Le bellezze italiane sono copiate anche
all'estero: a Las Vegas fanno soldi con la riproduzione del Colosseo,
noi in Italia che abbiamo la grande bellezza, la sappiamo far
fruttare?
Noi facciamo pagare di meno i
biglietti, rispetto ad altri siti e permettiamo anche a robot remoti
di comprare in stock i biglietti, rivenduti poi a prezzo maggiorato.
Ogni giorno sono staccati 21mila
biglietti al Colosseo, solo nel 2018 è stato visitato da 7,7 milioni
di persone: ma entrare a visitare l'anfiteatro Flavio, ben
pubblicizzato su Tripadvisor, c'è sempre una coda.
Il biglietto di ingresso costa 12 euro,
con prenotazione 14, per entrare nell'arena il prezzo sale a 16 euro;
per entrare nei sotterranei devi pagare 12 euro ma serve una guida,
che costa altri 9 euro.
A vendere questi biglietti, per
concessione dallo Stato, è Coop culture da oltre 20 anni: una
cooperativa dal valore di 70 ml associata a Lega coop.
I visitatori non fanno la fila, col
biglietto, ma in realtà ci sono file e poi c'è una corsa da parte
delle grandi agenzie e ai tour operators che si comprano i biglietti.
City Wonders ha sede in Olanda, Trip
advirors in Delaware: sono queste alcune società che si comprano i
biglietti poi rivenduti davanti i cancelli.
Dal sito di coop culture si potrebbero
comprare i biglietti, ma non si trovano perché sono stati già
comprati da questi siti esterni: Coop culture, che ha vinto la
concessione, risponde che non può farci nulla.
MA lo Stato quanto ci guadagna? Chi ci
guadagna è il concessionario, che sta lì da oltre vent'anni, mentre
non arriva un euro alla soprintendenza.
Bandire gare richiede un tempo non
breve, risponde così Rossella Rea, responsabile dell'Anfiteatro, che
nemmeno sapeva dare gli incassi del Colosseo.
Lasciamo allora tutto in mano alla Coop
culture e a queste società con sede in paradisi fiscali?
E' possibile che non riusciamo a far
fruttare bene una risorsa come il Colosseo?
La santa alleanza - la fabbrica della paura (Giorgio Mottola)
Esiste un patto segreto tra italiani e
russi, che ha portato ad una trattativa tenuta a Mosca il 18 ottobre
per far arrivare soldi freschi nelle casse della Lega (65ml di euro),
attraverso la vendita del petrolio?
LA notizia era uscita per prima
sull'Espresso mesi fa, poi è uscito l'audio sul sito Buzzfeed: nelle
voci si riconoscono Savoini, ex portavoce di Salvini, tre russi, un
funzionario Eni e un banchiere.
Il giorno dopo lo scandalo, quando
scoppiò lo scandalo Metropol, Salvini ha preferito andarsi a bere un
mojito al Papeete: nell'audio si sente Savoini dire che Salvini è
l'unico che vuole cambiare l'Europa.
Durante la trattativa, uno dei presenti
accenna a carte da mostrare ad un certo vice primo ministro: Salvini
ha sempre negato qualsiasi coinvolgimento nella trattativa, sebbene
finora non abbia mai fornito spiegazioni precise (anzi, ogni volta
ripeteva la battuta dei rubli da nascondere sotto il cuscino ..).
Battute a parte, la sera prima della
trattativa, il 17 ottobre, Salvini era anche lui a Mosca:
partecipava, da ministro dell'Interno, ad un incontro ufficiale di
Confindustria Russia, che il leader leghista ha mandato in diretta
anche sulla sua pagina FB.
Per combattere le sanzioni contro la
Russia, una follia economica e sociale, ha spiegato.
Subito dopo che è scoppiato lo
scandalo, con la diffusione dell'audio della trattativa, Salvini si è
difeso dicendo che Savoini non era stato invitato da lui. In realtà,
come si vede dai filmati, mentre Salvini è sul palco a parlare con
Confindustria Russia, Savoini è a pochi passi da lui.
Alla Camera il presidente del Consiglio
Conte ha dovuto riferire dell'episodio, al posto di Salvini: incontri
privati, ha raccontato Conte.
Ma al Metropol, il 17 ottobre Salvini
ha cenato con Savoini, per dirsi cosa?
Salvini non ha risposto alle domande e
nemmeno gli altri giornalisti hanno voluto incalzare l'allora
ministro.
Dopo pochi giorni Salvini ha fatto poi
partire la crisi di governo: se c'è stata o meno un tentativo di
cresta, sulla vendita di petrolio, lo stabilirà la procura di
Milano, per capire se è un caso di corruzione internazionale.
Eni ci tiene a precisare che non è
coinvolta in questa vicenda, bene: ma Salvini sapeva quello che
faceva il suo portavoce?
Savoini ha fatto tutto a sua insaputa?
O forse Savoini è solo un tassello di
una trattativa e di un mosaico ben più grande? Rubli che escono
dalla Russia per mettere in crisi l'Europa e il papato di Bergoglio.
Report ricostruirà il rapporto tra
Savoini e Salvini, nato ai tempi della Padania: Giorgio Mottola ha
intervistato Gigi Moncalvo, allora direttore.
Non ha lasciato un buon ricordo, per
due storie poco lusinghiere, un fine anno in cui registrò di essere
presente mentre non era reperibile e delle note spese false.
“Diventerò sempre più potente”
avrebbe risposto Salvini alle rimostranze di Moncalvo.
Savoini era un giornalista molto
influente: mentre Salvini si faceva
vedere poco in redazione, Savoini aveva una sua stanza con quei
simboli sul desktop e nella stanza, che richiamano al nazismo.
Secondo Moncalvo
l'uno è stato funzionale all'altro: Savoini ha impostato Salvini,
gli ha dato accesso ad una rete di relazioni, anche internazionali
(sempre secondo Moncalvo).
Lo
scandalo delle svastiche è stato raccontato anche dal giornalista
Gatti nel suo libro: Savoini ha avuto rapporto anche con Maurizio
Murelli, ultimo rappresentante dell'estrema destra milanese, finì in
carcere dopo l'omicidio dell'agente Marino.
Murelli
lavora per la nascita di un nuovo continente euroasiatico, presso lo
studio Orion: uno dei suoi allievi era proprio Savoini.
Gli
uomini del gruppo Orion entrano nella Lega, con l'obiettivo di
inserire pezzi del fascismo dentro i partiti come la Lega, un
ambiente “che aveva molte potenzialità di sviluppo, culturalmente
più debole” racconta oggi Murelli.
Savoini
diventa il consigliere più stretto di Salvini dal 2013 e da la
svolta sovranista alla Lega: fino a quando, nel 2015 la Lega scende
in piazza a Roma a fianco di Casa Pound.
Le
parole di Salvini arrivano dalla fondazione Orion, i semi sono
sermogliati – conclude Murelli: così Salvini e Savoini hanno
conosciuto persone come Dugin, fondatore del partito nazional
bolscevico, amico di Putin.
Quanti
brutti ricordi dal passato: Salvini assenteista nella Padania, che
all'epoca prendeva fondi pubblici.
E poi
i simboli del nazismo, che ritornano. Non sono goliardate, quelle di
Murelli, quelle del figlio di Clemente Graziani fondatore di Ordine
Nuovo.
C'è
di peggio, Salvini avrebbe sondato il suo elettorato sul
nazifascismo: il 45% pensa che non si debbano censurare le idee sul
nazifascismo. Le stragi nazifasciste, le camere a gas, lo sterminio
di ebrei, zingari, omosessuali ..
Il
sondaggio è rimasto nascosto, ma Salvini, per opportunità
elettorale, sta continuando ad usare questi simboli di fronte ai suoi
fan.
E a
coltivare quelle amicizie in Russia, come Dugin.
Il
filosofo russo che auspica la fine della democrazia liberale, per
arrivare ad una democrazia illiberale, come quella di Putin, come
quella che potrebbe mettere in atto Salvini?
Malofeev,
proprietario di Marshal Capital, è un oligarca russo, proprietario
della TV da cui parla Dugin: al giornalista di Report ha raccontato
del suo rapporto con Salvini e con Savoini il quale gli avrebbe
confermato che la trattativa registrata all'hotel di Mosca era
veramente per vendere gasolio e di mezzo c'era anche l'Eni (l'azienda
che Renzi una volta definì come quella che fa la nostra politica
estera..).
Di tutto questo,
Savoini si è rifiutato di parlare con i magistrati.
Malofeev
incontrò Salvini nel 2013: doveva andare al congresso che elesse
segretario Salvini, ma al suo posto arrivò Komov.
Anche
a questa domanda, nessuna risposta da parte dell'ex ministro sul
prato di Pontida. Niente domande, solo selfie..
La
promessa di una intervista non è stata mantenuta dal capitano:
Mottola avrebbe voluto chiedere conto delle sue amicizie russe, del
perché di quella associazione Lombardia Russia, dentro cui compariva
Komov e presieduta da Savoini.
Report
ha scoperto anche una seconda trattativa, per un'altra società
(Avanguard Oil & Gas) che ha sede nello stesso palazzo della
società di Malofeev (e che sarebbe riconducibile ancora a lui).
Che
non può ora finanziare partiti in Europa, per le sanzioni, ma che
nel passato ha dato soldi ai Le Pen, leader di un altro partito
sovranista anti Europa.
La
santa alleanza per finanziare movimenti e fondazioni per far
esplodere l'Europa: dalle casse dei russi, di oligarchi come
Malofeev, sono usciti soldi per 1 miliardi di dollari, per combattere
i nemici della cristianità.
Come
i gay, per esempio, che Malofeev chiama sodomiti e pederasti.
Ma
non sono solo le lobby gay i nemici di Malofeev: ci sono anche le
femministe (le donne non devono lavorare ma fare le casalinghe e le
madri)
E
Salvini a Verona (al World Congress of Family) ha sposato in pieno
queste parole che, all'improvviso, ha scoperto il rosario e il cuore
immacolato di Maria.
Non
si riconosceva questa vena cristiana, per Salvini.
Malofeev
a Washington ha incontrato leader della destra politica,
repubblicani, facenti parte di organizzazioni contrarie ai gay: da
questi incontri sarebbe nata la santa alleanza.
Che
in Italia ha come riferimento il movimento Pro Vita, un movimento con
forti rapporti con Roberto Fiore, “il nostro amico italiano filo
russo”, lo definisce in una mail Komov.
Dalla
Russia oltre al sostegno politico, sono arrivati soldi ai movimenti
pro vita, come il movimento Novae Terrae, dentro cui troviamo il
senatore Pillon e l'ex senatore Volontè.
Perché
così tanti soldi dall'estero?
Fondi
arrivati anche in dollari, da Patrick Slim.
Pillon
ha preferito non parlare con Giorgio Mottola.
Sotto
l'ombrello dell'oligarca di Dio si sono riparati sia la Lega, sia
Forza Nuova, sia i movimenti pro vita.
Malofeev
si è incontrato coi riferimenti della destra radicale che stanno
facendo approvare leggi anti aborto oggi in America.
Finanziamenti
arrivati anche a Cambridge Analityca, la società che ha violato 50
ml di profili facebook condizionando l'esito della Brexit e le
elezioni in America che hanno portato alla vittoria di Trump.
Bannon
è stato lo stratega di Trump che ora si è spostato in Europa: qui
ha incontrato Federico Arata, il figlio dell'imprenditore che avrebbe
promesso una mazzeta all'ex sottosegretario Siri.
Bannon
voleva realizzare la sua università in una certosa nel Lazio: oggi
il MIBAC ha revocato la concessione al monastero benedettino, ma la
certosa è ancora occupata dal responsabile della Dignitatis Humanae,
Ben Harnwell.
Russi
e Americani, assieme, per una santa alleanza, in nome del
tradizionalismo cattolico, usando la minaccia del califfato, soldi
che si spostano da associazioni ultra cristiane verso l'Europa,
bonifici per 1 miliardo di dollari (come la National Cristian
Foundation).
Soldi
per fare pressioni in Europa e anche in Europa.
A chi
sono finiti i soldi?
Report
ha scovato mail di Federico Arata, che si definisce spin doctor della
Lega, scritta ad un certo Ted, in cui parla del viaggio in America di
Salvini e Giorgetti.
Ted è
Ted Mallock, che ha avuto un ruolo nel Russiagate, nel recuperare le
mail di Hillary Clinton usate durante la campagna.
Salvini
dovrebbe spiegare tutto questo, per evitare che un cittadino che deve
scegliere un politico, che usa il crocifisso, poi elegga il politico
assieme all'oligarca russo.
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