Qual è la situazione della nostra rete
idrica? Quanta acqua abbiamo ancora disposizione in Italia?
Quanti soldi si dovranno investire
sulla nostra rete idrica, per sistemare tutte le perdite e garantire
in tutte le regioni in servizio idrico di livello?
Qual è il ciclo di vita virtuoso per
la gestione di questo bene prezioso?
Infine, come si vive in una città in
cui l'acqua è razionata e se ne ha a disposizione pochi litri al
giorno?
Bentornata Presa
diretta: la trasmissione di inchiesta della squadra di
giornalisti di Riccardo Iacona riprende stasera per un
nuovo ciclo di 7 inchieste.
Dall'acqua bene pubblico, al lavoro
senza diritti per arrivare alla sicurezza.
Questa sera si parla di acqua: l'acqua
che scorre dai nostri rubinetti e che viene trasportata dalla rete di
un sistema idrico, che in molte regioni d'Italia è ormai in mano al
privato in concessione.
Che l'acqua sia un bene pubblico
importante è bene ribadirlo ogni volta: un bene così importante che
non dovrebbe essere messo a mercato, come spesso è accaduto in
passato. Gli italiani si sono già espressi nel 2011 con un
referendum popolare sul servizio idrico: referendum che aveva
bocciato la riforma Ronchi del governo Berlusconi (con la Lega
alleata) che dava ai privati la gestione del servizio garantendo pure
dei margini minimi di profitto (alla faccia del libero mercato).
Il privato in questi anni (e questo è
stato già raccontato
da Presa diretta) non si è dimostrato all'altezza: pochi
investimenti sulla rete, bollette che schizzano, paesi che rimangono
coi rubinetti all'asciutto e famiglie costrette a rifornirsi dai
privati.
Il pubblico ha dimostrato di saperlo
fare, vale l'esempio di Milano:
“La rete è completamente ingegnerizzata, per la sostituzione dei tubi vengono impiegate le tecniche più innovative, e dal capoluogo lombardo non esce goccia d’acqua che non sia depurata. In più, sono cominciati gli esperimenti in direzione del geotermico che, se utilizzato per riscaldare gli edifici, consentirebbe l’abbattimento del 17 per cento delle emissioni di CO2 sul territorio nazionale”
Ma se l'acqua deve rimanere pubblica
come gestione significa che è il pubblico che deve farli quegli
investimenti: il futuro che ci aspetta non è dei più rosei.
Fenomeni meteorologici intensi che
seguono periodi di siccità, faranno diventare l'acqua un bene ancora
più prezioso, da proteggere dagli sprechi: ogni anno ne perdiamo
circa il 41%, 3,5 miliardi di metri cubi di acqua sprecata, gettata
via, perduta.
Per questa inchiesta Iacona e i suoi
giornalisti sono andati a vedere cosa stanno sperimentando al CNR
per la depurazione dell'acqua e cosa stanno facendo già ora a
Brindisi, al centro di depurazione di Fasano, che gestisce il
servizio per 40000 persone dell'area metropolitana.
Qui prendono l'acqua reflua
dall'impianto di depurazione, la raffinano e, in una specie di
“masseria dell'acqua”, dove l'acqua del depuratore diventa un
lago pulito, che serve anche per l'agricoltura.
Tutto questo è stato possibile grazie
ai fondi europei destinati alla regione Puglia (quei fondi europei
che valgono miliardi e che l'Italia spende per una miseria).
I giornalisti sono andati poi in
Irpinia, alle sorgenti del Sele: l'acqua della sorgente è
raccolta, grazie a diverse condutture che entrano nella montagna, in
un anfiteatro.
Qui si raccoglie l'acqua limpida dalla
montagna, 3700 litri al secondo: in questa stazione dell'acquedotto
pugliese l'acqua del Sele si unisce con quella del Calore (un'altra
sorgente di montagna), in una struttura che porta il nome del
ministro Pavoncelli, che nei primi del 900 si dedicò a questa opera
pubblica.
L'acquedotto pugliese è la via d'acqua
più grande del mondo: dalla Campania arriva fino in Puglia dopo
chilometri in galleria.
L'arrivo dell'acqua del Sele a Bari, alla prima fontana, nel 1915 |
Dalla Puglia al Sudafrica, a Città del
Capo, 4 milioni di abitanti, che devono fare i conti ogni giorno con
la carenza di acqua: una città che attrae ogni anno milioni di
turisti ma che, per i cambiamenti climatici (dovuti alle emissioni di
anidride carbonica) e per la siccità deve convivere col razionamento
dell'acqua.
Negli ultimi 3 anni c'è stato un calo
delle precipitazioni del 75%:
La puntata inizierà con un'intervista
al vice ministro Di Maio a cui Iacona chiederà della situazione
economica, dello spread in salita, della tenuta dei conti pubblici. E
siccome l'autunno è alle porte, anche qualche anticipazione delle
prossime manovre del governo, quelle anticipare nella campagna
elettorale e nei mesi precedenti: flat tax, reddito di cittadinanza.
L'acqua pubblica è stata per anni un
cavallo di battaglia del movimento: cosa intende fare ora Di Maio e
il governo Conte per l'acqua pubblica?
Sul sito di LifeGate
trovate una anticipazione anche dell'intervista al ministro Costa,
cui è stato chiesto s e e come sia possibile tornare all'acqua
interamente pubblica e quali sono gli investimenti necessari.
La scheda della puntata: Acqua
perduta
Questa puntata di PresaDiretta è dedicata all’acqua potabile, una risorsa fondamentale, un bene comune oggi a rischio.Le telecamere di PresaDiretta hanno attraversato il mondo dell’ACQUA PERDUTA, perché in Italia se ne spreca ancora troppa, più del 41% dell’acqua potabile si perde a causa delle reti idriche colabrodo.Ogni anno nel nostro paese si perdono 3 miliardi e mezzo di metri cubi di acqua potabile, il fabbisogno di 40 milioni di persone per un anno intero.Quanta acqua abbiamo ancora a disposizione e cosa fare per tutelarla?
PresaDiretta ha attraversato l’Italia da nord a sud, raccontando le criticità di regioni come la Calabria, ma anche gli esempi virtuosi di grandi e piccole amministrazioni che grazie alla ricerca scientifica e alle innovazioni tecnologiche, gestiscono l’intero ciclo dell’acqua senza perderne neanche una goccia.
E poi PresaDiretta è andata a Cape Town in Sudafrica, dove il riscaldamento globale e la siccità hanno provocato una crisi idrica senza precedenti, una città di 4 milioni di persone rimasta senza acqua. Come si vive quando l’acqua è razionata e ridotta a pochi litri al giorno?L’acqua e la sua gestione sono al secondo punto del Contratto di Governo, in cui si dice che il servizio integrato deve essere pubblico applicando la volontà popolare espressa nel referendum del 2011. Ma come tornare all’acqua pubblica? Quanti investimenti saranno necessari e dove trovare i soldi?
PresaDiretta ha raccolto le proposte e le idee delle forze politiche e la testimonianza del nuovo ministro dell’Ambiente Sergio Costa.
“ACQUA PERDUTA”, è un racconto di Riccardo Iacona con Elena Marzano, Roberta Ferrari, Massimiliano Torchia, Pablo Castellani.
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