi non c'è la certezza del
diritto: cambia a seconda del magistrato. Come mai?
Il primo pres. Della Corte di
Cassazione Santacroce spiega che è fisiologico, una sezione
può non conoscere le scelte di un'altra.
La lunghezza dei processi è imputata
alla carenza degli organici.
Col jobs act il governo ha tagliato la
testa al toro, togliendo l'articolo 18.
Niente reintegro, solo indennizzo.
Il senatore Ichino ha citato
proprio il caso del pescivendolo, per giustificare la riforma del
lavoro: ma all'addetto alla pescheria non si imputa la nuova norma,
perché è stato assunto prima del jobs act.
La normativa vale solo per i nuovi
assunti, dunque rimane una divisione di trattamento dei lavoratori:
colpa del governo che ha legiferato con la delega del Parlamento.
I giudici hanno una responsabilità?
Santacroce invita a porre la domanda
alla sezione lavoro, quello che ha deciso per il giornalista rai e
per la pescheria, e che ha risposto a Report dicendo che parlano solo
le sentenze.
Come funziona nel pubblico?
Savona 2013: alcuni dipendenti
dell'ospedale vengono condannati a 4 anni, per una storia di
mazzette. Oggi i dipendenti lavorano, il giudice del lavoro li ha
riammessi al lavoro.
Veniano: Samanta viene fermata dai
vigili, era senza assicurazione. Uno dei vigili fa delle avances, per
chiudere un occhio.
Samanta denuncia i vigili, che vengono
licenziati: uno dei due fa ricorso e lavora ancora come vigile.
Nel trevigiano: l'ex dirigente della
scuola aveva sottratto 197mila euro, il giudice lo fa reintegrare per
un vizio di forma.
Nel paese ci si chiede perché?
L'onorevole Rubinato aveva chiesto,
tramite un emendamento, di unificare la ppaa al privato: per i nuovi
dipendenti pubblici vale il jobs act o no?
Ichino dice si, la collega Gnecchi in
commissione lavoro dice di no.
Forse perché è una legge scritta
male, che non chiarisce cosa sia giusta causa?
Nemmeno il ministro Madia riesce
a chiarire i dubbi della giornalista.
Milena Gabanelli
Il ministro Madia ha detto più
volte che le nuove norme sui licenziamenti non valgono
per i dipendenti pubblici; quindi la
legge discrimina fra pubblico e privato, ma anche
fra privato e privato, perché, come
abbiamo sentito, per chi è stato assunto prima del
7 marzo valgono le vecchie, per i
nuovi non c’è tanto da interpretare. Comunque
nessuna legge ha risolto il problema
dei tempi biblici, nemmeno quando le cause
arrivano davanti alla Corte Suprema.
Perché i giudici, prima di decidere,
non consultano le sentenze della Cassazione, che dovrebbe
garantire l'uniformità delle decisioni?
Il problema viene imputato alla mole
dei ricorsi: in totale pendono 137026 ricorsi, non esistono tanti
ricorsi in altri paesi europei.
In Germania siamo a 7mila casi.
In Italia si arriva in Cassazione
sempre, non è mai l'eccezione: ogni consigliere partecipa a 4 sedute
al mese, le sezioni tengono udienza 1 o due volte al mese.
Il tempo lo occupano a leggersi le
carte.
Nel civile si aspettano così anche 5
anni per una sentenza.
Nel penale si aspetta un anno: per ogni
ricorso dichiarato inammissibile si dovrebbe pagare una penale di
1000 euro, ma nessuno paga.
Conviene impugnare e nessuno paga nel
caso si debba pagare le penali che sono il 61% dei casi.
In Cassazione rispondono che non sanno
nemmeno calcolare il totale delle sanzioni non pagate: contenti loro.
Chi nomina i membri della
Cassazione? Il CSM, presieduto dal presidente della Repubblica
che pra dovrà decidere i capi di diverse procure in Italia.
Come vengono nominati i capi delle
procure?
La storia di Falcone (e Borsellino)
forse non la conoscono in tanti: un “giuda” (parole di
Borsellino) fece fuori Falcone a capo dell'Ufficio istruzione che fu
dato a Meli perché più anziano.
Oggi la storia sembra ripetersi: Di
Matteo è stato bocciato per la procura nazionale antimafia dal CSM,
nonostante i suoi successi, in 18 anni.
Quelli nominati che cosa avevano di
più? Dopo solo sette mesi i membri del CSM non si ricordano.
Di Matteo lo vuole morto Riina, non fa
parte di una corrente, ha istruito il processo stato mafia.
La correntocrazia sta uccidendo la
magistratura – racconta Bruno Tinti: recentemente Area, Unicost e
MI si sono divise le procure di Appello di Napoli, Milano, roma e
Caltanissetta.
Per un accordo tra correnti Napoli è
rimasta scoperta per un anno.
Balduzzi, membro laico del CSM,
nemmeno sa cosa ha fatto il procuratore generale Alfonso per meritare
il posto a Milano.
Francesco Greco è uno dei
giudici bocciati, in questo giro di nomine: la carriera si fa
perché ti occupi di altre cose, non per i processi – dice
Greco.
Non si viene scelti perché si è
bravi, ammette il giudice del processo Parmalat: conta di più
l'appartenenza.
Anche Davigo è stato bocciato
alla corte d'appello a Torino: sul perché, il vice presidente del
CSM Legnini non sapeva rispondere alle domande di Di Pasquale.
Ma è tutto ampiamente motivato.
Ma nelle carte di parla genericamente
delle doti dei singoli. Nessuna valutazione nel merito, attendibile.
Solo una storia di baratti. Voto di scambio, così dice Aniello
Nappi.
Tra i magistrati eletti nelle correnti,
Forteleoni e Pontecorvo, sponsorizzati via sms dal sottosegretario
Ferri, ex capo di MI.
E i membri laici del CSM? Sono quasi
tutti ex politici, come Balduzzi, Leone, Casellati. O come Legnini,
che era un sottosegretario prima della nomina al CSM.
Sono lì per controllare i magistrati?
Milena Gabanelli
A vedere i fascicoli degli aspiranti
dirigenti degli uffici giudiziari, sono tutti straordinari.
Ma non potrebbe essere diversamente,
perché quale sostituto farà presente che il suo
capo è carente quando è quello che
poi gli deve firmare la relazione? Il quale capo dirà
che ha un sostituto che sa lavorare
male, che è come dire, come accusare se stesso di
non essere capace di organizzare
l’ufficio. Per cui sono sempre tutti fantastici.
Chi deve scegliere, allora, come
sceglie? Presumibilmente quello che si è dato da fare
per la mia corrente, che può anche
andar bene, purché sia bravo. Però non siamo in
grado di valutarlo. Noi che ne
sappiamo se quello che è stato mandato a Milano o a
Palermo è il migliore, il peggiore
o il mediocre. Però alla domanda “perché Tizio al
posto di Caio” la risposta è:
“non ricordo”. Allora, noi invece ricordiamo benissimo
perché ne paghiamo le conseguenze,
del fatto che sono troppi gli uffici giudiziari
organizzati male. Non è che è
dovuto anche al fatto che è stato scelto il capo
sbagliato? Intanto gli esclusi fanno
ricorso e i tar sono pieni.
Come quello per Lo Voi a Palermo.
Come Passandante a Venezia: aveva vinto
il ricorso al Consiglio di Stato. Ma la collega con meno titoli
rimane al suo posto.
Vincenzo Russo invia una lattina di
olio al giudice del Consiglio di Stato che doveva decidere sul suo
ricordo.
De Donno, Gasparri, Annibali al CSM era
la catena con cui Mancuso voleva assicurarsi la nomina per Napoli. È
stato solo ammonito dal CSM.
Solo il 7% degli esposti ai
magistrati non vengono archiviati: quando i magistrati sbagliano,
cosa succede?
Di Pasquale ha parlato del caso della
centrale di Tirreno Power di Savona: nelle intercettazioni si parla
del procuratore Granero, contro cui si voleva arrivare ad una
sanzione disciplinare presso il CSM, con un esposto. Per bloccare
l'inchiesta.
Il sottosegretario De Vincenti non ha
risposto alla giornalista.
Centrale Enel di Porto Tolle: la
procura di Rovigo ha fatto tre processi contro l'Enel, per i danni
ambientali. Ma il pm Fasolato è finita sotto processo dal CSM.
Per aver scritto al ministero
dell'ambiente per un chiarimento: tutto era partito
dall'interessamento di Violante e di Alfano.
Legnini scrisse una lettera aperta al
corriere in cui chiedeva ai magistrati di valutare il peso delle loro
scelte sull'economia, dopo il caso Ilva.
Il modello del giudice sta cambiando:
oggi il giudice ha bisogno di una formazione continua, una cultura
dell'organizzazione.
Oggi il ministero della giustizia sta
lavorando alla riforma del CSM, con ex membri del CSM stesso. Tra
questi Mirabelli, Ciani e Zagrebelsky. E anche Virga, il magistrato
indagato a Palermo per induzione indebita.
Qui il link per rivedere il servizio sulla Corte costituzionale.
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