Le inchieste di Presa diretta
accompagneranno l'autunno più caldo della storia italiana: per
questo prima del reportage sull'acqua pubblica, c'è stata
l'intervista al vice presidente Di Maio.
In collegamento da Foggia, dove
si è occupato di caporalato (argomento di cui la stessa Presa
diretta si è occupata) ha risposto alle domande di Iacona:
cominciando dal contrasto al lavoro nero, con un nuovo nucleo di
ispettorato.
Non basterà la repressione ma servirà
potenziare anche i centri per l'impiego.
I dati dell'Istat certificano un
peggioramento della percezione del futuro da parte degli italiani:
conti pubblici, spread, fuga degli investimenti stranieri, la
crescita che rimane flebile.
Cosa vuole fare il governo per
rendere l'Italia un paese credibile?
La nostra economia crescerà e gli
investitori torneranno: questo governo ha tanti nemici – la
risposta di Di Maio. E' un obiettivo mal posto lo spread e gli
investitori, si governa per i cittadini. Flat tax, reddito di
cittadinanza non sono propaganda ma promesse fatte ali italiani:
quando realizzeremo queste riforme torneranno gli investitori, noi
governiamo solo da pochi mesi ..
Per andare dietro i giudizi delle
agenzie di rating non accoltelliamo i cittadini: che senso ha sfidare
i mercati? Dagli investitori arrivano gli stipendi degli italiani tra
cui anche il suo.
È la prima volta che c'è un governo
che mette al centro i cittadini, nel passato si metteva al centro le
agenzie di rating e i vincoli europei.
E questi ci chiedevano precarietà.
L'Italia ha i soldi da investire, ma
siamo entrati in una spirale per cui se si dovesse scegliere tra un
ospedale e i vincoli europei, noi sceglieremo i cittadini. Allora
meglio tornare a quelli di prima. Non si governa per far piacere
un'agenzia di rating.
Adesso stanno prendendo forma i tre
cardini della manovra: flat tax, reddito di cittadinanza e riforma
delle pensioni. Le vedremo tutte assieme?
Faremo degli incontri nel governo per
capire quanti soldi servono per le tre riforme: vorremmo portarle in
porto tutte e tre nel 2019; per me la priorità sono i 5 ml di poveri
da aiutare col reddito di cittadinanza, che non significa lasciare
una persona sulla poltrona con uno stipendio dallo Stato.
Il nostro strumento è una manovra
economica: chiederemo a questa persona del lavoro per il comune, in
cambio di uno stipendio che costerà qualche miliardo. Queste persone
poi spenderanno e creeranno reddito.
Iacona ha evidenziato poi un aspetto di
questa manovra espansiva: cioè che funzionerà solo se la crescita
sarà alta, mentre le previsioni non sono così positive: il PIL
dovrebbe crescere di 5-6 punti l'anno.
Di Maio ha risposto che è questa
l'unica possibilità per rilanciare le agenzie per l'impiego, per
dare un lavoro alle persone, taglieremo tutto il resto ..
Attenzione anche a tagliare i
rimborsi che servono, la Naspi – ha ribattuto Iacona: non siamo
all'anno zero.
Ma sono stati tagliati i diritti sul
lavoro in questi anni, in nome del Dio rating.
Parliamo di acqua pubblica: dove
troviamo i soldi per il ciclo virtuoso dell'acqua pubblica, stimati
in 25 miliardi?
La prima stella delle 5 stelle è
quell'acqua pubblica: i soldi non li stiamo trovando oggi nel
privato, i soldi che oggi si prende il privato saranno usati dal
pubblico per fare manutenzione.
Dismetteremo anno dopo anno, con un
piano, tutti i contratti in essere: l'acqua è un bene comune e non
può essere sottoposto alle logiche di profitto.
Al Sisi ha detto veramente che
“Regeni è uno di noi”?
Credo che Al Sisi intendesse che al
prossimo incontro tra le procure c'è tutto l'interesse da parte loro
per arrivare alla verità su Giulio Regeni.
Avere buoni rapporti con l'Egitto e Al
Sisi è necessario per arrivare ad una verità sul caso Regeni.
Rimane il fatto che Giulio Regeni è
stato rapito e torturato proprio perché c'è il regime di Al Sisi in
Egitto: pensare che questo regime ci consegnerà i colpevoli è
irreale.
L'inchiesta di Presa diretta: acquarubata
Al comune di Reggio Calabria la
dispersione, misurata, di acqua è attorno al 50%, eppure Reggio non
se lo può permettere perché nei quartieri, d'estate, l'acqua arriva
con le autobotti.
E così i cittadini si sono dovuti
organizzare, arrangiandosi.
Quest'anno, grazie a 5 ml di fondi
regionali, stanno riparando per la prima volta le condotte marce, che
dovevano essere dismesse anni fa.
Per anni si è intervenuto per anni
senza un piano, per sostituire vecchi tubi, per razionalizzare le
condotte: uno spreco di soldi e di acqua.
D'altronde la centrale di controllo
dell'acqua, costata 8 ml di euro, è oggi abbandonata, dopo
l'inaugurazione di Berlusconi.
Ma era più importante il taglio del
nastro più che il controllo.
I serbatoi sono stati costruiti 10 anni
fa ma non sono mai andati in funzione: servivano a raccogliere
l'acqua ed erogarla quando serviva. Oggi sarebbe importante
attivarli: così negli anni si sono spremute le falde, che man mano
si riempivano di sale.
E così si è dovuto spendere anche per
l'impianto di desalinizzazione: sprechi su sprechi di soldi pubblici.
La diga del Menta è un altro spreco:
dopo 50 anni dalla sua idea, oggi è pronta, manca solo l'impianto di
potabilizzazione e, a breve, l'acqua del Menta potrebbe arrivare
nelle case di Reggio.
Il sindaco Falcomatà ha
raccontato a Iacona una situazione di sprechi, di allacci abusivi, di
bollette non pagate, investimenti pubblici non utilizzati.
Questioni che le amministrazioni
passate non avevano mai affrontato: si punta molto sul telecontrollo,
per una gestione efficiente della rete idrica.
Ma Reggio Calabria non è un caso
isolato: Sorical è la società che offre l'acqua a centinaia
di comuni, spiegano che lo spreco di acqua in Calabria arriva al 60
%.
A Cosenza lo spreco per le perdite
arriva al 63%: così assieme al comune hanno deciso di interrompere
l'erogazione, per risparmiare acqua.
Hanno sostituito i tubi e così hanno
cercato di ridurre le perdite, cioè i soldi sprecati: sono passati
dal 63% di perdite al 35%, un bel passo in avanti.
In Italia perdiamo il 41% di acqua che
mettiamo nelle reti idriche: uno spreco che non possiamo accettare.
9 regioni su 20 dal Friuli alla
Calabria, sprecano male l'acqua pubblica.
Tanto è vero che in questa regione del
sud, la Calabria, la gestione dell'acqua è sull'orlo del
fallimento.
La Sorical è in
liquidazione dal 2012, per le bollette non pagate, con tasse di
evasione che superano il 50%: significa meno soldi per gli
investimenti e per ammodernare la rete.
L'invaso
dell'Araco, di proprietà della Sorical, ha un bacino di 35ml
di metri cubi di acqua: serve 400mila cittadini, almeno dovrebbe
visto che la sua acqua non la usa nessuno.
Per molti abitanti
dei paesini attorno l'acqua dell'Araco non va bene per lavarsi né
per bere.
Nel 2011 nelle
tubature compare acqua scura: parte un'inchiesta da parte della
procura di Vibo, che ha portato al processo ai vertici della Sorical
per avvelenamento, processo che oggi rischia la prescrizione.
Perché non si usa
quest'acqua? Hanno ragione i cittadini a non fidarsi di quest'acqua?
È colpa delle
reti idriche oppure è l'acqua dell'invaso che non è pulita?
C'erano reti che
perdevano e c'era anche poca cura nell'invaso, l'acqua dell'invaso
era controllata con poca frequenza – ha spiegato il procuratore di
Cosenza
Oggi il controllo
di potabilizzazione è fatto giornalmente: Sergio Pelaia, giornalista
ha mostrato a Iacona alcuni documenti usati dall'accusa contro
Sorical, uno dove si parla delle sostanze cancerogene, dei composti,
trovati nell'Araco e la nota tecnica della Sorical sui vegetali ai
margini dell'invaso causa dell'inquinamento.
L'istituto
superiore della sanità ha stabilito che quell'acqua è potabile: ma
quel colore da dove arriva? L'acqua rimane potabile nei limiti, ma i
problemi della rete portano poi a quel colore color ferro che crea
diffidenza dei cittadini di Vibo e dei comuni limitrofi.
Sono 35 ml di
acqua che non sono usati.
Il presidente
della regione Oliverio è favorevole al ritorno al pubblico: Sorical
deve diventare gestore unico, prendendosi tutte le sue
responsabilità.
Il socio privato,
Veolia, è stato inadempiente e tutta l'operazione sull'acqua deve
essere conveniente per la regione e per il pubblico.
Il ritorno
all'acqua pubblica fa parte del contratto di governo di Lega e 5
stelle: cosa intendono fare per adempiere a questo obiettivo?
Il pubblico è
in grado di gestire bene il servizio idrico: Iacona è andato a
vedere queste realtà, partendo da Milano, dove le perdite
sono le 11,5%.
Investimenti
pubblici hanno ingegnerizzato il controllo dell'intera rete, con
lunghi cavi in fibra ottica: oggi MM ha a disposizione una mappa in
formato elettronico per la sua rete, che usano per i controlli
quotidiani.
I soldi arrivano
dalle bollette e dalle obbligazioni emesse, che coprono gli
investimenti.
Brianza acque
gestisce il servizio per 56 comuni di Monza, con una perdita al 12%:
anche in questo caso il pubblico ha lavorato in modo efficiente, per
i lavori di ammodernamento della rete, fatti risparmiando soldi e in
pochi anni.
Lavori fatti senza
aumentare la tariffa: obiettivo è controllare tutta la rete e
arrivare ad una soglia del 10% di acqua persa.
Dalla Lombardia
alla Puglia, all'impianto di Fasano: un sistema che depura le acque
reflue dai fanghi con microorganismi, una tecnica su cui ha lavorato
il CNR.
Il CNR lavora
anche all'impianto di Lecce: i fanghi risultati dalla depurazione
sono trattati con un procedimento di idrolisi, ovvero si riduce la
quantità di fanghi ottenuti e si produce anche del metano, cioè
energie.
La fabbrica di
queste idea è l'Irsa: nasce da una intuizione di Aldo Moro, nel
1966, che pensava che l'Italia avesse bisogno di un centro
scientifico per la gestione degli impianti idrici.
Il centro di
Fasano è stato costruito anche grazie ai fondi regionali: qui
l'acqua reflua viene ripulita e diventa un lago che serve una
sessantina di agricoltori limitrofi.
Qui si potrà
realizzare il ciclo completo di ripulitura delle acque reflue.
Alla sede di Bari
del CNR si punta al geotermico, il calore dell'acqua di falda
viene usato per il riscaldamento: tra pannelli fotovoltaici e
geotermico, qui c'è solo energia rinnovabile, un esempio che
potrebbe essere copiato da altre aziende e altri palazzi, non è un
esperimento.
Come a Milano, al
palazzo della regione: tutto il riscaldamento si basa sulla
geotermia, con un abbattimento drammatico della co2, finché sotto
Milano ci sarà acqua.
Potremmo abbattere
il 18% di co2, raccontano al CNR, se tutti seguissero questo esempio:
la geotermia non è una risorsa limitata, noi in Europa siamo al
decimo posto e potremmo fare molto di più.
Abbiamo la
tecnologia, servirebbe sburocratizzare la legge, per chi vuole
seguire questa strada.
Combattere i
cambiamenti climatici è fondamentale: con l'innalzamento delle
temperature avremmo meno acqua e acque sempre più inquinate.
“Siamo su un
piano inclinato, la Co2 continua a crescere” racconta il direttore
Uricchio del CNR, ma quello che stiamo facendo non è inutile perché
la partita non è perduta.
Dobbiamo usare le
basi della ricerca scientifica per sprecare meno acqua ed emettere
meno inquinanti nell'atmosfera.
Le proposte del
governo sull'acqua: nel contratto si parla di servizio integrato
idrico, rinnovare la rete idrica, ma come si torna all'acqua
pubblica?
Chi farà questi
investimenti? Il pubblico? La proposta del governo è generica,
sostiene il forum dell'acqua – racconta Paolo Carsetti.
La proposta dei
parlamentari 5 stelle è un conto, ma c'è il rischio di trappole
nell'iter parlamentare: ad oggi ci sono pochi player che nel
territorio stanno prendendo piccole società.
Ma deve essere una
SPA? Oppure una società interamente pubblica?
E la Lega cosa ne
pensa? E cosa ne pensa Forza Italia, che nel 2009 aveva spostato la
gestione dell'acqua verso il privato.
Vedremo che
accordo troveranno i due partiti, Lega e 5 stelle.
Il ministro
Costa ha sull'acqua una posizione sfumata e meno ideologica: il
privato può gestire l'acqua, oggi non possiamo passare completamente
al pubblico. Lo Stato deve controllare il lavoro dei privati,
affinché non si punti solo al profitto.
Dove si trovano i
soldi?
Dall'evasione
contributiva, la possibilità di attingere a fondi europei.
Come far partire
la geotermia?
Ne abbiamo parlato
anche in Europa, abbiamo obiettivi di decarbonizzazione più
ambiziosi della Francia.
Se le aziende si
vogliono impegnare nel settore devono poterlo fare, senza troppa
burocrazia.
Il carbone non ce
lo possiamo più permettere..
E nemmeno lo
spreco dell'acqua, per non rischiare di ritrovarci anche noi come a
Città del Capo, dove l'acqua è razionata.
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