La notte sembra tiepida.Nel pomeriggio ha minacciato di piovere, poi un cielo grigio e pesante ha lasciato il posto a un'improvvisa stellata e ora è tutto calmo, in attesa, perfetto.L'uomo indossa solo l'abito talare. E' immobile sotto al portico, guarda la piazza e la folla che riempie ogni angolo nel cerchio delle colonne e lungo la strada. Ha visto arrivare i primi nel pomeriggio, dalle finestre del palazzo Apostolico e ora vorrebbe fissare nella memoria i volti, il colore degli occhi, dei capelli, l'incarnato, conoscere i nomi, quale lingua parlano, i loro pensieri, la loro storia.
Un romanzo di Patrick Fogli è come un
viaggio in compagnia di persone che non conosci, per una meta lontana
di cui hai solo sentito parlare. Anche se hai timore di quello che
incontrerai, non puoi fermarti, non puoi smettere di leggere e
arrivare alla fine.
Costruito attorno alla struttura di un
thriller, con una caccia all'uomo che ricorda il celebre “Il giorno
dello sciacallo”, Il signore delle maschere è un
romanzo che parla di vite vissute, di vite inventate anche se
verosimili, di vite strappate e di vite che sarebbero potute
diventare.
Vite che si ispirano alle storie prese
da diversi romanzi (Borges, Carrere, Cunningham) e pure da film (Il
cielo sopra Berlino, Roma città aperta).
Il signore delle maschere è un
uomo capace di indossare mille maschere e diventare mille persone
diverse senza essere mai nessuna di queste.
Maschere indossate per uccidere le sue
vittime, lasciando un'antica moneta romana sul luogo del delitto come
firma personale.
Sono le monete per il barcaiolo che
trasporta le anime all'inferno, come ha raccontato Dante nella sua
Comedia, ed è per questo che la squadra dell'antiterrorismo che da
anni lo sta inseguendo lo ha chiamato Caronte.
“A volte si chiede chi sia il
cacciatore e chi la preda”.
Caronte non un killer di professione,
forse è più simile ad un terrorista che insegue un suo ideale
insanguinato di giustizia per colpire i suoi obiettivi, in modo
implacabile e sfuggente: nelle prime pagine lo vediamo entrare in
Vaticano e arrivare ad uccidere il papa ed andarsene via
indisturbato.
Per andare poi ad acquistare delle
vecchie mappe da un collezionista (cosa dovrà farci? Qual è il suo
obiettivo?)
“Addio, mister White. Forse ci rivedremo, prima o poi”.
Caronte si limita ad un lieve cenno del capo.Potrebbe succedere, pensa, dal momento che non ti ucciderò.
“Combatto i mulini a vento” dice. “Ecco qual è il mio lavoro. Solo che i miei, quasi sempre, finisco per sconfiggerli”.
Laura è la seconda protagonista: un
passato di cui sappiamo poco, se non dei tanti abbandoni; un futuro
che immagina pieno di rimpianti per delle scelte fatte.
Rimpiangerò le liti con mio padre e pregherò un dio a cui non riuscirò a credere nemmeno allora, perché mi restituisca il tempo che ho buttato a rivendicare l'indipendenza, invece di lasciarmi guidare, a diventare me stessa invece della figlia che avrebbe voluto.
Un presente vissuto attraverso due
facce distinte.
La faccia dell'insegnante di lettere,
severa coi suoi alunni.
La faccia di Arianna, il primo anello
di una catena di una misteriosa organizzazione che ha lo scopo di far
sparire le persone che desiderano lasciare la faccia della terra.
Anche qui torniamo al tema del libro:
inventarsi vite, inventarsi un passato, delle storie, dei personaggi:
è questo il compito di Laura, o Arianna, sincerandosi che non siano
persone che fuggono dalla legge per crimini.
Per ciascuno di questi, Laura deve
costruire una nuova storia, prendendo a prestito le storie dei libri
“.. Fai sempre così? Una storia dentro una storia, la realtà la finzione? La pagina dopo, quella che avresti dovuto sfogliare se il libro non fosse finito?”
“A volte non sono libri. La gente legge molto poco”.
“Cosa conta? Vivono la vita di un romanzo che non conoscono. E quella vita fittizia salva la loro vita reale”.
La guarda, sorride. “Il potere delle parole”.
Cosa c'entrano Caronte, l'assassino
misterioso, che forse è solo un fantasma, con Laura la donna che
vive sola, ma non solitaria (una figlia che abita lontano, un gatto
apparso dal nulla, un amicizia costruita attorno ad uno scambio di
mail)?
Rimpiangerò le liti con mio padre e
pregherò un dio a cui non riuscirò a credere nemmeno allora, perché
mi restituisca il tempo che ho buttato a rivendicare l'indipendenza,
invece di lasciarmi guidare, a diventare me stessa invece della
figlia che avrebbe voluto.
In una vita precedente, forse Caronte
si era rivolto proprio all'organizzazione di Laura, o Arianna, per
sparire.
Solo per poco, Laura lo ha visto, lo ha
ascoltato mentre parlava e per lui ha inventato una storia, una nuova
vita: un giorno due uomini in borghese, poliziotti della squadra
dell'antiterrorismo bussano alla sua porta e le fanno una proposta
che non può rifiutare. Consegnare la lista delle persone che negli
ultimi anni ha incontrato e per cui si è inventata una nuova vita,
di cui ha cambiato il destino.
Così, i capitoli del libro si
sdoppiano: da una parte osserviamo Caronte cambiare nuovamente
identità diventando un finanziere di quelli che assommano una grande
ricchezza e un forte riserbo, che deve organizzare una cena a
Venezia, per raccogliere fondi da investire in cause nobili, borse di
studio per studenti provenienti da paesi africani.
Dall'altra seguiamo Laura, che si mette
alla ricerca delle persone della sua lista, il cuoco, il medico, il
testimone di un delitto, alla ricerca di un particolare, di un
segnale che le faccia individuare Caronte.
Cosa ha in mente questo assassino,
dall'apparenza così fredda ma la cui notte è popolata da incubi con
al centro un bambino, delle cantine grigie e la sensazione di vuoto
per una caduta dall'alto?
Come un giocatore di scacchi, sta
piazzando le sue pedine per raggiungere un obiettivo che, piano piano
sembra diventare più chiaro.
Una partita a scacchi che culminerà
nel finale, in cui si comprenderà meglio la natura dei due
personaggi, Laura e Caronte, così diversi tra loro ma così simili e
uniti, non solo per quel breve incontro di 15 anni prima.
Cambi di identità, salti di scena
dall'America all'antica Europa, Parigi, Milano, Venezia; delitti
compiuti senza lasciare traccia, l'incubo del terrorismo e
dell'attentatore che possa colpire indisturbato in una delle capitali
europee: ne Il signore delle maschere ci sono tutti gli ingredienti
di un thriller in cui la tensione cresce con lo scorrere delle
pagine.
Ma è anche un romanzo che parla delle
nostre vite, delle nostre identità, ci si interroga sul chi siamo e
su quale sia il nostro destino.
Non esiste un destino già scritto,
ineluttabile: lo spiega l'autore, Patrick nell'intervista che potete
leggere sul sito La
bottega del giallo:
Sia Laura che Caronte escono dalla storia molto diversi da come sono entrati. E intendo proprio dal punto di vista del modo di vivere. Quando li incontriamo per la prima volta sono entrambi a uno snodo cruciale della loro vita. Laura, di fatto, ha perso quasi ogni legame. È una donna solitaria – non sola – che però fatica a trovare il suo posto nel mondo e a saldare le sue tre vite.Caronte, invece, ha un’opportunità che aspetta da sempre, si potrebbe dire da quando è nato e sa che coglierla cambierà tutto. Un cambiamento che, razionale e metodico com’è, cerca di programmare, riuscendoci fino a un certo punto. Chi siamo davvero? Qual è il nostro posto nel mondo? In fondo chiamiamo destino una specie di percorso ineluttabile che avviene semplicemente perché noi siamo quello che siamo. Quindi se Caronte e Laura cambiano il loro destino e se lo cambiano le persone che Laura aiuta a scomparire, lo fanno solo perché hanno deciso di diventare diversi. O di accettare finalmente quello che sono, che in fondo è la stessa cosa.
La scheda del libro sul sito di
Mondadori
Il blog di Patrick
Fogli
Nessun commento:
Posta un commento