Quest'estate al nord, per godersi il
caldo, si
poteva anche andare al Polo Nord o in Scandinavia, viste le
temperature registrate.
Mentre in Italia abbiamo vissuto
un'alternanza sfiancante tra periodi caldi e periodi più freschi, al
nord siamo arrivati a punte di 32 gradi: l'anticiclone delle Azzorre
aveva deciso infatti di prendere casa più al nord.
Effetto dei cambiamenti climatici o è
solo un'anomalia rispetto alle medie stagionali?
Per capirlo bisognerebbe analizzare le temperature in una serie storica, mettere assieme tutti gli eventi meteorologici di questi anni, che sono stati spesso caratterizzati dalla loro violenza.
Per capirlo bisognerebbe analizzare le temperature in una serie storica, mettere assieme tutti gli eventi meteorologici di questi anni, che sono stati spesso caratterizzati dalla loro violenza.
Dati che ci direbbero che ci stiamo
trasformando in un paese tropicale, per gli acquazzoni, le grandinate
che ogni volta causano disastri anche perché non facciamo mai
abbastanza per mettere in sicurezza il territorio.
Presa diretta questa sera parlerà dei
cambiamenti climatici e di tutto quello che potremmo fare e che non
stiamo facendo: per farlo è andata sull'Artico a vedere il lavoro
degli scienziati del CNR, che stanno studiando le relazioni tra
quello che succede all'estremo nord e quello che sta avvenendo qui da
noi.
L'innalzamento delle temperature dei
mari, lo scioglimento dei ghiacci sulle nostre alpi, i mari che
saliranno di livello e si mangeranno parte delle nostre coste, le
isole che spariranno, le specie a rischio..
Sono cambiamenti non irreversibili e
causati anche dall'uomo, per esempio per l'accumulo di co2
nell'atmosfera, che oggi è registrato a 400 parti per milione, il
dato più alto da 800 mila anni.
Tutto questo da quando l'uomo ha
iniziato a sfruttare la combustione come fonte di energia: in poco
più di cent'anni abbiamo accumulato la concentrazione di gas serra
in atmosfera più di 120 parti per milione.
L'aumento di anidride carbonica e degli
altri gas serra è legato all'innalzamento delle temperature: ormai
questo è acclarato da centinaia di studi scientifici.
Se le temperature si alzano, cosa
succede all'estremo nord, nell'Artico?
Forse non ce ne rendiamo conto a
sufficienza, ma dall'Artico dipende la sopravvivenza del nostro
pianeta e della nostra specie. L'Artico, coi suoi ghiacci eterni, è
un regolatore termico della temperatura dell'emisfero nord, in
cui viviamo. Ma è anche un sistema molto fragile: è il
refrigeratore del pianeta ma, come hanno scritto gli scienziati, “la
porta del frigo è stata lasciata aperta”.
Sono in crisi anche le nostre Alpi coi
ghiacciai che sono una riserva d'acqua per le nostre città. Ma la
perdita dei ghiacci è anche una perdita di una preziosa banca dati:
sui ghiacciai sono registrati i dati sulla temperatura e
sull'atmosfera, un archivio vivente sulla nostra storia del clima.
Le “carote” prese dai ghiacciai ci
dicono quanti gas serra e co2 erano presenti nell'atmosfera rispetto
ad oggi.
Alessandro Macina è andato ad
intervistate il glaciologo britannico Peter Wadhams approfittando
di un suo intervento alla fiera del libro di Milano. Il glaciologo,
nel 1990, è stato il primo al mondo a dimostrare che l’Artico si
stava sciogliendo: oggi è convinto che prima di quanto ci
aspettiamoci sarà un Artico completamente libero dai ghiacci.
Il suo ultimo lavoro si chiama proprio
“Addio ai ghiacci” e prevede la scomparsa dei ghiacci verso la
metà di questo secolo.
Ha iniziato a misurare i ghiacci negli
anni '70, viaggiando nei sottomarini britannici per le misurazioni:
ripetendo le misurazioni nel 1987, aveva notato una riduzione dello
spessore del 15% e oggi quel ghiaccio è più sottile del 50%.
In base a queste rilevazioni, il
glaciologo si aspetta un Artico senza ghiaccio in estate già tra
cinque anni, e la causa siamo noi.
Lo scienziato sostiene inoltre che
abbiamo toccato un punto di non ritorno, non rivedremo più l'Artico
che conosciamo, con quell'ispessimento.
Che effetti avremo sul pianeta? Un
aumento dell'effetto del riscaldamento globale del +50%, oltre a
quelli causati dalla co2 nell'atmosfera.
L'Artico stesso sarebbe dunque un
moltiplicatore del riscaldamento del pianeta: “stiamo lasciando
alle prossime generazioni un pianeta diverso. Tutto cambierà e anche
se riusciremo a gestire il riscaldamento globale sono sicuro che non
riusciremo a tornare al mondo che avevamo prima. Quindi dobbiamo dire
addio a quei luoghi che oggi ci sembrano familiari.”
Perché allora non
stiamo facendo abbastanza per limitare l'inquinamento dell'atmosfera,
perché gli accordi sul clima non vengono rispettati? Perché Trump ha deciso di uscire fuori dagli accordi di Parigi
(e ora rientrerebbe ma solo se
fosse favorevole agli Stati Uniti)?
Il servizio di
Presa diretta racconterà anche della cosa all'oro per accaparrarsi
le risorse che si trovano sotto l'Artico:
i gas naturali, il petrolio, i diamanti.
Risorse che lo
scioglimento dei ghiacci renderà più semplice raggiungere.
Sulla pelle del
pianeta.
Lo
scrittore Amitav Ghosh commenta con rammarico la grave situazione
attuale che nessuno sembra voler affrontare: “Noi viviamo in un
mondo in cui scienza, ingegneria e tecnologia sono molto importanti.
Eppure quando la scienza ci dice che è in atto un rapido e grande
cambiamento climatico noi chiudiamo gli occhi. Questa è la grande
cecità ”.
La scheda della puntata: Caldo
artico
A PresaDiretta uno straordinario ed esclusivo viaggio in Artico, il luogo più fragile del pianeta che già oggi è a rischio a causa del riscaldamento globale. Perderlo significherebbe un’accelerazione irreversibile delle mutazioni climatiche.
Al centro della seconda puntata di PresaDiretta, il cambiamento climatico e le sue terribili conseguenze, entrate ormai con prepotenza nelle nostre vite. Questa estate intere zone del pianeta hanno vissuto condizioni climatiche estreme, incendi, alluvioni, siccità e bombe d’acqua. Dal Giappone alla Scandinavia, Italia compresa.
Le telecamere di PresaDiretta hanno potuto seguire lo straordinario lavoro degli scienziati italiani della base artica del Cnr per vedere da vicino gli effetti amplificati del global warming. In Artico infatti, glaciologi, climatologi, fisici dell’atmosfera e chimici, studiano da più di vent’anni il clima che sta drammaticamente cambiando. L’artico non funziona più da regolatore termico e la temperatura ormai aumenta alla velocità di 3 gradi ogni 10 anni.
Come mai dalla Conferenza sul clima di Parigi del 2015, dove 195 paesi hanno siglato un accordo vincolante per limitare l’aumento della temperatura sotto i 2 gradi centigradi a oggi, la temperatura del pianeta continua ad aumentare? Cosa c’è che non va in quell’Accordo? PresaDiretta è andata a vedere quale partita mondiale si è accesa sulle ricchezze naturali dell’Artico, che con le sue risorse minerarie ed energetiche purtroppo fa gola a molti.L’Artico è sotto attacco, e rischia di scomparire. Con quali conseguenze per il nostro pianeta?“CALDO ARTICO è un racconto di Riccardo Iacona con Alessandro Macina, Fabrizio Lazzaretti.
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