28 settembre 2018

Avanti popolo

In nome del popolo.
Per il popolo.

Il governo del (presunto) cambiamento ha approvato al consiglio del ministro la nota al DEF con cui si accetta di arrivare alla percentuale del 2,4% del deficit sul pil per la prossima manovra.
La manovra del popolo appunto, quella che sconfiggerà la povertà (anzi, avete voi notizie dei poveri?).
Manovra annunciata dal balcone di Palazzo Chigi di fronte alla folla dei follower entusiasti.

Entusiasmo fuori luogo perché quei miliardi di debito in più ricadranno sulle spalle delle generazioni future: sono soldi per un pezzetto del reddito di cittadinanza, per un condoni mini per i piccoli evasori, la Fornero.
Se tutto questo non dovesse portare benefici o se i mercati dovessero iniziare ad innervosirsi, potrebbe essere un problema: non basterà attaccare i poteri forti, Soros e l'Europa ingrata.
Il viaggio di nozze tra governo e paese (non i tifosi del web) potrebbe finire, dunque.
A Genova, dove le persone si aspettano risposte ora.
A Taranto, per le promesse non mantenute.

Il cambiamento sta passando per troppi compromessi: l'alleanza con Salvini, la nomina di Foa, il condono, la mancata cancellazione del jobs act ..
Il popolo è una bestia feroce a volte

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