Continuano le mie letture sul tema del
terrorismo nero in Italia, in occasione dei 50 anni dalla bomba alla
banca dell'Agricoltura in piazza Fontana a Milano.
Il nostro 11 settembre, la scossa che
serviva per fermare l'onda del 68, dell'autunno caldo, le
rivendicazioni di studenti, operai e anche impiegati (i bancari
avevano appena rinnovato il contratto quel 12 settembre 1969).
Dopo Angelo Ventrone e il suo saggio “L'Italia delle Stragi” tocca al saggio di Enrico Deaglio “La bomba – Cinquant'anni di Piazza Fontana”.
Comincia col ricordo di Fortunato
Zinni, impiegato in quella banca, sopravvissuto allo scoppio e alle
sue memorie:
Nel suo magnifico libro di memorie, Piazza Fontana, nessuno è Stato, leggo nell'introduzione: “La vergognosa e irridente tela di Penelope ordita per fare e disfare sentenze, in un allucinante e e incredibile parodia della giustizia, ha di volta in volta messo a nudo: la certezza di impunità dei burattinai del massacro, il cinismo di una classe politica imbelle e complice, la disponibilità di una parte della magistratura ad assecondare il potere, il servilismo di una stampa pronta a credere alle verità ufficiali”. Dove mi colpisce quell'aggettivo – irridente – e quella certezza di impunità dei burattinai del massacro.
1 commento:
La Direzione Generale Archivi ha realizzato una pubblicazione che ti potrebbe interessare, si scarica in rete. : Archivi memoria di tutti. Le fonti per la storia delle stragi e del terrorismo. Sara
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